A Roma è sbarcato in un freddo gennaio del 2016 e ci è tornato sempre d'inverno dopo due anni di tristezza in Cina. Stephan El Shaarawy pur non essendo nato a Piramide, è il Faraone più amato di Roma. E da oggi è anche il capitano della squadra giallorossa in virtù delle nuove regole di Gasperini: "La fascia la indossa chi ha più presenze". Il calcolo è facile: Stephan è il primo della rosa con 320 presenze davanti a Cristante (318) e Pellegrini (316). Contro il Bologna alla prima di campionato, quindi, sarebbe lui il capitano a patto che parta titolare. Un riconoscimento importante per un giocatore che è diventato romano e romanista col passare degli anni. Di fatto un'inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni quando il capitano della Roma è stato (quasi) sempre un romano. Difficile d'altronde obiettare su Giannini, Totti o De Rossi. Ma non è stato sempre così.

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Roma, da Losi, Masetti e Aldair a Dzeko-El Shaarawy: quando il capitano non è romano
Già nel 2019, infatti, la fascia passò da Florenzi a Dzeko. Una scelta interna con poche obiezioni vista la popolarità ai minimi termini dell'esterno di Vitinia. Per qualche mese il bosniaco ebbe la meglio per mantenere la fascia anche nella stagione successiva. Diverso il passaggio di consegne da Giannini ai successori. All'epoca, infatti, Totti era solo un ragazzino. E quella fascia così pesante andò prima sul braccio di Carboni e Balbo poi su quello di Aldair. Il brasiliano è lo straniero con più presenze nella storia romanista ma dopo un paio di stagioni decise di lasciare la fascia proprio a Totti nonostante la giovane età. Un gesto di intelligenza estrema da parte di un campione acclarato come Alda. Poi è stato un dominio romano: Totti per 19 anni, De Rossi per uno, Florenzi per due e Pellegrini per cinque. Prima di loro l'emblema del capitano erano stati Agostino Di Bartolomei e Giuseppe Giannini, e quindi tradizione e personalità con la parentesi per tre stagioni di Carletto Ancelotti. Ma prima? I due simboli del dopo Testaccio sono due giocatori che a Roma ci hanno vissuto per anni ma non ci sono nati: Giacomino Losi (9 stagioni) e Sergio Santarini (4). In mezzo tani stranieri: Cordova, Del Sol, Peirò, Ghiggia. Per ritrovare la tradizione romana bisogna fare un salto indietro, agli anni tra il 1943 e il 1948 quando la fascia era di un certo Amedeo Amadei: 100 partite da capitano. Prima di lui solo altri tre capitani: i leggendari Bernardini e Ferraris IV e il portierone Guido Masetti che però era nato a Verona. Il passaggio tra Ferraris e Bernardini è storico. "A Fu', tu sei er mejo: er capitano fallo tu. E poi a me me rompe pure li cojoni"...", disse il primo al secondo. Più romano di così.
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