Un cambio nei minuti finali, spiccioli di partita quando tutto sembra oramai irrimediabile. E la rabbia di aver visto tutto da fuori per poi entrare nel vivo quando tutto è già scritto.
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Rivera: “La mia rabbia era diversa. Valcareggi fu condizionato”
Un cambio nei minuti finali, spiccioli di partita quando tutto sembra oramai irrimediabile. E la rabbia di aver visto tutto da fuori per poi entrare nel vivo quando tutto è già scritto.
È successo oggi a Totti, per una ordinaria ancorchè importante partita di campionato, accadde a Gianni Rivera per una storica finale mondiale. «Ma la mia ira - spiega l'uomo dei 6 minuti finali in Italia-Brasile di Mexico '70 - aveva altri motivi...».
Negli annali del calcio azzurro, l'ingresso in campo del 'Golden Boy' negli ultimi sei minuti della finale, quando la Selecao era già sul 4-1, è l'emblema delle sostituzioni-beffa. Oggi a Genova Francesco Totti ha giocato qualche minuto in meno, i 4' di recupero quando la Samp era già in vantaggio 2-1, e non ha celato il suo stato d'animo. «La partita è già finita», il suo commento captato dai microfoni a bordo campo. «Non entro nella vicenda Roma, non vivo nello spogliatoio giallorosso e nella testa di Totti, e poi ogni partita fa storia a sè - dice Rivera - ma è inevitabile che qualunque giocatore voglia sempre giocare - dice Rivera - Poi ogni caso è diverso: qualcuno sa che gioca poco, altri pensano di giocare sempre».
E i 6' di Italia-Brasile? «Le polemiche non furono mie: non ho mai pensato che Valcareggi avesse del malanimo nei miei confronti - ricorda Rivera - Non avevo digerito di non giocare una partita che avrei dovuto giocare, ma non volevano farmi giocare. Era una finale mondiale, la maglia azzurra: Valcareggi avrà voluto aggiungermi una presenza. Nessuno dispetto. Ma si era fatto condizionare prima, e quello sì che non l'avevo digerito...».
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