Cinquantasette milioni (e mezzo) di euro in 2, appena due gol in campionato. Un giocatore, Abraham, pagato 40 milioni, che dopo aver impressionato tutti per come si è imposto nella Roma adesso, dopo le giocate e i pali, fatica a trovare non solo la via della rete, ma anche i tiri in porta e gli assist. Un altro, Shomurodov, pagato 17.5, che è fermo alla rete di Trabzonspor nel preliminare di Conference League (agosto) e ieri è entrato come quarta punta dopo l’ormai ex Primavera Felix, El Shaarawy e Carles Perez. Il tutto mentre il capocannoniere della scorsa stagione, Borja Mayoral con 17 reti, se ne sta in tribuna.
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Roma, attacco inceppato: quasi 60 milioni per due gol
Abraham non segna da oltre un mese, Shomurodov aspetta ancora la prima rete in campionato. I giallorossi pagano le difficoltà degli innesti offensivi del mercato
Perché Abraham non segna
La Roma è il settimo attacco del campionato, ha fatto peggio persino del Verona e ha un numero nove che non segna da oltre un mese ed è fermo a due gol in Serie A. Abraham, sul cui talento nessuno ha da ridire, è vittima di una serie di fattori: non sta bene fisicamente dopo il colpo alla caviglia preso in nazionale, accusa il peso della maglia e del fatto di non riuscire a segnare, è stato sfortunato (ha colpito sei pali) e ora è vittima anche del gioco non proprio esaltante della squadra. Contro il Milan non ha mai tirato, in totale ha fatto nove tiri in questo campionato nelle undici partite giocate da titolare. Tutti questi elementi fanno sì che sia nervoso (si è visto anche ieri al momento del cambio) e forse la rivincita con il Bodo di giovedì potrebbe aiutarlo. Nel frattempo ha preso casa (alle Torri dell’Eur) ed è sempre più integrato in città e nello spogliatoio. La sensazione è che quando si sbloccherà tornerà ad essere quello visto ad inizio stagione.
Che succede con Shomurodov
Discorso diverso con Shomurodov. Non è mai stato un bomber di razza, non ha mai giocato in una grande piazza, quando ha accettato la Roma pensava di doversela giocare con “il vecchio Dzeko” e non con il giovane - e intoccabile- Abraham. Non riesce ad incidere nei pochi scampoli di partita che ha, deve ragionare sul fatto che il titolare è un altro e trovare il suo spazio. A rileggere oggi, però, le parole di due mesi fa (erano i primi di settembre) si capisce forse perché l'uzbeko non sia al settimo cielo: “Tutti i giocatori vogliono giocare, ma d’altro canto la Roma è una grande squadra. Io provo sempre a dare il massimo, sia quando entro dalla panchina sia quando gioco titolare. Ci saranno tante partite, tutti avranno la loro occasione. All’inizio è stato un po’ difficile accettare il suo arrivo, ma ora è tutto a posto. Continuo a lavorare e posso anche giocare insieme a lui. Ancora non siamo stati provati in coppia, ma Mourinho sa che io posso giocare anche come esterno. Penso che ci proverà insieme più avanti”. Finora non è praticamente mai successo, Mou preferisce Zaniolo (a secco in campionato) e Mkhitaryan (in grande crisi) e la Roma, lì davanti, continua a stentare. Non a caso il migliore è sempre un centrocampista, per quanto avanzato, come Pellegrini.
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