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Roma, 17 giugno: si avvicinano le nozze d’argento di un digiuno insopportabile

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Da festeggiare non c’è nulla, i ricordi ci hanno un po’ stufato. Siamo a tre anni dal Centenario della Roma, e bisogna vincere il quarto scudetto che dal 2010 ad oggi non è mai tornato vicino alla capitale che conta.
Francesco Balzani
Francesco Balzani Collaboratore 

Era appena nata Wikipedia, aprivano i primi due Apple Store nel mondo, l’Euro stava facendo capolino, il Papa era Giovanni Paolo II e a Wimbledon aveva vinto Goran Ivaniševic. Da lì a poco il mondo sarebbe stato sconvolto dall’attentato alle Torri Gemelle. L’anno era il 2001, che per chi ci legge riporta soprattutto a una data: 17 giugno. E quindi Roma-Parma. E dunque l’apoteosi. Diciasette giugno come oggi, con lo stesso meteo, in fondo pure con le stesse facce. Il campionato si era protratto a causa dello sciopero dei calciatori a settembre. Sembrava un altro mondo, per molti di voi è solo un racconto fatto da genitori o amici. Quel giorno di 23 anni fa la Roma vinceva il terzo scudetto. Nessuno in quelle ore pensava: chissà quando sarà il prossimo. Ne erano passati 18 dal secondo, ma stavolta sembrava l’inizio di un ciclo. Di sicuro non c’era un cristiano a Roma che aveva così tanto pessimismo da pensare che avremmo quasi festeggiato le nozze d’argento di un digiuno insopportabile. C’era Totti ancora giovane, una struttura solida, un allenatore vincente e due come Cassano e De Rossi che stavano per sbocciare. Senza parlare di Samuel, Cafu, Candela, Montella, Emerson, Batistuta. E invece eccoci qui: 23 anni dopo. Gli apple store oggi sono più di 530, di Papi ne sono passati altri due e il padrone del tennis è un italiano dopo le ere Nadal e Federer. Un’era appunto, tanto rischia di passare. Quindi mettiamo da parte le celebrazioni, le foto ricordo, gli auguri. Da festeggiare non c’è nulla, i ricordi ci hanno un po’ stufato. Siamo a tre anni dal Centenario della Roma, e bisogna vincere il quarto scudetto che dal 2010 ad oggi non è mai tornato vicino alla capitale che conta. Come dite? E’ impossibile? Forse quest’anno sì. “Una rivoluzione è una lotta tra il futuro e il passato”, diceva d’altronde Fidel Castro. E lascia poco al presente se non la voglia di cambiare. La Roma sta cambiando molto, tra scetticismo legittimo e curiosità. Con De Rossi alla guida che quello scudetto l’ha vissuto solo da tifoso sfiorandolo poi in almeno altre 4 occasioni da calciatore. Quattro appunto, il numero che non deve diventare una chimera. Basta ricordare, è il momento di costruire. Il 2027 è vicino.