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Roma Femminile, Bavagnoli: “Un trofeo sarebbe il coronamento del nostro lavoro”

LaPresse

La coach giallorossa parla in conferenza stampa: "Farei un errore madornale se mi sentissi favorita. Serviranno mentalità, coraggio e fame"

Redazione

Elisabetta Bavagnoli, coach della Roma Femminile, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della finale di Coppa Italia contro il Milan. Queste le sue dichiarazioni:

Come si prepara una squadra alla prima finale della storia del club? La si prepara con la consapevolezza che fino a qui ci siamo arrivate, con tanta umiltà, passione, rispetto e fame.

Cosa è scattato nella testa della squadra da gennaio in poi? La Supercoppa ci ha permesso di raggiungere una certa maturità. E' stata una gara in cui abbiamo dimostrato di poter giocare contro una squadra fortissima come la Juventus. Forse è stata la partita della svolta.

Cosa significherebbe riportare un trofeo a Roma dopo 13 anni e farlo attraverso il calcio femminile? Si dovrebbero spendere tantissime parole. Gioia, onore, una grandissima soddisfazione. Anche la nostra Primavera si sta giocando una finale Scudetto, quindi dobbiamo fare una considerazione sul nostro lavoro. E' un lavoro buono quello che abbiamo portato avanti in questi mesi. Portare un trofeo come la Coppa Italia a Roma vorrebbe dire un qualcosa di unico per noi e i tifosi.

Nella doppia sfida con la Juventus abbiamo visto la Roma più famelica della stagione. Quali corde ha toccato? Le prestazioni di una squadra si portano avanti il duro lavoro, una preparazione fisica, la cura di aspetti tecnico-tattici. Le corde più importanti sono quelle che ognuno di noi ha dentro, quei valori assoluti come la passione, il cuore, la determinazione, il coraggio. Credo che questi valori facciano parte di ognuna delle mie calciatrici: col mio staff ho cercato di far emergere queste cose e spero di esserci riuscita.

Nel 2021 avete battuto la Juventus, che a sua volta ha battuto il Milan. Vi sentite favorite? Abbiamo battuto la Juventus, ma non abbiamo mai battuto il Milan. In una finale si devono avere grandi pensieri, ma farei un errore madornale se mi sentissi favorita. C'è la consapevolezza di poter fare bene e mostrare quanto il nostro lavoro sia cresciuto.

Vede in questo traguardo il coronamento del suo percorso sulla panchina della Roma? Con il trofeo vedo il coronamento di tanto, non soltanto di un percorso personale, ma di tutta una squadra, una società, uno staff, di tutti quelli che lavorano con e per noi. Sarebbe il coronamento del lavoro di tutti.

La Roma non ha mai battuto il Milan. Cosa serve in più alla sua squadra? Dobbiamo precisare che il Milan è una squadra molto forte e lo ha dimostrato. Non a caso è arrivato secondo. Finora non abbiamo battuto il Milan e il divario in classifica è ampio, però sotto l'aspetto delle prestazioni abbiamo accorciato il gap che ci ha sempre visto sfavorite nei loro confronti. Serve mentalità, coraggio, quella fame di cui parlavo prima.

Diverse calciatrici della Roma hanno già vinto la Coppa Italia. Quanto conta l'esperienza nella gestione di una gara così? E' fondamentale. Abbiamo delle atlete con un vissuto importante e che metteranno l'esperienza a disposizione delle più giovani. Quando si giocano partite così importanti serve un mix di elementi: oltre all'esperienza di queste atlete non rinuncerei mai all'impulsività e all'imprevedibilità delle più giovani. Ci vuole questo mix di elementi che dovranno combaciare.