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Roma-Fiorentina, l'ultima volta: rigori “fatati” e Brunetto in festa

(di Alessio Nardo) Giallorossi e viola, a voi la parola. Stasera alle ore 20.40 ci si gioca tanto, perché chi non ha l’Europa è costretto a dar peso alla Coppa Italia, snobbata e maltrattata almeno sino alle semifinali.

Redazione

(di Alessio Nardo) Giallorossi e viola, a voi la parola. Stasera alle ore 20.40 ci si gioca tanto, perché chi non ha l'Europa è costretto a dar peso alla Coppa Italia, snobbata e maltrattata almeno sino alle semifinali.

In attesa dell'affascinante (e fredda) contesa dell'Olimpico diamo uno sguardo al passato, all'ultimo incrocio tra le due squadre nel torneo nazionale.

Torniamo indietro di sette anni, immergendoci nella dura e aspra stagione 2004-2005. Densa d'amarezze e avara di soddisfazioni. Le poche note di gloria è giusto ricordarle, anche con un pizzico d'affetto e orgoglio.Quel quarto di finale con la Fiorentina, pur non essendo sinonimo di trionfo o trofeo, è rimasto nei cuori e nelle menti di molti tifosi giallorossi. Partiamo dal match d'andata: 26 gennaio 2005, ore 18. Un pomeriggio freddo ad accogliere l'esordio viola di Dino Zoff (sostituto del compianto Sergio Buso), giunto alla sua ultima avventura professionale in panchina prima della "pensione". La Roma è quella di Gigi Delneri: caotica, illusoria, brillante solo a sprazzi. La meteora Zotti presidia i pali, Mexés e Dellas guidano la difesa con Ferrari e Cufré ai lati. Tanta romanità in mezzo al campo con De Rossi e Aquilani, supportati dall'esperienza di Dacourt. Montella-Cassano è il tandem d'oro. Manca Totti, rimpiazzato da Corvia (e non è la stessa cosa...). La Fiorentina è un mix di carneadi, giovani rampanti (su tutti Maggio, Chiellini e Miccoli) ed ex romanisti scudettati (Guigou e Nakata). Il confronto è deciso dal grande assente dell'odierna sfida: Daniele De Rossi, abile a svettare di testa su punizione calibrata di D'Agostino, subentrato a Dacourt al 27'.

Per attendere il match di ritorno ci vogliono due mesi: il 16 marzo Fiorentina e Roma scendono in campo all'Artemio Franchi per contendersi il posto in semifinale. Stavolta sono i giallorossi a proporre un volto nuovo in panchina: Bruno Conti, quarto tecnico stagionale, approdato d'urgenza per far fronte all'addio di Delneri, fuggito in fretta e furia all'indomani dei tre schiaffi incassati a Cagliari. In campionato va tutto male, serve un exploit in Coppa Italia per respirare. Il salvatore Brunetto sceglie la qualità di Totti e Montella, lascia in panchina Cassano e propone dal 1' il neoacquisto Abel Xavier, ultimo "colpo" di Baldini ds prima dell'addio (pardon, arrivederci...). E' Ferrari, disaster man dell'anno, a combinarla grossa al 12', spedendo goffamente in rete un innocuo cross dalla destra di Obodo. L'1-0 rivitalizza la Fiorentina e riequilibra il confronto. Le due grandi malate d'Italia si confrontano stoicamente, asfaltando i propri limiti e mettendo nel mirino il passaggio del turno. Si oltrepassano i 90' regolamentari, e persino i supplementari (non senza qualche brivido). E' destino, si va ai rigori. Suspence, batticuore, l'atmosfera più calda. Per i viola segnano Jorgensen, Fantini, Riganò e Cejas. Cassano (in campo all'86' al posto di Mancini) sbaglia subito, poi realizzano Aquilani, Chivu e Dellas. La qualificazione è sui piedi di Miccoli, ma l'attaccante salentino fallisce il penalty decisivo. Curci, baby prodigio, gli sbarra la strada. Risorge la speranza perduta, sino all'errore di Ujfalusi (palo pieno) e al gol decisivo del primavera Giuseppe Scurto.

La corsa raggiante di Bruno Conti e la festa sotto il settore ospiti restano immagini scolpite nel cuore. Un piccolo momento di dolce paradiso romanista, all'interno di una stagione da incubo.