Cosa c’è che non va? Si chiedeva Vasco nel 1987. Oggi, nel 2022, una rockstar del calcio come Mourinho invita tutti a vedere invece “cosa va” nella Roma. In una squadra che viene da 10 risultati utili consecutivi e che rimpiange i rigori sbagliati contro la Juve in una corsa al quarto posto che resta possibile (ma difficile). In effetti sono tante le cose che vanno oggi nella squadra dello Special One per non doversi occupare solo dei casi Zaniolo e Veretout. Funziona ora la Roma plasmata dal portoghese al netto di un piano di rafforzamento sul mercato che deve comunque essere attuato per mettersi al pari delle migliori che oggi si giocano ben più del quinto posto.
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Roma, dalla difesa a Zalewski e Abraham: il lato positivo di Mou ora fa notizia
Ieri il tecnico ha invitato a vedere cosa funziona nella Roma. E gli spunti non mancano. Oltre Zaniolo e Veretout c'è altro
La personalità di Patricio e la continuità di Smalling: la difesa è di ferro
Il miglior attacco è la difesa. Nel calcio spesso bisogna invertire il proverbio, soprattutto nel nostro campionato. Non è un caso che da quando la Roma subisce meno gol accumula più punti. Rui Patricio è oggi il portiere con più clean sheet in Italia (13) insieme ad Handanovic. Merito del portiere portoghese voluto da Mou ma anche degli automatismi trovati da tutta la squadra. A partire dal pacchetto difensivo. Smalling ha giocato dal primo minuto ben 17 delle ultime 19 partite di campionato. Così tanto non aveva giocato nemmeno nel suo primo anno romano. Una continuità anche di rendimento del gigante inglese che ha visto la crescita pure di Kumbulla e (in parte) Ibanez. L’assetto a tre non fa impazzire Mou ma con la rosa a disposizione sta dando ottimi risultati. Negli ultimi 3 mesi la Roma ha incassato solo 7 gol in 10 partite. Sei di questi sono arrivati in tre partite con Verona, Sassuolo e Empoli mentre nelle ultime cinque si conta solo la rete di Molina a Udine. Una crescita che deriva pure dal lavoro di Cristante e Oliveira a centrocampo e dal lavoro degli esterni Karsdorp e Zalewski.
I ragazzini Zalewski e Bove: chi merita, gioca
“Non parlano di Zalewski che sta qui da 9 anni o da Bove che sta qui da dieci”. La critica di Mou alla stampa è forse un po’ severa, ma è anche un modo per dare risalto a quei giovani cresciuti dal portoghese senza grilli per la testa. E’ innegabile che lo Special One in carriera abbia dato ampio spazio ai giovani talenti: da Balotelli a Casemiro passando per McTominay e Morata. Se lo meriti, giochi. A prescindere dall’età. Chiedere appunto al polacco di Tivoli che da un mese si è preso la fascia sinistra sbattendo in panchina gente più esperta come Vina o El Shaarawy. Se si esclude la mezz’ora di Udine, Zalewski è risultato spesso tra i migliori in campo. Ha avuto meno chance ma le ha sfruttate sempre bene Edoardo Bove, oggi considerato il primo cambio di centrocampo e autore di un gol importante col Verona. Così come Volpato o Felix Afena-Gyan a Genova. Il ghanese è diventato una sorta di idolo in patria e sarà al Mondiale. Beato lui.
Abraham e Pellegrini: numeri da record
Solo difesa? No, funziona anche qualcosa davanti. Non tutto come ha sarcasticamente ricordato anche Mou facendo la conta dei gol della maggior parte delle punte della Roma. Fa eccezione Tammy Abraham a un gol dal record di Volk come miglior bomber al primo anno in giallorosso. Il numero 9 è il fiore all’occhiello di un’annata di transizione. Chi lo ha voluto? Indovinate. C’era già ed è stato esaltato a inizio stagione, invece, Lorenzo Pellegrini. Il capitano non gode dell’appoggio della critica tutta come Abraham ma può vantare il suo personale record di gol in serie A: otto. Ne basta uno per superare anche quello complessivo (11). Il reparto offensivo ora gode anche di gol su azione, roba vista poco nell’inverno romanista. Buona parte del merito va a Mkhitaryan che, una volta tornato sulla trequarti, ha regalato classe ed imprevedibilità al reparto.
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