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Roma, due anni di “possibili” allenatori

(di Mirko Porcari) – Tutto ? partito da un poker da fantacalcio, quattro allenatori capaci di accendere la fantasia dei tifosi durante i primi vagiti della gestione americana:

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(di Mirko Porcari) - Tutto ? partito da un poker da fantacalcio, quattro allenatori capaci di accendere la fantasia dei tifosi durante i primi vagiti della gestione americana: via Montella, erano tempi in cui si parlava di Jos? Mourinho, Pep Guardiola, Carlo Ancelotti e Villas Boas, citati senza un ordine preciso ma tutti (in modi e maniere differenti) al centro di un progetto destinato a vincere nell'immediato e nel futuro.

Tralasciando i nomi (da Buffon a Drogba, passando per la crema dei talenti mondiali) che accompagnavano candidature di tale portata, il ridimensionamento ? partito quasi subito: nell'euforia generale i vertici giallorossi hanno provveduto ad allontanare ipotesi troppo onerosi per le casse societarie, piantando i piedi su una realt? pi? concreta: dal fascino dello ?Special One? al pragmatismo casareccio di Stefano Pioli, una staffetta intervallata da nomi spesso poco conosciuti.

Ecco che il mondo romanista ha cominciato a prendere confidenza con i vari Pellegrini (Valencia), Bielsa, Unai Emery e Jurgen Klopp, una lista che si ? arricchita a scadenza quotidiana, inserendo o eliminando allenatori senza colpo ferire.

L'Italia, comunque, ha sempre offerto il maggior numero di alternative: quando Luis Enrique ha lasciato intendere di voler gettare la spugna, ? sembrato naturale per Baldini e co. il ricorso all'usato sicuro, quel Montella da sempre nell'orbita romanista ma ripudiato al momento dell'insediamento a stelle e strisce.

La ?tarantella? estiva con l'aeroplanino ha riempito le pagine dei giornali ed i colpi di scena intorno alla vicenda hanno calamitato l'attenzione degli innamorati di Roma: il mancato accordo ? stata una doccia fredda che ha costretto l'establishment capitolino a ripianificare in corsa l'anno venturo.

Zeman, ?l'euforico sbaglio? tanto per citare Sabatini, ha dato l'immediata impressione di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato: qualcosa di pi? che una semplice garanzia di calcio spettacolo, un parafulmine che ? durato un semestre soltanto.

Il peccato originale, quella ?voglia di stupire? a tutti i costi, ha portato ad un fallimento bis dopo la disastrosa gestione di Luis Enrique: inutile andare a scavare sui mille motivi del buio zemaniano, la caccia al sostituto ? cominciata prima ancora del suo addio ufficiale.

Ecco di nuovo in lizza Delio Rossi, Walter Mazzarri e Roberto Mancini, tutti nomi poco graditi alla piazza, mentre i pi? nostalgici provano ad ipotizzare ritorni romantici come quello di Luciano Spalletti e Fabio Capello, senza dimenticare la comparsata di Cesare Prandelli.

Morale della favola, Aurelio Andreazzoli. Su di lui ricade la scelta per una condotta senza troppi traumi: c'? da salvare una stagione e pianificare il terzo anno, un'impresa da ?cesellare? senza il minimo errore. Si moltiplicano i sondaggi sull'opportunit? di dare fiducia al normalizzatore toscano: tra pro e contro non mancano le solite voci sul futuribile condottiero, con Max Allegri in pole su tutti i quotidiani sportivi, ennesimo papabile in una lista sempre pi? lunga.

Il 2013 ha portato affascinanti ?new entry?, a cominciare da Christian Panucci e Antonio Carlos Zago, pezzi di storia in campo pronti (?) a dare una mano alla causa romanista: difficile che possano esserci ribaltoni poco ponderati ma la sensazione ? che la decisione sul prossimo allenatore della Roma sia tutt'altro che di facile soluzione. E siamo ad aprile.