In casa Roma, dopo il decimo risultato utile consecutivo e il -2 dalla zona Europa, inevitabilmente tiene banco la questione legata al nuovo allenatore, soprattutto dopo le ultime notizie arrivate proprio dall'interno. Ieri prima della partita, Ghisolfi si è lasciato scappare una frase tanto inaspettata quanto (probabilmente) spontanea: "Speriamo che Ranieri cambi idea sul futuro", che però il mister in conferenza stampa ha prontamente smentito: "Forse non ha capito la domanda. Non ho cambiato idea". A Trigoria l'idea di continuare con Sor Claudio c'è e come ma convincerlo non sarà affatto facile, ma siamo a febbraio, il tempo corre e presto dovrà essere presa una decisione. Ieri Ranieri ha voluto riportare tutti alle questioni legate al presente, allertando squadra e ambiente sulle difficoltà che porterà la sfida contro il Como di Fabregas a cui ha fatto tantissimi complimenti: "Sono convinto che fra 3-4 anni sarà nel gotha del calcio europeo, perché è davvero bravo". Anche se in molti ci hanno visto un messaggio per il futuro. Cesc potrebbe essere l'uomo giusto per ripartire con un progetto giovani visto quanto sta raccogliendo in riva al Lago. Gli elogi non sono mancati nemmeno a parti invertite: "A 73 anni fa ancora il mister e so quanto sia impegnativo, è incredibile. La sua esperienza, usata con la sua intelligenza, gli viene riconosciuta da tanti giocatori che ha allenato: per lui hanno solo belle parole. Sa gestire la squadra bene, sempre con un sorriso o una bella parola". Queste le parole di Fabregas nella conferenza stampa prima della partita d'andata chiusa con una battuta: "Io a 73 anni? Non credo che sarò in panchina...". Restano da capire le reali ambizioni del Como e soprattutto quelle di Fabregas che però ogni giornata che passa, sembra essere sempre più pronto per il salto di qualità.


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Roma, allenatore cercasi: Ranieri si autoesclude e candida Fabregas. Gasp sullo sfondo
Gasperini per costruire, un big per vincere subito
—Sul tavolo di Trigoria ci sono tanti altri nomi, ma cerchiato in rosso c'è soprattutto Gian Piero Gasperini. Il tecnico ha gelato tutti dalle parti di Bergamo annunciando l'addio: "Vedremo a fine anno se andare in scadenza o interrompere già a fine stagione. Ho la sensazione che non ci saranno ulteriori rinnovi". Frasi che hanno lasciato di stucco i tifosi dell'Atalanta ma che invece hanno fatto accendere più di una lampadina alla governance giallorossa. Il suo nome non è nuovo nella Capitale, già in passato i giallorossi hanno cercato di portarlo a Trigoria, con però scarsi risultati. A confermarlo era stato direttamente Percassi che ha definito quelle giallorosse "ambizioni importanti" per Gasperini. L'amministratore delegato della Dea è stato duro con il suo allenatore: "Se vorrà andare via ce ne faremo una ragione", frecciatine più o meno velate che fanno seriamente pensare ad un addio sempre più vicino. C'è però da considerare la differenza tra le piazze. A Bergamo si è costruito con calma, tempo e tranquillità, tutte cose che a Roma non ci si può permettere e Ranieri è stato il primo ad ammetterlo: "Difficile, le aspettative sono diverse. Nei primi 5 anni il presidente Percassi diceva sempre: ‘Dobbiamo salvarci’, facendo il lavaggio del cervello ai tifosi. All’inizio pure Gasperini ha faticato, poi la squadra è salita. La Roma può fare una cosa del genere? No. La Roma deve fare cosa ha chiesto il presidente: tornare tra le prime per andare in Champions League e poi cercare di competere per lo scudetto. Tu a Roma puoi parlare di salvezza quest’anno che sei partito male, ma già dal prossimo devi lottare per andare in Europa”. Ecco perché resta sempre viva la pista che porta ad un top manager. In lista ci sono sempre i soliti, Ancelotti e Allegri su tutti (oltre alla suggestione Conte che potrebbe lasciare Napoli dopo una sola stagione). Entrambi hanno un curriculum che fa invidia a tutti ma per "permettersi" un allenatore di questo calibro è necessario strutturare un progetto serio e appetibile. Tutto dunque è ancora in ballo, compreso il solito "scherzetto" dei Friedkin o in questo caso di Ranieri.
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