rassegna stampa

Prof. Mariani: “Il rientro di Strootman mi rende felice. Nel 2006 ero sicuro che Totti sarebbe andato ai mondiali”

Il famoso chirurgo ha parlato della sua carriera e dei giocatori della Roma con i quali ha avuto a che fare

Redazione

Il Professor Mariani, nella sua lunga carriera, ha operato circa duemila atleti. Tra questi, molti giallorossi: Francesco Totti, Kevin Strootman, Damiano Tommasi. Il chirurgo ha parlato ad 'Io gioco pulito', rubrica del Fatto Quotidiano. Di seguito uno stralcio delle sue parole:

Ha avuto la fortuna e la bravura di operare e seguire numerosi atleti e campioni. Quale intervento è stato il più difficile e quale le ha dato maggiori soddisfazioni?

Non saprei dire quale è stato. Posso dire che pochi giorni prima di operare Strootman, operai un giocatore del Benfica (Salvio ndr) che presentava delle difficoltà a livello tecnico. Altri giocatori me li ricordo anche per le difficoltà a livello psicologico o di diagnosi. Ogni intervento ha il suo grado di difficoltà. Il bravo medico non è solo quello che sa fare il tavolo liscio e lineare, ma è quello che riesce a superare le complicazioni che gli si presentano davanti , perché già le ha viste oppure perché ha già sbagliato una volta. L’esperienza è il nome che diamo ai nostri errori. La bravura sta proprio li, nella capacità di gestire le difficoltà.

Quanto è importante la psicologia in questo tipo di interventi? Ha mai pensato che un atleta non riuscisse a tornare ad alti livelli?

E’ molto importante senza dubbio. Ci sono pazienti con cui si instaura un rapporto di empatia anche a livello umano, mentre con altri si hanno più difficoltà. In molti casi è importante anche tenere a distanza il paziente. Comunque si, mi è capitato delle volte di pensare che un atleta non potesse farcela a tornare ad alti livelli.

Nel 2006 disse a Francesco Totti “Giocherai il Mondiale”. Lo pensava veramente o era solo una mossa a livello psicologico?

Lo pensavo veramente all’epoca. Più in generale sono tendenzialmente ottimista, che può essere considerato anche un mio limite. Diciamo che ci sono due tecniche di approccio: quella del medico che abbassa le aspettative così qualunque risultato è tutto di guadagnato e quella del chirurgo che dice al proprio paziente che è andato tutto bene e che si vedrà poi dove riuscirà ad arrivare. Io opto per la seconda perché vedo sempre il bicchiere mezzo pieno.

Dopo la partita di Genova ha sentito Kevin Strootman?

No. Ci siamo sentiti dopo il quarto d’ora che fece contro il Palermo. Il nostro rapporto era finito quando l’ho restituito alla squadra.

Che effetto le ha fatto rivederlo così bene in campo?

Purtroppo non ho avuto modo di vedere la partita e mi dispiace molto. Dire che sono stato contento è dire poco perché sono un tifoso della squadra e lui è un giocatore importantissimo per la Roma. Mi ha fatto molto piacere anche a livello umano e soprattutto professionale.

In passato molti atleti, come Francesco Rocca o Marco Van Basten, hanno chiuso la loro carriera prematuramente. Con le conoscenze di oggi avrebbero potuto continuare ?

Ni. Per quanto riguarda Rocca, che seguii all’epoca del suo intervento, forse anche oggi avrebbe avuto difficoltà a continuare. Su Van Basten invece preferisco non rispondere perché non conosco a fondo la situazione e poi è stato operato da un altro chirurgo (sorride ndr).

(Massimiliano Guerra e Emanuele Sabatino)