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Roma, addii in sordina, infortuni e arrivi in ritardo: il mercato è un flop

Roma, addii in sordina, infortuni e arrivi in ritardo: il mercato è un flop - immagine 1
Ndicka fatica a comprendere dove si trovi, Aouar è sparito, Kristensen sta deludendo. Ma a far crollare il borsino di Pinto sono gli arrivi in ritardo e un Sanches perennemente in infermeria
Redazione

In casa Roma sono tutti alla sbarra. Dai giocatori, all'allenatore, passando anche per Tiago Pinto e il mercato estivo. Alla "chiusura della porta", l'entusiasmo giallorosso era alle stelle e il super colpo di coda Romelu Lukaku aveva insabbiato un mercato maldestro e in ritardo. Oltre alle operazioni chiuse a giugno per far fronte ai paletti del Fair Play Finanziario, hanno salutato Trigoria Roger Ibanez e Nemanja Matic, due titolari indiscussi della precedente annata conclusa male ma su uno dei palcoscenici più prestigiosi del mondo. Le loro partenze sono passate in sordina: la prima per via degli scivoloni virali nei big match, la seconda per questione di cuore. Tutti i tifosi si erano legati alla figura del serbo e la sua partenza è stata salutata quasi con indifferenza perché "chi tradisce non merita perdono". Tutto giusto se non fosse che i sostituti si stanno rivelando molto al di sotto delle aspettative. Il ritorno di Llorente è stato acclamato da tutti ma la maglia da titolare gli veste larga, fin troppo. Ndicka sembra un lontano parente di quello ammirato con l'Eintracht e le difficoltà comunicative (in campo sembra giocare con un cerotto alla bocca) non stanno contribuendo.

Con lo stesso volo sono poi arrivati Paredes (troppo compassato per essere la diga davanti alla difesa) e Renato Sanches. L'ossessione di Pinto al momento è un oggetto misterioso. In campo ha già fatto vedere le sue qualità ma gli stop sono troppi e continui: difficile farci affidamento. Aouar sembrava l'acquisto più azzeccato ma anche lui si è perso tra un infortunio e uno stile un po' troppo compassato. Sulla corsia di destra è arrivato Kristensen ma le sue qualità non sembrano essere migliori di quelle di Karsdorp e Celik, anzi. A tutto questo poi va sommato il grave ritardo. Mourinho è stato costretto a fare la preparazione senza un vero attaccante (eccezion fatta per Belotti) e questo non ha sicuramente aiutato l'inserimento di Ndicka perché un conto è allenarsi a marcare Lukaku un conto è farlo con il Gallo (con rispetto parlando). Il belga è l'unico che è arrivato e si è imposto mettendosi di prepotenza al centro del progetto ma le sue qualità stanno solo in parte nascondendo il fatto che sia ancora (e giustamente) un corpo estraneo.

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