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Proventi tv: dal 2012 più peso a risultati e Auditel, Roma quarta

Se i club smussano le divergenze sui nuovi criteri di ripartizione dei proventi tv in vigore dal 2012, il gioco è fatto. La Lega di A pare davvero vicina alla svolta, dopo la pace sancita l’altro ieri in assemblea. Certo, una bella mano...

Redazione

Se i club smussano le divergenze sui nuovi criteri di ripartizione dei proventi tv in vigore dal 2012, il gioco è fatto. La Lega di A pare davvero vicina alla svolta, dopo la pace sancita l’altro ieri in assemblea. Certo, una bella mano l’hanno data i giudici.

La Corte di giustizia federale prima e il Tribunale civile di Milano poi hanno respinto i ricorsi delle big entrando nel merito: la delibera votata a maggioranza dalle 15 medio-piccole, quella sui bacini d’utenza allargati a tifosi di una seconda squadra e ascolti tv, è legittima. È vero, resta l’appello all’Alta Corte ma le grandi sono già scese a patti con le altre

 

Responsabilità La dissociazione delNapoli e i distinguo dell’Inter, col conseguente consolidamento del fronte delle medio-piccole, hanno fatto da preludio alla riconciliazione. Venerdì le anti-big sono arrivate a contare 16 voti su 20, con l’astensione della Roma: avrebbero potuto deliberare a maggioranza la ripartizione dei proventi così come è uscita dalle indagini demoscopiche, ma non l’hanno fatto, spinte dal senso di responsabilità di Udinese e Lazio. Haraccolto prontamente l’assist il Milan, che si è impegnato a dare il via libera alle linee guida del triennio 2012-15, da cui le big avevanominacciato di togliere i diritti delle interviste pre e post partita. Pericolo rientrato. È arrivato quindi lo sblocco delle fatturazioni, sulla base di un calcolo di compromesso dei bacini d’utenza: maggior peso per i tifosi «puri», l’Auditel che scende dal 33 al 16%.

Scenari Tra una decina di giorni, in assemblea, si punta a trovare l’accordo definitivo passando attraverso uno schema di ripartizione rivoluzionario. Dal 2012 in poi l’attuale 40-30-30 si trasformerà così: 40% in parti uguali, 39% in base ai risultati sportivi, 21% secondo i bacini d’utenza. Più spazio alla meritocrazia, con la prospettiva per le piccole di vedersi quasi raddoppiare il paracadute in caso di retrocessione (è allo studio la creazione di un fondo per alimentare il tesoretto). Le proposte sul tavolo sono due. Quella di Zamparini: di quel 39%, il 25% deve essere calcolato sugli ultimi cinque anni e il 14%sull’ultimo. Quella di Galliani: eleviamo al 24% l’incidenza della classifica dell’ultimo campionato. Quanto ai bacini, emerge una novità: i dati Auditel (che Galliani vuole eliminare) saranno corretti attraverso fasce di merito affinché la quota di mercato di una Juventus pesi di più di quella di un Cesena. Stefano Campoccia, vicepresidente dell’Udinese, guarda avanti: «La riunione di venerdì ha dimostrato che le liti giudiziarie non hanno inciso sui principi di ragionevolezza. Con questo clima di responsabilità speriamo di poter proiettare la Lega in una nuova stagione di programmazione politica

Simulazione Se questo principio diventasse definitivo ecco quanto percepirebbero, in totale per la stagione 2010-11, le società di A:

Juventus 79,1 (88 nel 2009-10);  Inter 74,8 (80); Milan 73,1 (80); Roma 58,1 (51); Napoli 50,8 (42); Lazio 46,1 (34); Fiorentina 41,1 (35); Palermo 37,7 (31); Samp 34,3 (22); Udinese 33,5 (24); Genoa 32,1 (23); Cagliari 31,2 (23); Parma 28,2 (19); Bologna 28,1 (20); Catania 26,1 (18); Chievo 24,6 (17); Bari 24,5 (17); Brescia 22,9 (in B); Lecce 22,9 (in B); Cesena 20,3 (in B).

(Fonte Gazzetta dello Sport)