news as roma

Righetti sulla Roma: “Società slegata, proprietà distante. E la squadra manca d’intensità”

L’ex difensore giallorosso Ubaldo Righetti, intervistato da ilsussidiario.net, ha parlato del momento della Roma.

Redazione

L'ex difensore giallorosso Ubaldo Righetti, intervistato da ilsussidiario.net, ha parlato del momento della Roma.

Questa  Roma proprio non va. Se ne son dette tante, qual è la sua fotografia della crisi giallorossa?

"E' presto detto: la società è slegata, la proprietà è distante, lontana da quel che succede a Trigoria. E la squadra in campo non riesce a rendere. Non solo non ha ancora assimilato gli schemi di Zeman, ma mi pare che manchi anche di quell'intensità che nel calcio moderno è fondamentale. Prendete la Juventus, che gioca un bel calcio e in più martella gli avversari, fino a sfinirli".

Quella giallorossa, insomma, è una squadra poco cattiva.

"Già lo scorso anno con Luis Enrique era emerso questo difetto, su questo le cose non sono cambiate. Vedo ad esempio che la Roma rimedia tante ammonizioni, ma non perché giochi con cattiveria, ma perché va facilmente in affanno. Sono cartellini presi perché vai in difficoltà, perché rincorri l'avversario, non perché stai facendo un gioco aggressivo. Ricordo che in vece con Spalletti, e pure con Ranieri, molte volte si riusciva a vincere al 95', lottando con grinta fino alla fine".

Ieri è andato in scena l'atteso confronto Zeman-squadra, alla presenza dei dirigenti. Servirà a dare la scossa a questi giocatori?

"Per ora mi sembra che non sia trapelato ancora niente di preciso su questo faccia a faccia. Sicuramente il tecnico avrà detto delle cose utili per cercare di risollevare il gruppo. Il momento non è facile, bisogna saper usare anche le parole giuste".

E dalla conferenza di Baldini, in programma per oggi alle 14.30, cosa dobbiamo aspettarci? Viste anche le voci sul Tottenham, e non solo...

"Sicuramente parlerà di quello, e magari cercherà di difendere la sua posizione. La proprietà aveva affidato a Baldini un ruolo centrale nel nuovo progetto, ma mi sembra che stia incontrando parecchie difficoltà nel ricoprirlo al meglio. Come pure lo stesso Sabatini, che con quelle parole sui giocatori sopravvalutati ha lanciato un piccolo allarme, caratteriale prima ancora che tecnico".

Si spieghi meglio.

"Io penso che il ds non si riferisse soltanto alla bravura o meno di certi giocatori, che poi è relativa, perché dipende anche da come li impieghi. Lui voleva alludere anche, o forse soprattutto, alle lacune psicologiche di questi ragazzi".

Naturalmente Sabatini non avrebbe mai fatto pubblicamente i loro nomi, ma secondo lei chi è che non si è rivelato, o non si sta rivelando da Roma?

"Ripeto, in termini assoluti è sempre difficile dare giudizi, anche se mi pare che uno come Piris, per esempio, sia già stato tagliato fuori. Può darsi che alcuni di questi giocatori non vengano impiegati nei ruoli a loro più congeniali. Penso a Lamela, che è un trequartista, ma gioca da esterno, oppure a Destro, che se e quando gioca, lo mettono all'ala. Così rischi di perdere questo ragazzo, che potenzialmente può diventare uno dei più grandi centravanti sulla scena europea. Se deve però imparare a fare l'esterno, ecco che rischia, in un certo senso, di dimenticare quello che ha imparato per diventare un bravo centravanti, e in più deve cimentarsi in una posizione che non è nelle sue corde".

Per stasera è atteso nella Capitale James Pallotta, che domenica assisterà alla gara con l'Atalanta. Secondo lei quali effetti potrà produrre il suo arrivo?

"Ben pochi, credo. Lui verrà a Roma soprattutto per ascoltare, per valutare. E' uno che non vive la realtà di Trigoria, non sa di preciso cosa accade, gli viene soltanto riferito. Non mi aspetto terremoti o ribaltoni, non a breve scadenza, sicuramente".