Bohémienne sì, naif proprio no. Per restare al francese utilizzato in questi giorni da Mourinho, c’è un caso che proprio piccolo non è nel poker rifilato al Servette. A fine partita, infatti, il tecnico è andato duro su Aouar: “È quello che sta facendo più fatica a capire quello che siamo noi come squadra. Non saremo noi ad andare nella sua direzione, deve essere il contrario. Abbiamo bisogno di tempo e non lo abbiamo perché abbiamo bisogno di tutti”. La direzione dell’algerino è chiara: un gioco allegro, molto tecnico e spesso incurante degli equilibri difensivi di squadra. Naif appunto, quello che a Mou non piace. Quello che non ha perdonato a giocatori come Villar in passato. Una bocciatura? No, siamo a ottobre e le pagelle di fine semestre sono ancora lontane. Ma Aouar deve calarsi in una realtà molto diversa dal suo modo di intendere il calcio. L’inizio dell’algerino era stato roboante: la palma di migliore in campo dopo Belotti contro la Salernitana, il gol della speranza contro il Verona. In due partite, però, in cui la Roma ha subito 4 gol. Un dato che non va sottovalutato.
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Roma, Aouar you? L’algerino è ancora troppo naif. E Mourinho non gradisce
Dopo tra infortuni e “paura” contro lo Sheriff è stato relegato in panca, fino a ieri dove (in panca) c’è tornato quasi subito. Perché le doti di Aouar sono chiare, nemmeno Mourinho le mette in dubbio. Manca quella dote di sacrificio e pressione dell'avversario che gli rimproveravano anche nell’ultimo anno al Lione e che ieri hanno obbligato lo Special One a toglierlo a fine primo tempo. Un atteggiamento passivo, soprattutto in fase di non possesso. Già, perché la stella di Aouar si è un po' spenta, appena prima di esplodere definitivamente. A 19 anni la corsa del ragazzino di Lione sembrava inarrestabile con il club e la prima convocazione con la Francia di Deschamps. Poi le polemiche sulla scelta dell’Algeria e l’avvicinamento all’Islam più radicale, ma soprattutto le divergenze con gli allenatori. Lo scorso anno il rendimento di Aouar è calato in proporzione al calo delle sue presenze. E il Lione nemmeno gli ha proposto il rinnovo. A 25 anni c’è il tempo per aggiungere queste skill al bagaglio tecnico e mentale. Come dice Mou però “non c’è tempo”. Domenica col Cagliari, a causa della probabile assenza di Pellegrini e di quella certa di Sanches, potrebbe toccare ancora ad Aouar. E di certo i sardi, con l’acqua alla gola, non permetteranno atteggiamenti naif.
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