"Ha vinto la squadra che ha fatto gol". O detta meglio, vedendo allo specchio le parole di Fonseca nel post Juve: "Ha perso la squadra che ha subito gol". E questo accade spesso alla sua Roma, specialmente nelle tanto incriminate sfide contro le big. Solo quest'anno 20 reti incassate in 7 gare, una media terribile di quasi tre gol presi a partita (2,85). Aspettando il turno della domenica, quella giallorossa è in generale la peggior retroguardia della parte sinistra della classifica, dietro addirittura a Genoa, Fiorentina e Udinese. Quest'ultima attesa proprio domenica prossima al lunch match dell'Olimpico. Un mix di disattenzioni individuali e mancanze di reparto, a riprova della difficoltà di Fonseca e del suo staff nel riuscire a creare un'identità difensiva di alto livello. Anche lo scorso anno la Roma chiuse con un impietoso 51 alla casella gol subiti. Mai così male dalla stagione 2012/13 (56 gs), quella della staffetta Zeman-Andreazzoli terminata con la caduta nella finale di Coppa Italia contro la Lazio. Una sconfitta che costrinse Sabatini ad accantonare il progetto giovani e a condurre nell'estate successiva una campagna acquisti fatta di calciatori pronti e uomini d'esperienza.
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Roma, allarme difesa: troppi errori e gol subiti. Così la Champions è in salita
Peggiore retroguardia della parte sinistra della classifica e quasi tre reti di media incassate contro le big. Un reparto che Fonseca deve ricostruire
Difesa alla sbarra: ecco i dati della Roma
"Gli attacchi vendono i biglietti, le difese fanno vincere i titoli". Il vecchio mantra tanto caro agli americani sbaglia poche volte. E una delle riprove potrebbe arrivare proprio nella nottata italiana, quando tutti gli occhi del mondo saranno rivolti al Superbowl per capire se la difesa dei Tampa Bay Buccaneers riuscirà a contenere lo straripante attacco dei Kansas City Chiefs. Chissà se si godranno la gara da buoni texani anche i Friedkin, rimuginando sulla Roma forte contro le piccole, fragile e porosa contro le grandi. La Champions è infatti l'obiettivo principale del club, ma nessuno negli ultimi anni l'ha raggiunta subendo così tanto, specialmente da quando la UEFA ha ridato all'Italia il quarto slot (2017/18). In quell'anno l'Inter è stata la peggior retroguardia tra le prime quattro con 30 gol incassati, 5 in meno rispetto a quelli presi dalla Roma di oggi dopo 21 giornate. Annata che la squadra allora guidata da Di Francesco chiuse al terzo posto con soli 28 gol subiti e dopo una cavalcata europea da ricordare. Nelle due stagioni seguenti l'Atalanta ha fatto peggio in termini assoluti con 46 e 48 reti incassate, segnalandosi però come l'attacco di gran lunga migliore della Serie A. Nel 2016/17 i giallorossi raggiunsero la Champions all'ultimo respiro con il gol di Perotti, il giorno dell'addio al calcio di Francesco Totti, e il Napoli si accontentò del terzo posto e della qualificazione ai preliminari incassando 39 gol. Percorso speculare alla Roma dell'anno prima, quella della coppia Garcia-Spalletti, che di reti ne prese 41 con una media di 1,55. Di molto inferiore agli 1,66 gol di media a cui viaggia oggi la squadra di Fonseca.
Allarme Roma: tanti errori, poca concentrazione
Problemi di squadra, meccanismi non oliati tra i reparti e poi le prestazioni dei singoli. Con gli errori evidenti delle ultime gare che fanno risuonare sempre più forte quell'allarme difensivo già acceso da tempo a Trigoria. Allo Stadium Kumbulla ha confermato il periodo di appannamento, perdendo spesso la marcatura su CR7, come gli era capitato già con Ibra durante la gara d'andata a San Siro. Dopo il derby shock Ibanez è ricascato nell'errore, stavolta entrando in maniera forse troppo irruente in una zona di campo pericolosa e propiziando l'autogol. Ieri Mancini ha fatto bene, ma grida ancora vendetta quell'espulsione ingenua in Coppa Italia da cui scaturì l'effetto domino che portò prima al rosso di Pau Lopez e poi al pasticcio delle sostituzioni. Neanche Smalling sta riuscendo a dare sicurezza al reparto con la sua esperienza. Tra problemi fisici e qualche disattenzione tecnica - come quella sul gol di Verde nella gara di campionato con lo Spezia - ancora non si è visto il sicuro centrale che ha convinto la Roma all'importante investimento estivo, dopo un infinito inseguimento sul mercato. Sono circa 65 i milioni spesi dalla società giallorossa per il pacchetto centrali. Una cifra che lievita se si considera anche il costo di Pau Lopez, che con Mirante forma una coppia di portieri che non dà sicurezza totale al reparto. L'obiettivo primario di Fonseca e ritrovare questa compattezza e ristabilire la giusta concentrazione difensiva. Ricostruire il muro giallorosso per puntare alla Champions.
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