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R come Roma e Reve, Garcia racconta suo “sogno”

(Ansa) Roma come Reve, sogno. Rudi Garcia racconta i suoi primi 50 anni, dall’infanzia alla carriera

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(Ansa) Roma comeReve, sogno. Rudi Garcia racconta i suoi primi 50 anni, dall'infanzia alla carriera di onesto mediano, ai successi di allenatore. Prima in Francia, poi sulla panchina della Roma, dove la dirigenza americana della società vuole che diventi «il nostro Ferguson». Lui sogna e rilancia: resto per vincere e con Francesco Totti. «Tutte le strade portano a Roma» è l'autobiografia dell'allenatore giallorosso, uscita oggi in Francia e ad aprile pronta in versione italiana, e scritta grazie a Denis Chaumier, ex capo della redazione di France Football ed amico di Garcia. Il libro è pieno di passione e di segreti. Una grande, smisurata passione per il calcio, giocato in prima persona o fatto giocare da altri, possibilmente campioni. Tanti piccoli segreti e ricordi, dall'infanzia alla giovinezza fino alla maturità, dal ragazzino in prova nelle giovanili del Lille fino al «Mister» sulla panchina della Roma. La Roma e Francesco Totti: Garcia ha impiegato pochissimo tempo a capire che sono la stessa cosa. Dal famoso sms fino al primo colloquio con il Capitano, Garcia aveva avuto la sensazione di un rapporto speciale di Totti con la città e la squadra.

Ma tutto gli è apparso più chiaro quando lo ha visto per la prima volta toccare il pallone, sul campo del ritiro estivo di Riscone:«quello che mi ha colpito subito- racconta -è stato il straordinario tocco di palla, che lo distingue da qualsiasi altro giocatore. Vedendolo al lavoro, si ha la certezza di disporre di un calciatore di classe mondiale, della tempra di un Platini o di un Maradona».

E poi c'è il rapporto personale: «una volta mi ha gratificato dell'appellativo di 'allenatore del futurò. Il complimento mi ha toccato il cuore, ma il futuro io lo concepisco soltanto con Francesco Totti alla testa di una Roma vincente». La Roma è anche De Rossi, «uomo straordinario» che in estate Carlo Ancelotti«voleva assolutamente portare al Real Madrid», ed è anche James Pallotta, il presidente che Garcia è andato a conoscere negli Stati Uniti, rimanendo impressionato dalla sua voglia di portare la Roma ai vertici mondiali ma non solo: la sua cantina a Boston «è una stanza di 40 metri quadrati dove si potrebbe anche mangiare. Si rivolse a Fred Bompard (collaboratore di Garcia, ndr) e gli chiese 'cosa vuoi? cosa ti farebbe piacere?'. Fred adora lo champagne ma non ebbe il tempo di rispondere che si ritrovò con due Dom Perignon in mano. 'E tu Rudi?'. Da quando ho abitato nella regione di Digione ammetto il mio debole per i vini di Borgogna. Pallotta prese un ferro, fece saltare il coperchio di una cassa di La Tache 1988 Domaine de la Romanèe-Conti e mi regalò due bottiglie. 'Tieni, è per tè. Cavolo, che regalo: ognuna sarebbe costata 1.500 euro».

Parte da lontano, da quando - ancora bambino - fu sottoposto a un'operazione per una grave malformazione al rene. Poi da ragazzo, quando - uscendo dal cinema con la fidanzatina - fu aggredito da una persona che li aveva molestati durante il film e che colpì il giovane Rudi con un paio di forbici alle spalle. Uno spazio speciale, e una vena di nostalgia che pervade tutto il libro, è per le sue tre figlie, Lena, Carla ed Eva. Che erano sulla spiaggia con lui a Marrakesh, in Marocco, quando arrivò la telefonata galeotta di Walter Sabatini che lo convocava a Milano. Un posto unico, infine, per mamma Raymonde. Nell'ora che precede ogni partita, Rudi si isola da tutto e si prepara ad entrare nel match con i suoi particolarissimi rituali:«quando i giocatori vanno in campo per il riscaldamento, io preferisco ritirarmi in un angolo tutto mio, solo, tranquillo. Faccio il vuoto attorno a me. Qualche volta, mi lucido le scarpe. A volte fumo una sigaretta. E poi prendo il telefono e chiamo mia madre. Lei è già davanti alla televisione, a casa, e attende di seguire la partita in diretta. Io me la immagino seduta sul divano, in salone. Lei ha le parole che avrebbe ogni mamma per il figlio: 'resta calmo in panchina! Non ti innervosire! Andrà tutto bene, non preoccuparti, vedrai».Prima di riattaccare, la mamma di Garcia ha il segreto per tranquillizzarlo: «ho acceso una candela. Ti porterà fortuna».