C’era un motto qualche mese fa, ma sembra una vita. Recitava: “I giocatori dell’Atalanta giocano bene solo a Bergamo, meglio non prenderli”. L’esplosione di Kessie al Milan la scorsa stagione aveva già incrinato questa credenza popolare. A Roma bisognava aspettare ancora un po’ anche se qualcuno (e che qualcuno) ci aveva avvisato per tempo. “Ne voglio altri cento di giocatori così perché anche se non è nato a Roma… ci mette l’anima, da romanista”. Parola di Daniele De Rossi, nel giorno forse più triste per lui. Quello dell’addio. “Cento Bryan Cristante?”, abbiamo pensato in tanti. Oggi scopriamo bene il valore di quella profezia. Il centrocampista sbattuto per mesi a fare il difensore è oggi uno degli elementi cardine della corazzata di Mourinho dopo essere stato protagonista (seppur non sempre dall’inizio) dell’Europeo vinto dall’Italia di Mancini. Chiaramente nel suo ruolo, quello da dove non solo può garantire maggiore equilibrio al reparto. Ma dal quale può spingersi a fronte alta verso la porta avversaria, proprio come ai tempi dell’Atalanta quando chiuse una stagione con 12 gol tra campionato e coppe.
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Roma, cento come Cristante. La rinascita di Bryan tra gol, chilometri e rinnovo
Dopo una stagione sacrificato in difesa, il numero 4 della Roma è diventato uno dei cardini tecnici e fisici di Mourinho
Gol, chilometri e presenze: Cristante è il totem di Mourinho
In questo primo assaggio di alba di stagione ne ha già segnati due. Entrambi pesantucci visto che il primo col Trabzonspor ha permesso alla Roma di mettere il timbro sui gironi di Conference, il secondo su schema di punizione col Sassuolo due giorni fa. Meno rumoroso di quello di El Shaarawy, ma comunque importante. Due reti quindi nelle prime 5 partite della stagione, praticamente ha eguagliato già il numero dello scorso anno e superato quello della stagione 19-20 (una). Al primo anno in giallorosso ne ha segnati quattro, c’è tempo. Inoltre quando Cristante segna non si piange mai. La Roma, infatti, non ha mai perso la partita, compresa quella d’andata col Manchester United la scorsa stagione. Imprescindibile tanto da essere il calciatore della Roma con più minuti giocati in stagione. Non solo. Bryan è anche il giocatore giallorosso che ha percorso più chilometri in campo tra cabina di regia e area avversaria: 11,61 (quarto posto in Serie A). Ai quali andrebbero aggiunti quelli in Nazionale e Conference League.
L’aria di Bergamo, insomma, non era l’elisir. Basti pensare che alle spalle di Pellegrini nel ruolo di capitano compaiono proprio Gianluca Mancini e lo stesso Cristante. Il momento d’oro del centrocampista coincide con l’età della piena maturità calcistica e con la nascita delle sue gemelle Victoria e Aurora. Il rinnovo potrebbe arrivare a breve, magari subito dopo quello del suo gemello azzurro Lorenzo Pellegrini. Un 2021 da incorniciare, un riscatto verso le critiche iniziali. Un ritorno al passato glorioso per il 26enne che ha sempre convinto i tecnici: da Di Francesco a Mourinho passando per Ranieri e Fonseca (nonostante la scelta di ruolo). Non convinceva ancora media e tifosi. Ma per lui vale lo stesso discorso di tanti suoi compagni: forse mancava solo la giusta guida. Ora si corre.
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