Il Genoa è la squadra con cui El Shaarawy ha fatto il suo esordio in Serie A. Il faraone ha rilasciato un'intervista a Sportmediaset in vista del match di Coppa Italia, parlando della Roma e del suo ruolo nella formazione giallorossa. Di seguito le sue parole.
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Roma, El Shaarawy: “Mourinho un vincente. Zaniolo ha grande margine di miglioramento”
Il Genoa è stata la culla del Faraone, la squadra dove sei diventato un calciatore professionista. "Sì è la squadra con cui ho esordito in Serie A. Ho un ricordo molto speciale. Siamo tutti 'tifosi' in famiglia. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genova. Sarà una partita particolare, speciale per me".
Nell'ultimo anno la Roma ha vinto un trofeo, la Coppa Italia è un obiettivo della Roma? "Assolutamente sì, è una partita e soprattutto una competizione che non bisogna assolutamente sottovalutare. Abbiamo l'esempio della Conference che magari può essere considerata inferiore a Champions ed Europa League, ma abbiamo visto quante gioie e soddisfazioni ci ha dato. Sicuramente è una competizione che dobbiamo affrontare con grande serietà e la voglia di arrivare in fondo".
In passato si è fatto l’errore di sottovalutare questa competizione? “No, diciamo che quest’anno l’obiettivo deve essere come per la Coppa Italia e per le altre competizioni arrivare fino in fondo e affrontarle con grandissimo impegno così come abbiamo fatto lo scorso anno con la Conference”.
Qualcuno sostiene che dopo la Conference la Roma si è seduta, è diventata meno cattiva. Ti ritrovi in queste affermazioni? “No, penso che solo a livello realizzativo magari in qualcosa siamo mancati però anche la dimostrazione di come abbiamo rimontato domenica sia la prova di quanto questa squadra ci creda sempre fino all’ultimo. Non è la prima partita dove rimontiamo, questo è un aspetto a nostro favore. Dobbiamo ovviamente migliorare in alcune cose, come concretizzare le occasioni che creiamo. Ma siamo una squadra forte che non molla mai”.
Questa capacità di rimonta, è qualcosa che state allenando o che fa parte del DNA della squadra? “Penso che sia una questione di mentalità. In questo il mister è molto bravo. Ha innescato in noi la mentalità di non mollare mai, di arrivare primi su ogni pallone. È un nostro punto a favore. Quello in cui dobbiamo migliorare è sicuramente in zona realizzativa. Siamo contenti che anche Tammy si sia sbloccato domenica, per cui speriamo che possa essere per lui svolta per continuare a fare tanti gol”.
Hai condiviso in passato il ruolo di Abraham, lo vedi sbloccato? Come lo percepisci? “Io mi auguro che possa essere così. Anche l'anno scorso è partito piano e poi si è sbloccato e abbiamo visto tutti quello che è stato capace di fare. Mi auguro che possa fare lo stesso adesso nel girone di ritorno, ma l’abbiamo visto anche prima di far gol quanto è stato importante in fase difensiva. Gli attaccanti devono essere anche importanti in quello, nella fase di pressing e difensiva e lui ci ha salvato all’ultimo minuto”.
Parlavi prima dei trofei. Il quarto posto è lo Scudetto della Roma? “È un nostro obiettivo sicuramente. Siamo lì a tre punti per cui abbiamo in dovere di provarci e di non mollare le squadre sopra di noi. Bisogna pensare sempre di partita in partita e vediamo poi alla fine dove saremo”.
La corsa è sull’Inter? “La corsa è sempre sulla quarta. Adesso siamo lì dietro e ora l’obiettivo è quello di vincere più partite possibile. Abbiamo la consapevolezza che possiamo farcela”.
Hai compiuto da poco 30 anni, gli anni della maturità. Ti senti maturo professionalmente? “Mi sento tanto cresciuto. Soprattutto in questo ambiente, in questa Roma. Il mio obiettivo è quello di fare sempre meglio. Il rinnovo non è una cosa alla quale penso adesso nell’immediato, ma il mio obiettivo è quello di rimanere perché penso di poter ancora dare molto a questa società”.
Ti abbiamo in una nuova veste tattica, anche a tutta fascia e ti abbiamo visto anche segnare. Come stai vivendo questa metamorfosi in campo? “È un ruolo al quale mi sto adattando e che non ho mai fatto, forse poche volte con Conte quando giocavo a cinque. Però da un anno e mezzo è un ruolo che sto ricoprendo sempre. Ma come ho sempre detto, io sono a disposizione e in una grande squadra bisogna anche sapersi adattare. Fa parte della maturità di un calciatore. Ovviamente a livello realizzativo i numeri poi sono minori rispetto a prima, ma queste sono le richieste del mister e bisogna sempre fare il proprio meglio e mettersi a disposizione”.
Lo senti tuo questo cambiamento? “Il ruolo che preferisco, ho sempre detto, è l’esterno d’attacco però l’esterno a tutta fascia è un ruolo che posso ricoprire. L’ho fatto anche segnando e sono a disposizione”.
A proposito di compagni, come vedi Zaniolo? Anche in chiave Nazionale. “Credo che Nicolò abbia ancora tanti margini di miglioramento. È un giocatore centrale per noi soprattutto per la Nazionale. Viene da due anni di infortuni e deve ricercare quella lucidità in più anche sotto porta. Mi auguro che possa ritrovarla il prima possibile, anche in fase realizzativa e aiutare sia la squadra che la Nazionale. Può diventare molto più forte. In allenamento mette sempre grande impegno e serietà. Ci sono tutti i presupposti perché possa diventare ancora più forte".
Ti sei allenato con grandissimi tecnici, in che cosa ti sta segnando Mourinho? “Lui a livello di mentalità è un grandissimo allenatore e comunicatore. Parla con tutti allo stesso modo e sicuramente è la sua più grande forza. Ha vinto tanto, il suo palmares parla per lui. È un vincente, dobbiamo seguirlo in tutto e per tutto, perché può farci fare quel salto in più”.
Si parla della sua permanenza a Roma. C’è ancora tanto da fare insieme? “Sì, noi lo ammiriamo anche per come prepara gli allenamenti, l’intensità, la voglia che ha di raggiungere gli obiettivi. Così come ha fatto lo scorso anno con la Conference. Questo ci fa capire quanto tiene alla Roma e a far bene qui. Non abbiamo mai parlato di altre squadre o di altre Nazionali per lui”.
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