Domani partirà l'avventura della Roma in Conference League. Dopo l'allenamento di rifinitura di questa mattina, José Mourinho e Stephan El Shaarawy risponderanno alle domande dei cronisti in conferenza stampa.
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Mourinho: “Cinque partite non sono cinquanta, non andiamo fuori di testa”
Lo Special One presenta la partita di Conference League con i bulgari del Cska Sofia
Sono arrivate cinque vittorie di fila, c'è tanta attesa. Come sta la squadra e come si fa a mantenere alta l'attenzione? Cinque vittorie non sono cinquanta, nello stesso modo in cui ho detto che in campionato tre vittorie non sono trenta. Non c’è ragione per essere ultra ottimista o ultra positivo. Però i risultati positivi sono ovviamente importanti, aiutano il processo per sviluppare la squadra, la gente e i tifosi sono felici ma anche loro devono essere equilibrati, nel senso che devono capire che questo è un processo iniziato appena due mesi fa. L'evoluzione si sente, rimaniamo sempre tranquilli. Il fatto che lo stadio ogni volta sia pieno è bello e magari può spinge le autorità a capire che c'è una voglia tremenda da parte della gente, non solo la nostra, ma tutti i tifosi e tutte le persone d'Italia aspettano la normalità. Vogliamo mantenere alta l’intensità, dobbiamo mantenere queste caratteristiche che devono essere permanenti. Dico sempre ai giocatori che tutto quello che è sotto al 100% non è niente. Contro il Sassuolo poteva finire 2-1 per loro, anche in quel caso però il loro spirito, la nostra ambizione e la nostra empatia con i tifosi non può essere negoziabile, è una caratteristica che vogliamo avere sempre anche dopo una sconfitta. Siamo in costruzione. Se farò cambi nella squadra? Ovviamente sì, non andrò a giocare con la stessa squadra che ha giocato nell'ultima la partita, qualche cambio si farò però l’importante è mantenere una struttura perché è importante per noi ottenere un risultato positivo in una competizione dove vogliamo andare avanti passo dopo passo e il passo è vincere il girone.
Come si gestisce un giocatore come Zaniolo per fargli trovare la continuità? Gioca lui o Carles Perez domani? I giocatori non sanno ancora chi gioca, se Carles o Nicolò lo sanno non ho problemi a dirlo ma in questo momento non lo sanno neanche loro. Con Zaniolo bisogna trovare un equilibrio tranquillo, senza che senta alcun tipo di pressione. Sta bene, l’infortunio e le sensazioni negative sono passate, l’altro giorno era stanco, io capisco quando i giocatori vanno in nazionale se non giocano non si allenano tanto. Se un giocatore va in nazionale e non gioca di solito torna al ribasso delle sue capacità e della condizione fisica rispetto a quando ha lasciato il club. Non è stato solo per Zaniolo ma anche per altri giocatori, ha giocato settanta minuti e se sta bene giocherà domani. Non voglio stare ogni conferenza stampa a parlare delle condizioni di Nicolò perché è un giocatore che sta al 100%, l'infortunio è passato anche dal punto di vista psicologico e per lui è importante dimenticarlo.
Come si gestiscono i giocatori che giocano di meno? Il fatto di poter essere il primo allenatore a vincere tutte e tre le competizioni è una motivazione in più per lei? I giocatori sono intelligenti, capiscono le cose. Il giocatore se in un determinato momento non sta giocando sempre da titolare capisce. I giocatori sono intelligenti, loro capiscono, guardano noi e solo con il modo in cui parliamo, agiamo o facciamo commenti capiscono tutto anche senza troppe parole. El Shaarawy capisce perfettamente che per me è un giocatore importante, per me è un titolare. Per me i titolari non sono solo undici perché questa situazione di iniziare in campo dalla panchina cambia, io non ho mai avuto una squadra che ha iniziato la stagione e finito la stagione. La stagione non è un'autostrada, c'è un po' di strada tortuosa. Con i giocatori è lo stesso, è molto difficile per un giocatore iniziare la stagione e finire la stagione da titolare, i giocatori devono capire che senza di loro siamo morti, non possiamo fare niente con dieci o undici, Stephan è intelligente, ha esperienza nel calcio, capisce che è un giocatore importante per me, le sue caratteristiche mi piacciono tanto, sa che quando abbiamo iniziato la stagione lui doveva percorrere un percorso per riprendere la sua miglior forma. Il talento c'era ma la sua forma e l'intensità le aveva perse un po' tra Cina, infortunio e il ritorno a Roma. Ora è in crescita, come se fosse un ragazzino. Prima del Sassuolo abbiamo parlato un po' e gli avevo detto che sarebbe stato titolare contro il CSKA, in più gli ho detto che lo considero un titolare. Ha iniziato in panchina ma è un titolare. Tutti i giocatori sono più responsabili di me sul fattore spogliatoio per renderlo più unito. Gente che sa i diversi ruoli, gente che sa che deve rispettare la decisione dell'allenatore. Questo è un gruppo che lavora molto bene, sento la missione come leader molto facile per questo. Conference? Come assistente ho vinto una coppa che non esiste più (Coppa delle Coppe 1997), ho avuto la fortuna di vincerla con il Barcellona. Non mi piacerebbe essere l’unico a vincerla, non è un mio obiettivo. In questo momento siamo ancora lontanissimo a vincere questa competizione, però cercheremo di farlo. Siamo alla prima partita e ne mancano tante, non voglio essere bugiardo di nuovo, mi interessa questa competizione e il primo passo sarà vincere il girone. Nessun giocatore resterà a casa o riposerà, siamo tutti lì, è un progetto collettivo. Come squadra dobbiamo aiutare tutti.
Negli anni scorsi in campionato la Roma non è andata bene, al contrario dei percorsi in Coppa. C’è un motivo? È obiettivo dire che in Europa League la squadra abbia fatto bene. La sconfitta con lo United è stata pesante ma il Manchester è una squadra con un potere diverso e la Roma è arrivata lì in un momento difficile per la squadra. Si può dire che abbia fatto bene in Europa League. Squadra più adatta alla fase eliminatoria? Non lo so. Il campionato è importante per noi, è più importante della Conference League. Però voglio che la squadra abbia una mentalità da 'la prossima partita è quella più importante'. Se un giorno si gioca la Coppa Italia è quella partita che diventa la più importante, è sempre così che ho fatto. Anche in Inghilterra con quattro competizioni. Voglio che la squadra sia pronta per tutte le competizioni. Abbiamo qualche limitazione sulla rosa, dobbiamo fare qualche tipo di opzione, per esempio domani giocherà Calafiori al posto di Vina. E' normale che io debba fare questo tipo di cambio, però in questo momento non devo pensare al campionato ma alla partita di domani.
Si aspettava i tanti tifosi ieri sera? No però è bello ed è importante per noi e per i giocatori, soprattutto per chi arriva per la prima volta in Italia come Vina e Tammy. E' importante per loro capire dove sono. Ringrazio i tifosi per questo, l’empatia creata fra di noi e con loro è molto importante. Però noi dobbiamo avere esperienza e tranquillità, restare tranquilli perché dobbiamo ancora migliorare tanto. Oggi abbiamo avuto la riunione post Sassuolo e abbiamo trovato degli errori individuali e collettivi, dei principi di gioco che abbiamo migliorato e altri che abbiamo peggiorato. Siamo in lavoro costante. Se i tifosi anche capiranno che stiamo migliorando sarà sicuramente un più. Sono assolutamente convinto che anche senza il gol magico di El Shaarawy la gente sarebbe andata a casa con il senso che la squadra lavora, è unita e dà comunque tutto in campo.
Come stanno i quattro centrali di difesa e come valuta Kumbulla? Se gioca Kumbulla e non gioca Mancini mi chiedi qual è il problema con Mancini. Se non gioca Smalling mi dici che ho un problema con Smalling che viene da Manchester. Sono quattro è un numero giusto, cinque è troppo. Quello che posso dire è che sono contento dei difensori che abbiamo. Hanno caratteristiche diverse, età diverse, punti di forza diversi, punti meno forti diversi. Sono contento con i quattro. Se mi chiedi se domani cambio entrambi ti dico di no, non li cambierò tutti e due.
Avete iniziato bene in campionato, cosa chiede alla squadra per migliorare il proprio gioco e cosa si aspetta dalla partita di domani? Non siamo una squadra perfetta, c’è ancora molto su cui lavorare. Abbiamo vinto cinque partite ma abbiamo commesso sempre qualche errore. Su questi errori dobbiamo lavorare quotidianamente ogni giorno. Siamo una squadra umile, dobbiamo continuare ad esserlo. Consapevole dei propri problemi e che sa quello che deve fare. Per quanto riguarda la partita di domani non è una gara con le stesse pressione di una ad eliminazione diretta come quella contro il Trabzonspor, ci sono altre gare del girone con lo spazio di poter perdere punti ma comunque qualificandoci. Il nostro obiettivo è quello di qualificarsi velocemente ottenendo il primo posto. Affrontiamo una squadra con cui la Roma nel recente passato ha già vinto ma anche perso, sappiamo di affrontare una squadra buona con dell'ottimo potenziale.
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