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Smalling: “Voglio l’Europa League e restare a lungo. Sono perfetto per Fonseca” – AUDIO – FOTO – VIDEO

LaPresse

Il difensore inglese: "La società mi ha messo subito a disposizione nutrizionista e chef per la mia dieta. Il razzismo? Che tristezza"

Redazione

Durante la settimana di stop per le nazionali, a Trigoria è tempo di presentazione dei nuovi acquisti. Per Mkhitaryan bisognerà aspettare il suo ritorno dall'Armenia, ieri è stato il turno di Nikola Kalinic mentre oggi tocca all'ex Manchester United Chris Smalling. Il difensore inglese, che in questi giorni si sta allenando agli ordini di Fonseca, incontra la stampa a quattro giorni dall'ufficialità del suo arrivo a Roma.

SMALLING IN CONFERENZA STAMPA

Introduzione di Morgan De Sanctis: "Un profilo altissimo, difensore, nelle ultime nove stagioni al Manchester United, più di 300 partite con questo club prestigioso. Siamo convinti che ci darà un grande contributo all'assetto difensivo ma anche all'equilibrio e alla mentalità di squadra che speriamo possa portarci più in alto possibile".

Sei un giocatore con tanta esperienza e tante anni passati in Premier League, quali differenze pensi di trovare nel campionato italiano?

Giocare in Serie A un giorno era uno degli obiettivi della mia carriera, in particolare come difensore. Poter abbinare i punti di forza della Premier League con quelli della Serie A è una grande opportunità di crescita.

Avevi già parlato con Fonseca telefonicamente prima di venire, quali sono le tue sensazioni dopo averlo conosciuto e dopo esserti allenato a Trigoria?

Avevo parlato con lui prima di arrivare, mi ha spiegato cosa voleva da me e dalla squadra. C'è subito stata sintonia, eravamo d'accordo su diversi punti. Dopo i primi allenamenti ho visto cosa vuole dalla squadra, che pressi, con difensori aggressivi, pronti e rapidi a controllare la profondità alle loro spalle. È stata una bella settimana.

Il calcio offensivo e rischioso di Fonseca dà più responsabilità a un difensore centrale che ha molta profondità dietro. È un rischio maggiore? 

Sì certamente è un tipo di calcio che mette responsabilità su tutta la difesa e in particolare dei difensori centrali, ma è una cosa che mi piace, mi piace giocare alto. Il mister vuole una difesa che pressi alto, sono il tipo di calciatore a cui piace essere aggressivo e giocare in anticipo. È il calcio adatto per le mie qualità.

Hai vinto l'Europa League con il Manchester United, la Roma ha le caratteristiche giuste per arrivare in fondo?

Sì, la Roma ha tutte le possibilità di vincerla e anzi parte tra le favorite anche se ce ne sono diverse altre. Sarebbe bellissimo vincere questa competizione una seconda volta in Italia.

Arrivi con la formula del prestito, ma lo spirito con cui affronti questa avventura è per rilanciarti per un'altra esperienza o restare a lungo a Roma?

Questa è un'opportunità stimolante, ero molto interessato e non vedevo l'ora di iniziare subito. Adesso voglio concentrarmi sulla prossima partita, capire i metodi di allenamento del mister. Se a fine stagione vedremo e se sarà andato tutto bene e il club sarà soddisfatto, sarebbe un piacere per me restare anche a lungo termine.

Che idea ti sei fatto del razzismo in Italia? C'è un problema negli stadi italiani vedendo quello che è successo con Lukaku?

Il razzismo è un fenomeno inaccettabile che va estirpato, ma non solo in Italia ma in tutto il mondo. Occorre cambiare le cose, un cambio generazionale, che i giovani imparino a comportarsi in un modo diverso. È triste che accada nei tempi moderni.

Di solito i giocatori giovani accettano il prestito per mostrare le proprie qualità, tu sei esperto e hai fatto tanto in carriera. Cosa è successo allo United per farti accettare un anno di prestito e perché Roma e la Roma?

Non sono più giovane, ma sono una persona a cui piacciono le nuove sfide. Ho passato anni bellissimi a Manchester, ora avevo l'occasione di approdare in un grande campionato, sono in un grande club e non mi piace avere rimpianti nella vita. Le aspettative erano molto alte allo United ma lo sono anche alla Roma: è una sfida stimolante, devo dimostrare al mio nuovo club che ha riposto la fiducia nella persona giusta.

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È una persona che dedica molto tempo al sociale, anche molto attenta perché cura l'alimentazione. Ha pensato a uno staff o un riferimento personale qui a Roma o si affida allo staff di Trigoria? Cosa l'ha convinta di più o quale dubbio le è venuto prima di scegliere la Roma?

No, quando ho parlato con il club erano consapevoli delle mie attività nel sociale o il mio stile di vita anche per la questione dell'alimentazione e della dieta che seguo. Mi ha subito messo in contatto con il nutrizionista e lo chef, mi hanno sottoposto diversi menù personalizzati e non ho avuto preoccupazioni a riguardo. Per me è un'occasione molto stimolante, non vedevo l'ora di iniziare e sono ben felice che il club mi abbia messo nelle migliori condizioni per ambientarmi. Non ho avuto dubbi nell'accettare questa proposta, ho sempre sentito parlare benissimo di Roma e dell'Italia, non vedo l'ora di assaporare in prima persona tutto quello di cui ho sentito parlare.

Pochi giocatori inglesi lasciano la Premier per l'Italia, perché? C'è un compagno che ti ha impressionato?

È vero, non sono molti gli inglesi che dalla Premier vanno all'estero. Io ho sempre avuto questo desiderio di fare un'esperienza in un grande club con grandi aspirazioni come la Roma, non vedo l'ora di iniziare. Non mi piace avere rimpianti nella vita, era un'esperienza che volevo assolutamente fare. La prossima settimana dopo la sosta sarà l'occasione migliore per me per conoscere meglio tutti i compagni e capire la routine e i metodi di allenamento del mister.