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Roma: da Bartelt a Borriello, bluff e colpi dell'ultim'ora

(di Alessio Nardo) Più emozionante di una finale, più coinvolgente di un big-match. Cos’è? Semplice: il 31 agosto, ultimo giorno del calciomercato estivo, utile ai club per sparare le ultime cartucce a disposizione.

Redazione

(di Alessio Nardo) Più emozionante di una finale, più coinvolgente di un big-match. Cos'è? Semplice: il 31 agosto, ultimo giorno del calciomercato estivo, utile ai club per sparare le ultime cartucce a disposizione.

Ore pazze e frenetiche, con l'Atahotel Executive di Milano unica meta disponibile per chi deve infilare nel "box" il prezioso contratto last minute. Countdown spietato, alle 19 si chiude. O si fa in tempo, o si resta a mani vuote. E i tifosi? In costante attesa di notizie e sorprese positive. Che a volte arrivano, altre no. La Roma, da sempre, è un'assidua protagonista degli "sgoccioli" di mercato e anche quest'anno, col neo ds Walter Sabatini in prima linea, sta tentando di completare il proprio mosaico al fotofinish. Il difensore, i centrocampisti, forse (chissà...) un'altra punta. Non resta che attendere l'ora X, le sette della sera, ed avremo finalmente sotto gli occhi la rosa definitiva agli ordini di Luis Enrique. Dopo tre mesi di chiacchiere, trattative, ipotesi e controipotesi.

Ripercorriamo il passato recente. Tanti i colpi giallorossi in extremis, più o meno riusciti. Partiamo dall'estate 1998, vigilia della seconda stagione targata Zdenek Zeman. C'è una maglia numero nove, orfana di Abel Balbo, da riempire con un grande acquisto. Batistuta è un sogno (avveratosi due anni dopo), Franco Sensi punta su un altro argentino: Gustavo Javier Bartelt, classe 1974, gioiellino prelevato dal Lanus per 13 milioni di euro. Una scommessa fallimentare: 15 presenze in due stagioni e zero gol. Tre anni più tardi, nel 2001, il mercato vive un'insolita parentesi d'inizio settembre e al triplice fischio (esattamente martedì 11, giorno dei drammatici attentati al World Trade Center di New Tork) la Roma acquista dal Monaco il 28enne terzino destro Christian Panucci, uomo fidatissimo di Fabio Capello. "El Grinta" diventerà una colonna giallorossa, restando a Trigoria per otto anni (sino al giugno 2009) e conquistando due Coppe Italia ed una Supercoppa Italiana durante la gestione Spalletti.

Nel 2003 il colpaccio dell'ultim'ora è "doppio": la Roma, oltre a risolvere le improvvise grane burocratiche relative all'acquisto di Chivu dall'Ajax (già ratificato due mesi prima) si assicura il centravanti norvegese John Alieu Carew in prestito con diritto di riscatto dal Valencia. 6 gol in 20 presenze ed un ottimo ricordo lasciato ai tifosi, prima del passaggio in Turchia, al Besiktas. Altro giro, altro centravanti. Il ds Franco Baldini, il 31 agosto 2004, porta a termine la peggior operazione del suo quinquennio romanista: Ahmed Hossam Mido, 21enne punta egiziana acquistata per 6 milioni di euro dall'Olympique Marsiglia. Il "Faraone" approda con l'etichetta di alter ego del neojuventino Ibrahimovic, ma si rivela un flop totale: 8 presenze, zero reti e l'imminente addio a gennaio, direzione Tottenham. Il gong del mercato 2005 vede invece protagonisti i portieri: Pradé, ds nuovo di zecca, ingaggia in un sol colpo il greco Dmitrios Eleftheropoulos dal Siena (autentica meteora romanista) e dalla Juventude il semisconosciuto brasiliano Doni Alexandre Marangon, divenuto poi titolare dei pali giallorossi per circa sei stagioni. Doppio affare anche nel 2006, con risultanze assai differenti: il 31 agosto sbarcano a Trigoria il difensore costaricano Gilberto Martinez Vidal e l'attaccante montenegrino Mirko Vucinic, prelevati in prestito rispettivamente da Brescia e Lecce. Il primo non scenderà mai in campo con la maglia della Roma a causa di un lungo e problematico infortunio al ginocchio; il secondo (riscattato definitivamente nel 2008 per 22 milioni di euro) lascerà in eredità 46 gol in 147 partite di campionato, trasferendosi alla Juventus nel 2011.

Nel 2007 i due colpi last minute riguardano le fasce difensive: dai portoghesi del Paços Ferreira arriva l'oggetto misterioso Vitorino Gabriel Pacheco Antunes (in prestito per 300.000 euro), e dal Real Madrid sbarca con furore Cicero Joao de Cezare, in arte Cicinho, pagato ben 9 milioni e rivelatosi sul campo una sostanziale delusione. Così come Jeremy Ménez, acquistato il 28 agosto 2008 dal Monaco per 10,5 milioni. Gran talento, tante promesse, pochi fatti: 12 gol in tre anni (coppe comprese) e il recente addio destinazione Parigi. E le ultime due estati? Caratterizzate da colpi e risvolti completamente diversi: il 31 agosto 2009, con un traumatico avvio in campionato alle spalle (zero punti in due partite) e Spalletti in procinto di dimettersi, la Roma va a caccia del colpaccio, ritrovandosi in mano la strana coppia: Bogdan Lobont-Fabio Zamblera. Un convalescente portiere romeno svincolato ed un baby centravanti proveniente dal Newcastle in prestito. Luciano da Certaldo saluta sbattendo la porta, arriva Ranieri e la Roma sfiora lo scudetto. Il 31 agosto 2011, Rosella Sensi chiude invece il mercato ottenento dall'"amico" Adriano Galliani l'inatteso prestito del forte centravanti Marco Borriello. In città scoppia l'entusiasmo, si punta decisi al tricolore. Ma la classifica finale è severa giudice: sesto posto, un fallimento. Morale della favola? La giostra del mercato diverte, appassiona e condiziona gli umori. I responsi del campo, poi, sono tutta un'altra cosa.