Quasi sessant’anni dopo l’ultima volta, l’Italia potrebbe tornare ad avere un commissario tecnico impegnato contemporaneamente anche in un club. L’ultimo caso risale al 1966-67, quando Helenio Herrera allenò sia l’Inter che l’Italia, insieme a Ferruccio Valcareggi. Se Claudio Ranieri accettasse l’offerta della FIGC per prendere il posto di Luciano Spalletti alla guida della Nazionale, si ritroverebbe in una posizione inedita per il calcio contemporaneo. Il suo caso sarebbe però del tutto particolare. L'articolo 40 comma 4 del "Regolamento del settore tecnico della Figc", infatti, prevede che “gli allenatori responsabili delle squadre Nazionali della Figc. ed i loro vice nel corso della medesima stagione sportiva, non possono tesserarsi né, indipendentemente dal tesseramento, svolgere attività per società, neppure con mansioni diverse, salvo che il contratto economico non sia stato risolto consensualmente". Sir Claudio pur collaborando con la Roma, non è ufficialmente tesserato con il club. Il suo incarico, infatti, è legato a un contratto di consulenza con la famiglia Friedkin, e non rientra quindi nel divieto imposto dall’articolo 40 del Regolamento del settore tecnico FIGC. Ranieri potrebbe, dunque, guidare gli azzurri senza lasciare il suo ruolo di rilievo alla Roma. Anche la FIGC ha svolto tutte le verifiche legali a riguardo, confermando che non verrebbe violata alcuna norma. Ranieri, come Ibrahimovic (nel 2024-25 era l'advisor di RedBird, fondo proprietario del Milan, ma nell'organigramma della società rossonera non aveva alcun ruolo), è consulente esterno della Roma, anzi di Friedkin, e se dovesse essere nominato CT della Nazionale non ci sarebbero dubbi (neanche legali) che tengano in merito alla compatibilità con le norme.
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Ranieri, un doppio incarico possibile: ecco perché può guidare anche la Nazionale
Sir Claudio pur collaborando con la Roma, non è ufficialmente tesserato con il club. Il suo incarico, infatti, è legato a un contratto di consulenza con la famiglia Friedkin
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