Massima spesa, minima resa. Può essere sintetizzato così il mercato estivo della Roma per la stagione 2024/25, almeno per quello che questo primo terzo di stagione ha fatto vedere sul campo. La campagna acquisti del club giallorosso fino ad ora è stato un mezzo flop, per non dire completo. E lo dicono semplicemente i numeri, che bocciano la sessione condotta dal ds Florent Ghisolfi, insieme all'allora Ceo Lina Souloukou. In tutto la Roma ha speso oltre 110 milioni di euro per 12 acquisti, di cui solo quattro sono titolari: Angelino, riscattato dal Galatasaray, Koné, Dovbyk e Hummels che però titolare lo è diventato sostanzialmente da una settimana. L'unico con chance di aggiungersi al momento è Saelemaekers. I giallorossi sono la quarta società che ha speso di più nell'ultimo mercato in Serie A, ma l'unica che dovrà necessariamente tornare in azione a gennaio per questioni non legate agli infortuni. La Juve dovrà farlo per i gravi stop di Bremer, Cabal e Milik che però Giuntoli spera di recuperare. Il Napoli è sostanzialmente a posto, avendo anche una sola competizione e anzi potrebbe venire in 'aiuto' della Roma cedendole Raspadori, così come l'Atalanta. Sono questi gli unici tre club ad aver speso più soldi dei giallorossi in estate, producendo però un vantaggio concreto e tangibile sul campo. Perché gli azzurri sono primi in classifica, la Dea li segue a -1 e la Juve è leggermente indietro, ma con qualche alibi legato alla maledizione infortuni. E comunque ha il doppio dei punti (26 a 13). Tutte quante partite, sulla carta, con lo stesso obiettivo dichiarato della Champions.

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Roma, il mercato dei flop: chi hanno comprato le altre con i soldi di Soulé e Le Fée
Roma, da Le Fée a Soulé ma non solo: 55 milioni flop. Chi hanno acquistato Atalanta, Milan e Fiorentina
—Il rapporto tra punti conquistati in campionato e soldi spesi sul mercato, neanche a dirlo, è il peggiore della Serie A: circa 8 milioni a punto. Un'enormità. E al tempo stesso vanno analizzati tutti i calciatori che fino ad ora non si sono mai inseriti nel progetto tecnico: Le Fée (23 milioni), Soulé (25 più bonus), Dahl (4) e Saud (2,5), più i vari Ryan ed Hermoso, che non sono costati di cartellino ma di ingaggio. Tutti insieme fanno 1617 minuti complessivi in stagione in 19 partite giocate dalla Roma tra campionato e coppa. Ovvero 14 a testa di media a partita. Un totale di 55 milioni solo in cartellini, che per utilizzare un eufemismo potevano essere utilizzati decisamente meglio. Tanto per fare degli esempi, la Fiorentina con circa 60 milioni ha portato a casa Pongracic, Kean, Gudmundsson più i prestiti di Colpani, Adli, Gosens, Bove e Cataldi. Praticamente metà della squadra che ha dato alla Roma 15 punti. Con 36 milioni la Lazio ha invece acquistato Noslin, Dia, Tchaouna e preso in prestito Nuno Tavares e Dele-Bashiru. Nomi tutt'altro che altisonanti, ma funzionali. E ancora: il Milan ha acquistato Pavlovic, Morata e Fofana. L'Atalanta con 62 milioni ha aggiunto in rosa Retegui, Samardzic e Bellanova.
Ma anche con l'altra metà degli acquisti, quella dei titolari, in ogni caso per la Roma non è stata una grande festa. Perché gli oltre 30 milioni spesi per Dovbyk - l'acquisto più costoso - fino ad ora hanno prodotto appena 6 gol in stagione. Gli stessi di Dia. E Angelino di certo non sta brillando. L'unico che sta ripagando le attese e sta valendo i circa 20 milioni investiti è Manu Koné, tanto cercato e voluto da De Rossi. Ma anche il francese ha impiegato qualche settimana per essere così fondamentale come lo è ora. Le tante cessioni e le mancate conferme hanno sicuramente alleggerito il costo annuale della rosa, con un impatto a bilancio positivo per circa 38 milioni, ma a poco serve se poi i risultati sono questi. E soprattutto se a gennaio serve intervenire nuovamente, avendo nel frattempo sul 'groppone' 55 milioni di cartellini (e relativi ingaggi, con cui si aggiungono pure Hermoso e Hummels) acquistati a titolo definitivo e inutilizzati, candidati a essere la zavorra che ostacola le prossime sessioni di mercato. Il compito di Ranieri sarà anche e soprattutto questo, aiutare Ghisolfi in maniera massiccia a ridurre gli sprechi, fornendo da subito un parere più tecnico e tattico. Insomma di campo, non legato ad algoritmi e altre cose simili.
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