Il designatore arbitrale Gianluca Rocchi, nel corso della conferenza stampa di fine anno in Federcalcio, ha fatto il bilancio stagionale dal punto di vista dell'AIA. Tra gli argomenti affrontati, oltre al lavoro svolto e alle possibili nuove innovazioni, Rocchi si è soffermato anche sul contatto Ndicka-Bisseck nell'ultimo Inter-Roma:"Non è stato facile gestire gli audio da far sentire su Open Var, perché dovevo anche tutelare i ragazzi e per proteggere qualcuno dei miei ho preferito non mostrare un audio come in Inter-Roma. Quell'episodio ci ha creato tantissimi dubbi sull'intervento Var, non sul rigore. E comunque mai nessun arbitro mi ha chiesto di non far sentire la sua voce".Rocchi ha poi proseguito: "I nostri ragazzi hanno dato tutto quest'anno, sono usciti spremuti e di più non si poteva fare. Poi l'uniformità è impossibile a livello generale, noi dobbiamo essere coerenti, spiegando sempre allo stesso modo. Questa è stata una delle difficoltà più grandi, anche se 'Open Var' ha dato una grande possibilità di crescita, nonostante sia stato un lavoro molto faticoso, che ci ha permesso di aprirci e costretto a lavorare sulla comunicazione". Sulla possibilità di ascoltare gli audio dei dialoghi durante le partite ha invece aggiunto: "Francamente si è entrati già abbastanza nel nostro mondo...Noi siamo sempre più in piazza, ma dateci la possibilità di tornare poi in campo la domenica dopo. Se un attaccante sbaglia un rigore poi la domenica dopo gioca". Il designatore ha poi glissato sulle accuse di ingerenze ricevute sugli interventi Var: "C'è un procedimento in corso". Sulle cose da migliorare ha invece le idee chiare: "Il numero di on field review. Se se ne fa qualcuna in più non è un male. Al limite si conferma la scelta del campo, ma non deve essere scambiato per un paracadute".
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Rocchi: “Contatto Ndicka-Bisseck? Ho preferito non far sentire l’audio Var”
Le sue parole: "Quell'episodio ci ha creato tantissimi dubbi sull'intervento Var. Nessun arbitro mi ha chiesto di non far sentire la sua voce"
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