Anche Edy Reja, da poche settimane allenatore dell'Atalanta, ha tenuto la propria conferenza stampa alla vigilia del match contro la Roma. Dopo la vittoria contro il Sassuolo, i nerazzurri di Bergamo sono a +7 sul Cesena, praticamente in salvo. Eppure l'allenatore della dea ha i suoi particolari motivi per vincere, motivi che vengono presto esplicitati: "Avendo allenato la Lazio, tornare a Roma, all'Olimpico, sarà un'emozione e sarà particolarmente stimolante".
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Reja: “I laziali mi hanno raccomandato di fare risultato. All’Olimpico sarà emozionante”
L'allenatore dell'Atalanta in conferenza stampa: "Non si può andare a Roma cercando di non prenderle, bisogna andare con la mentalità di fare la partita, senza rinunciare alle nostre caratteristiche"
Ecco di seguito le parole di Reja in conferenza stampa (fonte: Atalantini.com):
"Parecchia gente, vicina alla società Lazio, per il rapporto che si è creato, le amicizie instaurate, durante la settimana mi ha mandato messaggi, raccomandandomi di fare risultato. E hanno ragione, perché non possiamo non fare un'ottima prestazione altrimenti non si esce da questo tappo".
"La Roma la conoscete bene e, dagli ultimi risultati, sembra essere in crescita. Ha una bella batteria di parecchie punte, in fase offensiva, con giocatori di qualità e spessore da centrocampo in avanti".
"Loro soffrono questa posizione di classifica. Quest'anno la Roma era partita alla grande, ma poi ha avuto una serie di difficoltà e, dopo questo sorpasso, troveremo un ambiente particolarmente difficile. Andando la Lazio a Torino, loro cercheranno di fare punti. Noi siamo tesi, ma convinti di fare la partita giusta".
"Non so come la Roma giocherà. Torosidis rientra, De Rossi al centro è squalificato e forse saranno più corti, ma nella rosa c'è di che scegliere. A noi il compito di affrontarli. Non si può andare a Roma cercando di non prenderle, bisogna andare con la mentalità di fare la partita, senza rinunciare alle nostre caratteristiche. Certo, poi alcuni accorgimenti li faremo, ma senza rinunciare alle nostre qualità. Andare là pensando di difendersi, vuol dire perdere in partenza".
"Il tifo romano lo conosciamo bene, sono il 12° uomo in campo. Il fatto che manchi una parte della curva, conta relativamente. Certo, meno gente c'è allo stadio, meglio stiamo, ma, anche se pochi, si sentiranno. Al di là di tutto, dipende molto da noi e dalla nostra prestazione. Non bisogna sbagliare assolutamente niente".
"Denis l'ho visto bene, non era un problema fisico, era un discorso di mente. Ora che ha trovato i gol, sembra rasserenato, ma deve lavorare ancora. Noi abbiamo bisogno del suo apporto. Estigarribia non è recuperato, ma penso che per un'ora terrà. Ha corsa e resistenza, lo schiererò dall'Inizio. Poi troverò altre soluzioni durante la partita. I cambi lì ho, spero di poter giocare in 11 tutti i 90° minuti, facendo cambi tattici e non obbligati".
"Per domani avevo l'idea di inserire Zappacosta dietro, ma con lui si ha bisogno di uno schieramento con centrocampo più folto, dove i centrocampisti salgono sugli esterni a dare una mano all'attacante (4-3-3). Quindi, dall'altra parte devo avere un contrappeso. Non ho ancora scelto, ma queste sono le possibilità, poi posso variare in base anche alla Roma. Loro possono avere 3 centrocampisti, oppure abbassare Totti e giocare con una punta".
"In merito a ciò che è successo a Cagliari, io la conosco come una piazza molto tranquilla e leggendo stamattina, sui giornali, mi ha dato da pensare. Mi sembra molto strano. Chiaro che sono gesti da condannare. Uno non è che scende in campo e fa apposta a non giocare. I giocatori, è tutto lo staff, vanno in campo per far bene, quindi queste "anomalie", questi gesti penalizzano tutta la Sardegna e sono da condannare. Si può contestare e fischiare durante la gara, ma finita, ognuno deve riprendere la propia vita lavorativa. Il mondo deve andare avanti".
"Lo sblocco di Denis avrà un effetto positivo su tutta la squadra, soprattutto dal punto di vista mentale. Spero ci abbia dato più convinzione... non tranquillità, sia ben chiaro. Abbiamo un calendario difficile: ora la Roma, poi L'Empoli, poi la Lazio in casa. Non c'è da stare allegri. Mi auguro che questa vittoria ci abbia dato una grande convinzione e grande temperamento, requisiti per poter vincere una gara. Domenica abbiamo continuato a giocare, creando opportunità e, questa, è l'Atalanta che mi piace vedere. Se poi l'avversario sarà più bravo, vincerà, pazienza. L'importante è che la prestazione venga fuori per tutti i 90 minuti".
"Non mi era capitato in carriera di non riuscire a finire in 11 così tante partite di seguito. In merito al mio temperamento, sono stato sempre così. Mi hanno cacciato 3 volte a Roma. Non è che offendo l'abito, è che non mi rendo conto dell'area tecnica, soprattutto in campi dove è così ridotto lo spazio".
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