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Ranieri, dalle lacrime all’Olimpico alle frasi in conferenza: può compattare l’ambiente

Ranieri, dalle lacrime all’Olimpico alle frasi in conferenza: può compattare l’ambiente - immagine 1
Sarà l’allenatore testaccino a ricoprire il posto rimasto vacante dopo l’esonero di Juric: si tratta della sua terza volta sulla panchina giallorossa
Redazione

Sembrerebbe essere arrivata la fumata bianca per l'inizio della terza avventura di Claudio Ranieri sulla panchina della Roma. “Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano” canta Antonello Venditti in Amici Mai, nella tanto attinente quanto inflazionata canzone dedicata agli amori passionali, viscerali, che non hanno mai una fine perché il nuovo punto d’incontro è sempre dietro l’angolo. La stessa cosa si potrebbe dire dell’allenatore testaccino e della Roma. Tutto ha inizio nel 1971, quando Ranieri allora calciatore trascorre due anni nelle giovanili giallorosse prima di essere promosso in prima squadra e di lasciare poi la Capitale. Nel 2009-10, dopo più di 20 anni dall’inizio della carriera da tecnico, finalmente si presenta l’occasione per tornare nella “sua” Roma: Spalletti si è dimesso dopo le due sconfitte nelle prime due giornate contro Genoa e Juventus. Quell’annata, con il “Fettina” in panchina, assume i contorni di un sogno, che però svanisce il 25 aprile 2010: la Sampdoria batte i giallorossi all’Olimpico, l’Inter supera la Roma in vetta alla classifica e va a vincere lo Scudetto dall’anno del Triplete di Mourinho. Il primo addio il 20 febbraio 2011, dopo la rimonta del Genoa a Marassi (da 0-3 a 4-3 per i rossoblù): “Dopo una partita come quella di oggi ritengo sia giusto dare un segnale, per amore di questi colori e spero che questa mia decisione sia utile a spronare la squadra”, le parole di Ranieri in un comunicato all’ANSA. Un “ti lascio perché ti amo troppo”, insomma, in un momento di difficoltà dove il bene della Roma viene posto come priorità. Il legame con il club giallorosso è saldo, nonostante l’addio, e nel 2019 arriva nuovamente in soccorso della Roma, dopo la separazione con Di Francesco e dopo la favola che lo ha portato a vincere la storica Premier League con il Leicester. In quell’anno il tecnico testaccino rischia quasi di portare la squadra in Champions League, ma a fine campionato è ancora addio: è anche l’ultima stagione di De Rossi da calciatore della Roma.

Dalle storiche conferenze stampa alle lacrime di Roma-Leicester

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Memorabili le sue conferenze stampa, il “i romanisti godono come ricci” e “vi state attaccando al fumo della pipa” dopo la controversa vittoria per 2-0 nel derby contro la Lazio, caratterizzata da polemiche arbitrali. Per non dimenticare il rapporto sempre saldo con il popolo giallorosso, da cui è stato omaggiato nel corso della semifinale di Conference League tra Roma e Leicester nel 2022 (applaudito da tutto lo stadio, anche dai supporters inglesi, Ranieri si alzò dal suo posto in tribuna e salutò commosso il pubblico) e, da ultimo, in quello che sarebbe dovuto essere il suo ultimo match all’Olimpico: il 4-0 contro il Cagliari del febbraio scorso. Omaggiato con uno striscione da parte della Sud, il tecnico testaccino per rispetto alla squadra che stava allenando non salutò la tifoseria. Perché Ranieri è questo, un uomo di valori che non si preoccupa di chi ha davanti ma pensa sempre al meglio per il proprio club. Vedasi la sostituzione di Totti e De Rossi nell’intervallo di un altro derby, quello del 18 aprile 2010: vittoria per 2-1 in rimonta grazie alla doppietta di Vucinic e vetta (momentaneamente) salda.

Ranieri, dalle lacrime all’Olimpico alle frasi in conferenza: può compattare l’ambiente- immagine 2

E ora? Un'altra missione in giallorosso, nonostante al termine dello scorso campionato avesse annunciato il termine della sua carriera da allenatore di club, paventando magari una possibilità in qualche Nazionale. Ma alla chiamata della Roma non si può resistere e, dopo tanti rumors  che lo vedevano dirigente con un improbabile ritorno di De Rossi in panchina, comincia il suo terzo capitolo da tecnico in giallorosso. Nonostante le critiche mosse ai Friedkin nell’ottobre scorso, quando a Rai Radio 1 disse “stanno dimostrando che solo i soldi non bastano, manca ancora qualcosa in una società in cui un punto di riferimento è molto importante”. Perché alla Roma non si può dire di no, come ammise al suo ritorno in giallorosso nel 2019: “Se la Roma chiama si deve dire sì, è stata la maglia a farmi venire qua”. Quasi sicuramente, poi, ne gioverà il rapporto tra il club e i tifosi, almeno inizialmente: l'Olimpico con uno dei "suoi" sarà meno ostile e, probabilmente, si tornerà al sold-out. Saranno però necessari, anzi doverosi, anche risultati positivi, per allontanare la Roma dalle zone basse della classifica e marcare una netta linea di separazione con quanto avvenuto nei primi mesi della stagione 2024-25.

Marcello Spaziani