Il bomber in Giallo. Per fortuna in giallorosso e si spera a lungo. Ma se c’è un giocatore che in questi anni è stato al centro di enigmi di mercato, voci e smentite questo è Edin Dzeko. Il bosniaco, capitano dopo l’arrivederci di Florenzi, oggi è stato protagonista assoluto di una delle tante giornate strane in questa maledetta quarantena. In mattinata, infatti, molti media hanno riportato la notizia di una richiesta di riduzione dello stipendio da parte della Roma nei confronti dell’attaccante che guadagna 7,5 milioni netti con contratto in scadenza nel 2022. Un peso troppo grande sulle spalle di un club in sofferenza come la Roma che ha chiuso la semestrale a -87 milioni e di conseguenza chiuderà l’esercizio finanziario con un rosso di molto superiore ai 100 milioni, causa crollo dei ricavi imposti dalla sospensione del campionato. A Dzeko sarebbero quindi state proposte 3 strade: la riduzione dello stipendio, la spalmatura o l’addio prematuro. Dopo qualche ora, però, ecco la nota all’Ansa del club che smentisce tutto: "L'AS Roma è estremamente soddisfatta di come Edin stia interpretando il ruolo di capitano, ancora di più in un momento così delicato. Non c'è nessuna strategia in atto per cambiare il suo futuro, che è nella Roma, né il club ha pensato di rivedere i propri accordi con il calciatore". Inoltre, la società precisa "che le notizie in merito ad altri rinnovi di contratto, pubblicate da alcuni organi di stampa nei giorni precedenti, sono del tutto prive di fondamento”. Tutto chiuso? Forse. Perché come detto con Dzeko mai niente è da dare per scontato. Si tratterebbe, infatti, del terzo “quasi addio” del gigante.
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Roma, dal Chelsea a Petrachi: con Dzeko il giallo non passa mai di moda
Dopo le polemiche dei giorni scorsi, ancora una volta l'attaccante al centro di voci di mercato. Che i giallorossi hanno smentito
CHELSEA O NON CHELSEA? - Siamo a metà gennaio, è l’anno 2018. Pare un’eternità. Ma nessuno ha dimenticato la densa trattativa tra Roma e Chelsea durata meno di 15 giorni. La telenovela si apre il 18 gennaio. "Dzeko se ne va al Chelsea con Emerson Palmieri”, è il titolo di tanti giornali. Conte lo voleva a tutti i costi nella sua squadra esponendosi anche a livello mediatico. L’offerta era da capogiro: 50 milioni + Batshuayi per la coppia Emerson Palmieri-Dzeko. La Roma non ci ha pensato un attimo (così si dice almeno), e poi ha passato la palla ad Edin. In quei giorni di attesa il rendimento di Dzeko in campionato è crollato tanto da spingere Di Francesco a tenerlo fuori. L’aut-aut che arriva dall’ex ad Gandini è emblematico: “Bisogna essere in tre per trovare un accordo, compreso chi gira intorno al giocatore”. E intorno al giocatore gira giustamente anche la famiglia con la moglie Amra che spinge per restare in Italia. Poi a sorpresa il gol alla Sampdoria e l’aria sembra cambiata. Dzeko dice no al Chelsea, vuole la Roma. “Non prendiamo in considerazione offerte per lui”, dice Monchi. Così il 31 gennaio solo Emerson va al Chelsea. Grazie ad Amra. Anche se la Roma smentirà di aver voluto trovare un accordo con il club di Londra anche per l’ex City. La stagione sarà trionfale con la semifinale di Champions e l’amore ritrovato tra Edin e i tfosi. Primo giallo, in Blues.
ANCORA CONTE - Il tecnico salentino non molla Dzeko nemmeno un anno dopo. E’ l’estate del suo arrivo all’Inter, quella appena passata. Conte nella lista dei desideri consegnata a Marotta sottolinea bene il nome del bosniaco. Stavolta troppe resistenze da parte di Dzeko non sembrano esserci anche perché la Roma è fuori dalla Champions e l’offerta contrattuale dell’Inter sembra decisamente più appetitosa. Stavolta ci siamo, l’addio pare scontato. Edin spinge per andare e la Roma va alla ricerca di un altro attaccante con Higuain come primo nome. E intanto tratta con l’Inter che si sente troppo sicura e spara basso rispetto alle richieste della Roma. Ne nasce un lungo braccio di ferro fino alla svolta improvvisa. Petrachi e Fonseca convincono Dzeko a restare offrendogli il ruolo assoluto di leader e un triennale da 7,5 milioni. Conte riceve un’altra porta in faccia, ma si consola con Lukaku e Sanchez. Il cigno di Saravejo con la fascia da capitano e il ritrovato amore di una città che ormai sente sua e dove nascerà anche il terzo figlio. Il giallo nel giallo lo scrive Petrachi con una gaffe che porta la Figc ad aprire un’indagine. “Quando a maggio sentii l’Inter per Dzeko”, si lascia scappare il ds. Che a maggio però era ancora un dirigente del Torino. L’inchiesta sarà archiviata, ma il giallo resta.
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