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Roma, De Sisti: “Mourinho un condottiero, ha fatto tornare la voglia di tifare”

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L'ex calciatore è tornato a parlare della società giallorossa: "Un trionfo in Conference League darebbe grande risalto alla stagione"

Redazione

Giancarlo, o meglio Picchio, De Sisti ha rilasciato un'intervista al sito Footballnews24 nella quale ha parlato sia della Roma che della Fiorentina, le sue due squadre del cuore che si sono affrontate lunedì scorso: "I tifosi si sono identificati fortemente nella figura di condottiero di Mourinho e sembra quasi che a Roma sia tornata la voglia di tifare. La sua squadra non ha sempre giocato al meglio, ma un eventuale trionfo in Conference League darebbe grande risalto alla stagione dei giallorossi”. L'ex centrocampista giallorosso ha poi parlato della sua esperienza sotto la guida del Barone Liedholm: “Secondo Nils Liedholm e Bruno Pesaola io ero un giocatore molto abile nel leggere la partita, per questo motivo mi avevano autorizzato a dare indicazioni tattiche ai miei compagni durante la gara, modificandone anche le posizioni in campo. Liedholm in particolare pensava che questo fosse il modo migliore per far arrivare le sue indicazioni a tutti dato che, nel marasma generale dell’incontro, spesso le istruzioni dell’allenatore possono non essere recepite dai giocatori. Questo mi rese molto orgoglioso, visto che anche due allenatori del loro calibro mi avevano riconosciuto questa dote, e mi permise di identificarmi sin da subito nel ruolo dell’allenatore “. De Sisti ha poi proseguito parlando della sua esperienza in giallorosso non più come giocatore ma come osservatore, ruolo affidatogli dall'allora neo presidente Dino Viola: "Quando mi sono ritirato non volevo fare l’allenatore, perché non mi piaceva il fatto che chiunque potesse giudicare il mio lavoro. Tuttavia, non avendo io stesso una collocazione precisa nella Roma, mi proposero di fare l’assistente di Liedholm. Io avrei preferito fare l’istruttore professionista di giovani calciatori, feci anche l’apposito corso. Trovai pure l’accordo col presidente Gaetano Anzalone, poi però la proprietà passò nelle mani di Dino Viola, il quale voleva farmi allenare la squadra Primavera. Anche lì non ero convinto, perché la Primavera della Roma aveva un grande seguito di tifosi, mentre io preferivo insegnare il calcio a quelli ancora più giovani. Alla fine la Roma mi affidò l’incarico di osservatore “.