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Champions Impact, Baldissoni: “Rispettiamo il bilancio per vincere trofei” – FOTO

Il d.g. giallorosso: "Lo stadio cambierà la proposta di intrattenimento: vogliamo essere identificabili con la città di Roma. La partita col Barça un evento di incidenza mondiale". Il Chief Revenue Officer del Barcellona, Calvo: "Da noi meno...

Redazione

La giornata di Champions League inizia già dalla mattina. Alle 9.30 il direttore generale della Roma Mauro Baldissoni è intervenuto all'evento accademico "Champions Impact – L’impatto del calcio nella nostra società" presso la sede dell’Università LUISS Guido Carli. Insieme a lui anche il chief revenue officer del Barcellona, Francesco Calvo. Nell'incontro, promosso e ideato da ItaliaCamp, i due dirigenti hanno raccontato i modelli di gestione e organizzazione dei rispettivi club, concentrando l'attenzione su tre aspetti particolarmente importanti per la crescita e la sostenibilità del movimento calcistico che li supporta: giovani generazioni, tifosi e territorio.

CRONACA EVENTO

Ore 11.03 - La partita di questa sera tra Roma e Barcellona.

Baldissoni: "Avremo circa 65 mila persone allo stadio se escludiamo gli spazi di sicurezza. Non so quale sarà il numero di televisioni, ma sarà un evento di incidenza mondiale. Questa mattina è arrivato il presidente Pallotta con i giornalisti a seguito e questo dà l’idea dell’impatto che avrà questa partita".

Ore 10.53 - Il costo dei biglietti per vedere la Roma in trasferta di 99 euro.

Baldissoni: "Quando parlavo delle emozioni ho anche detto che sono molto costose e la parte tangibile si misura attraverso i costi".

Calvo: "Il costo del biglietto ha creato polemiche. Il Barcellona ha uno stadio di ampiezza di 100 mila persona e abbiamo 86 mila abbonati e per essere abbonato devi essere socio. Il prezzo medio abbonamento per la stagione è di 600 euro e comprende tutte le partite. I nostri ricavi da stadio sono inferiore rispetto a tutte le altre squadre europee. Noi teniamo dei prezzi bassi, poi applichiamo dei prezzi di mercato per i biglietti. Giusto o sbagliato è quello che facciamo e ci serve per competere".

Ore 10.50 - Come funziona la scelta di un main sponsor?

Baldissoni: "Una squadra di calcio non è uno scaffale in cui ogni marca può posizionarsi. Noi chiediamo condivisione di iniziative ed obiettivi. Abbiamo creato una struttura produttiva e di spessore, abbiamo una media factory della società che veicoliamo attraverso i nostri canali di comunicazione. Ai nostri partner commerciali chiediamo di condividere messaggi funzionali ai rispettivi target".

Ore 10.47 - Baldissoni: "Abbiamo circa 15 milioni di follower su tutti i social, il Barcellona ne ha 300 milioni. Nonostante tutta questa differenza un anno fa abbiamo ricevuta una telefonata dal signor Facebook che voleva dirci che il livello di accesso ai contenuti precedenti e successivi all’addio di Totti ha avuto un movimento tale da doppiare eventi come il centesimo gol di Messi. Questo è un indice per valutare l’impatto che una figura iconica può avere sull’impatto ambientale".

Ore 10.43 - Calvo: "Al Barcellona abbiamo la fortuna di avere dei grandi campioni cresciuti nel Barcellona che aiutano tutti i più giovani perché conoscono il peso e l’importanza del club. Questo ci aiuta moltissimo a dare un esempio agli atleti e ai giovani. L’impatto di un campione non è facile misurarlo, perché nessuno saprebbe rispondere se è Messi che ha fatto il Barcellona o è il Barcellona che ha fatto Messi".

Ore 10.35 - Baldissoni: "Ai ragazzi giovani a cui apriamo le porte abbiamo iniziato ad affiancare uno psicologo tutti i giorni perché vivono dentro al centro sportivo e lontano dalle famiglie. Inoltre vivono sotto pressione e in un ambiente competitivo che potrebbe incidere sulle loro personalità. L’obiettivo è quello della creazione del calciatore intelligente inteso con consapevolezza e cultura. Vogliamo dare un patrimonio di conoscenza che possa essere una base solida e una consapevolezza di ciò che si sta facendo ed è alla base del prendere decisioni giuste".

Ore 10.22 - Francesco Calvo: "Nel 1992 è iniziato questo lunghissimo ciclo con le Olimpiadi e la vittoria della prima Champions League. L’impatto che il turismo di Barcellona ha sul club è notevole, il 10% dei turisti che vengono in città passano per le nostre strutture. Il nostro museo è visitato dal 2,2 milioni di persone l’anno e genera un fatturato di 45 milioni di euro. La città e il club vivono in simbiosi. Le nostre logiche di business sono diverse dai club normali, perché non è facile trovare il consenso quotidiano. La presenza dei soci ha permesso al Barcellona di rimanere fedele a se stesso negli anni e non so se sarebbe successo con una esplosione economica avvenuta negli ultimi anni. Il Barcellona durante la dittatura di Franco ha rappresentato un orgoglio politico, al giorno d’oggi il Barcellona rappresenta il popolo e l’orgoglio catalano pur non volendo il club partecipare al dibattito politico. Tutti i giocatori catalani o stranieri sentono questo orgoglio".

Ore 10.15 - MauroBaldissoni: "Roma è una delle quattro città più conosciute nel mondo con New York, Parigi e Londra. New York ha orizzonti diversi rispetto al calcio, Londra ha diverse società di calcio ma nessuna identifica la città, Parigi ha il Psg ed è stata acquistata da un investitore straniero come è accaduto alla Roma perché sono due squadre che si identificano con la città. Tutti i reperti documentali della Roma hanno lo stesso riferimento: i colori della squadra sono gli stessi del Comune, quindi il Club dalla sua nascita ha un’identità fusa con la città. Diventare ambasciatore di una città vuol dire fare qualcosa di positivo per questa: tra queste cose c’è la volontà di completare il nuovo stadio della Roma. Un progetto del genere consentirà di cambiare la proposta di intrattenimento. Il nostro obiettivo è essere identificabili con la città di Roma".

Ore 10.05 - Parla il Chief Revenue Officer del Barcellona Francesco Calvo: "Il Barcellona ha una struttura societaria diversa da quella di ogni società sportiva del mondo. Non ha un proprietario ma 140 mila soci, quindi per motivi societari, di azionariato e politici il Barcellona rappresenta i suoi tifosi. Noi abbiamo il calcio maschile, femminile, il calcio a 5, la palla a mano, l’hockey e il basket. Il Barcellona è davvero coinvolto nella vita quotidiana dei suoi soci, i mie colleghi mandano i propri figli per far sport al Barcellona e non alle scuole sportive. A Barcellona c’è più interesse a 360 gradi per quello che fa il club e meno isterismo sportivo, i soci e gli stakeholders sono molto più attenti a ciò che fa la società. Il Barcellona dà ai soci la possibilità di influire nelle decisione del club, loro pagano una quota inferiore a 150 euro l’anno e incide nel bilancio per 18 milioni di euro in un bilancio di oltre 700 milioni di euro. Il presidente del Barcellona è eletto dai soci ogni sei anni e questo è un evento molto importante in Catalogna. Ogni anno c’è l’assemblea dei soci e loro devono approvare il bilancio dell’anno precedente, o la maglia".

Ore 9.50 - Prende la parola Mauro Baldissoni: "L’impatto che ha nella vita quotidiana una squadra di calcio è enorme. È un business che si basa sulle emozioni, noi produciamo emozioni. È un’emozione che è molto costoso produrre, l’apice è la partita di calcio giocata da atleti professionista, ma si torna sempre a una misurazione tangibile di costi e ricavi che ci preoccupa nella vita quotidiana. Spesso ci viene detto che non interessa del bilancio, ma rispettare una corretta gestione e i dati corretti di bilancio è un obbligo. Sono dei numeri funzionali al raggiungimento di qualcosa di tangibile come i trofei. Se la Roma o il Barcellona vincerà la Champions League quest’anno avrà un ritorno diretto e una produzione di valore successiva. Tutto ciò che noi facciamo e che è funzionale all’amplificazione di quella emozione, merita una valutazione per poi permettere agli stakeholders di dargli una valutazione di incidenza".

Ore 09.30 - Il direttore generale giallorosso Baldissoni è arrivato alla Luiss. Presente anche il costruttore Luca Parnasi.