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Rinascita dei big e carezze ai giovani: ecco la mano Special di Mourinho

Rinascita dei big e carezze ai giovani: ecco la mano Special di Mourinho - immagine 1

Chi lo dava per bollito ora deve ricredersi. Sta guidando la Roma nel mare in tempesta senza perdere la barra. Il suo metodo sta dando i frutti sperati

Francesco Balzani

Chi aveva detto che era bollito? Ora quelle manine alzate fino a qualche giorno fa sono un po’ più timide, quei vocioni pieni di intriso rancore un po’ meno gioiosi. José Mourinho è rimasto in piedi sulla nave in tempesta, senza scivolare, senza cambiare rotta. La Roma è già uscita dalla mareggiata? Macché. Però chi pensava che il timone fosse tenuto in mano da un allenatore ormai alla frutta può anche fermarsi a riflettere. Ovviamente non bastano due vittorie contro Genoa e Zorya per riportarlo davvero in auge ma è la gestione sia generale (e quindi tattica) sia individuale che permette di guardare al futuro con ottimismo anche perché la classifica (nonostante gli obbrobri arbitrali) è ancora buona. Il tecnico non ha avuto paura di cambiare modulo, di cambiare ruoli, di cambiare atteggiamenti. Mourinho ha ribaltato il concetto di Roma mediocre, ha tracciato una linea chiara tra chi merita questa maglia e chi ancora no creando nemici esterni e facendo scudo sul suo lavoro. E chi è con lui sta ottenendo dei riscontri effettivi.

Da Zaniolo a Mkhitaryan: bastone e carota

Cosa veniva imputato maggiormente ai due giocatori probabilmente più tecnici in rosa? A Zaniolo di avere poca umiltà, a Mkhitaryan di avere pochi stimoli. Oltre alla difficoltà di trovare una posizione in campo. Mourinho ha studiato i due casi, li ha analizzati con il suo staff e ha trovato le soluzioni. Con Nicolò serviva un impatto d’urto per smuovere quella coscienza giustamente intimorita dopo il doppio infortunio. Due panchine di fila in campionato e un invito a riflettere sugli errori commessi in campo, vedi il dialogo mancato con Abraham. Ieri il numero 22 sembrava un altro. Schierato finalmente al centro ha comunicato alla grande con tutto il reparto e scosso il campo da dubbi sulle sue condizioni. A fine partita, davanti ai microfoni, poi è sembrato decisamente maturato. “Mou insegna a non accontentarmi”. E dici poco? Problema inverso per Miki, anche lui “punito” con due esclusioni prima di tornare sugli scudi. Il ruolo di esterno lo sfiancava, così ecco il cambio a centrocampo dove può portare qualità e avere quei metri davanti per far male. Domenica a Genova Mourinho lo ha esaltato come mai prima d’ora. Niente litigi, niente scorie. Un classico lavoro di campo e di testa che solo i grandi allenatori sanno fare. Un lavoro di bastone e carota che ha riguardato in parte altri elementi della rosa come Carles Perez o Abraham. Per alcuni (Pellegrini, Mancini o El Shaarawy) invece non è servito.

La Legione Felix e un vivaio che Mourinho cura con attenzione

Passiamo al Super Green Pass di Mourinho. Quello che serve per insidiare il posto ai titolari anche se hai meno di 18 anni. Il tecnico portoghese ha sempre dimostrato di saper lavorare bene coi giovani. Due nomi su tutti? Casemiro e McTominay. E da quando è a Roma segue con interesse tutte le partite della Primavera di De Rossi. E’ anche per questo che ha intuito quanto possano essere preziosi alcuni elementi, molto di più di quanto lo sono giocatori già avanti con l’età come Mayoral o Villar. Si è partiti con Zalewski e poi con le chiamate per Tripi, Bove e Darboe. Il vero colpo di genio è stato ovviamente Felix Afena-Gyan che Mourinho si coccola come un figlio. Anche il gesto di ieri sera verso l’esordiente Missori (che nel 2009, anno del triplete, aveva appena 5 anni) non è passato inosservato. Uno dei tecnici più famosi della storia del calcio, infatti, al 90’ ha raccolto il pallone da terra e l’ha portato al ragazzino appena esordiente. Anche questo è Special, anche questo è Mourinho. Altro che bollito, quello mangiatevelo a Natale.