"Ce ne andiamo perchè 35 minuti di attesa sono troppi". Il presidente del Coni Giovanni Malagò spiega ai cronisti presenti all'esterno del Campidoglio l'inaspettato epilogo di quello che doveva essere l'incontro chiarificatore sulla posizione del sindaco di Roma, Virginia Raggi, sulla candidatura della capitale italiana ai Giochi del 2024. "Abbiamo stravolto le nostre agende per essere puntuali - spiega il numero 1 dello sport italiano lasciando il Campidoglio dopo l'incontro saltato - e per più di mezz'ora abbiamo aspettato... è troppo".
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Roma 2024, salta l’incontro tra Raggi e Malagò. Il presidente del Coni: “Il no fa male”
"Alle 15.07, in considerazione che la conferenza stampa era fissata alle 15.30, ci siamo detti che, se la sindaca avesse voluto darci un po' di considerazion,e avremmo meritato un po' di tempo in più. Quindi siamo andati via"
Rientrato al Coni, Giovanni Malagò è intervenuto in conferenza stampa per rispondere al no della Raggi alla candidatura olimpica della capitale. Queste le sue parole: "Abbiamo chiesto un incontro alla sindaca prima dei Giochi di Rio, nel mese di luglio. Non siamo riusciti ad incontrarci per impegni da parte loro. Abbiamo chiesto un incontro fra l'Olimpiade e le Paralimpiadi. L'amministrazione non ha trovato il tempo di incontrarci. A questo punto abbiamo chiesto un nuovo incontro. Ieri, dopo il sollecito di questo incontro, essendoci anche scadenze formali, quelle del 7 ottobre. Ci è stato detto che ci sarebbe stato un incontro tecnico in Campidoglio propedeutico all'incontro col sindaco. Ci siamo presentati e l'incontro è durato oltre tre ore e mezza, durante le quali sono stati sviscerati molti punti del dossieri della candidatura di Roma. Un incontro molto tecnico, in cui finalmente sono state offerte infinite precisazioni sul dossier. Sono state giornate complicate, in cui ho smontato la mia agenda per questo incontro col sindaco. Quel che è curioso è che, dopo aver fissato un appuntamento con noi, la sindaca aveva fissato un incontro con la stampa alle 15.30. Siamo entrati alle 14.23, ci avete visto in Campidoglio, ci hanno fatto accomodare nel salettino del sindaco, c'era il suo portavoce. Intorno alle 14.50 ho chiesto notizie della sindaca, mi ha stato detto che la sindaca stava arrivando, così alle 15. Ci è stato detto che aveva un impegno istituzionale col Ministro Del Rio. Alle 15.07, in considerazione che la conferenza stampa era fissata alle 15.30, ci siamo detti che, se la sindaca avesse voluto darci un po' di considerazione, avremmo meritato un po' di tempo in più. Quindi siamo andati via. Il no alle Olimpiadi? Noi non apparteniamo a nessun partito politico, non vogliamo che qualcuno ci tiri la giacca da una parte o dall'altra. Noi abbiamo avuto un mandato dal mondo dello sport. All'unanimità lo sport ha chiesto allo sport di candidarci. Non era mai successo, c'era stato sempre qualcuno in Giunta o in Consiglio Nazionale che aveva detto no o si era astenuto. Il no fa male, dispiace moltissimo, perché sono cambiate le regole del gioco, era possibile fare e farlo bene. Sbagliato mischiare i soldi spesi per i Giochi con altre spese. Il preventivo di spesa era di un decimo rispetto a Sochi 2014".
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