A Roma sembrava un tabù, almeno fino a ieri pomeriggio quando Ghisolfi, nella sua prima intervista rilasciata alla stampa, ha parlato così: "Il nostro compito è sostenere i calciatori, farli crescere e creare valore. Stiamo facendo delle riflessioni anche sulle seconde squadre, in altri contesti funzionano". Sì caro Florent, in altre realtà hanno funzionato e come. In principio fu la Juventus, poi l'Atalanta e adesso anche il Milan che, guardando al proprio settore giovanile, si è reso conto di avere un patrimonio da dover valorizzare. I vari Camarda, Zeroli, Vos, Jimenez ma non solo. Tutti giocatori di livello superiore al campionato Primavera ma non ancora pronti per le luci di San Siro. Ecco che così è nato il Milan Futuro. Il massimo esponente però di questa realtà è senza dubbio la Juventus che ormai da 6 anni ha nel suo roster la Next Gen. Da lì sono usciti Soulé (venduto alla Roma per 30 milioni), Yildiz (nuovo numero 10), Miretti, Huijsen (venduto a 18 milioni), Iling Junior (ceduto per 21 milioni all'Aston Villa), Barrenechea (fruttato 11 milioni) e oggi anche Savona, Rouhi e Mbangula. La spesa per sostenere l'investimento da parte dei bianconeri è stato di circa 10 milioni, i ricavi superiori agli 80. Il processo è stato lungo ma la programmazione del club bianconero ha permesso a Giuntoli di non liberarsi di nessun big e di costruire una Juventus nuovamente competitiva per lo Scudetto.
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Roma, il modello Juve funziona: è arrivato il momento della squadra B
Roma B, i motivi per farla subito
—Ne aveva parlato già José Mourinho in passato predicando però nel vuoto: "Contro l'Inter avevamo 8 giocatori in panchina con meno di 21 anni. Stiamo parlando di calciatori che lo scorso anno giocavano in Primavera che per me è un campionato di livello molto basso. Non prepara i giocatori alla Serie A". Lo Special One durante le sue stagione nella Capitale, è stato costretto a fare da sé, buttando nella mischia gente come Volpato, Pisilli, Cherubini, Bove, Zalewski e altri. Giocatori non ancora pronti ma che hanno dovuto accelerare il proprio percorso di crescita finendo per perdersi negli anni (vedi Zalewski). Gli esempi nella Roma di oggi sono Dahl e Sangaré, pagati in totale circa 5 milioni e costretti a giocare in Primavera perché non ancora in grado di reggere la pressioni e i ritmi che chiede la Serie A. Ma perché è così utile la squadra B? Permetterebbe a questi ragazzi di rimanere nell'ambiente Roma ma di giocare a calcio veramente e alla società di valutare il loro vero valore diminuendo il rischio di perdere dei potenziali campioni. Il campionato Primavera ha portato negli anni tantissimi campioni in prima squadra, ma altrettanti sono stati svenduti, per mancanza di lungimiranza ma soprattutto per mancanza di una realtà che gli si addicesse. E via si ritorna ai vari Calafiori, Frattesi, Scamacca, Politano e chi più ne ha più ne metta. Tutti rimpianti giallorossi sbocciati altrove. La verità è che con la squadra B, anche loro avrebbero avuto un sano e giusto percorso di crescita, perché un conto è giocare dentro Trigoria con pochi spettatori sugli spalti, un conto è andare in trasferta e trovarsi di fronte stadio pieno che chiede subito a tutti di essere pronti. Lì si che si scoprono le carte, lì sì che si fa la Roma del futuro. Non più con la Primavera.
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