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Primavera, Freddi Greco: “Stavo per piangere quando mi ha chiamato la Roma”

Foto di Matteo Nazzarri

Il centrocampista di Alberto De Rossi: "Il mio sangue è mezzo italiano e mezzo del Madagascar: ai miei genitori adottivi devo tutto"

Redazione

Jean Freddi Greco, centrocampista della Primavera della Roma, è stato intervistato da Roma TV. Ecco le sue parole.

18 anni ma ancora niente patente?

Sì, me la sto prendendo con calma. Presto mi metterò a studiare per farlo.

Le tue origini?

Ho vissuto fino a tre anni in una casa famiglia in Madagascar, poi sono arrivati i miei genitori adottivi che mi hanno portato qui.

Quando hai saputo dell'adozione?

Sinceramente non ho molti ricordi del momento in cui mi hanno adottato. Mi hanno spiegato tutto quando avevo dieci anni e sono stato contento, perché so che eravamo in difficoltà io e mio fratello e sapere che due persone ci hanno voluto bene e ci hanno adottato è bello. Devo tutto a loro. Spero un giorno di regalargli la gioia di vedere un figlio sul campo dell'Olimpico. Hanno fatto molti sacrifici per me, standomi vicino nei momenti difficili come l'infortunio al ginocchio.

C'è stato un ritorno in Madagascar?

No, ancora no, ma sto organizzando con mio fratello e, se possibile, anche con i miei genitori.

Cosa senti di tuo del Madagascar?

Il sangue che scorre dentro di me è sia italiano sia del Madagascar. Le mie doti calcistiche ed atletiche vengono da lì, poi le ho sviluppate crescendo.

Sui ruoli ricoperti?

Ho fatto un po' di tutto. Mi manca solo il portiere (ride, ndr), ma non credo di cavarmela male tra i pali.

Tanta duttilità, ma c'è un ruolo che prediligi?

Sinceramente da mezz'ala mi riesco ad esprimere di più al livello di inserimenti e gioco. Nasco come terzino e molti mi dicono che posso fare bene sulla fascia, ma a me interessa principalmente giocare.

Giocare in diversi ruoli porta più vantaggi o svantaggi?

Credo più vantaggi perché ti permette di avere più possibilità di giocare, ma rischia di essere svantaggioso perché ti porta a dover ricordare molti dettami tattici differenti.

Il primo gol in Primavera?

È stato un po' fortunoso, ma nel calcio ci vuole.

Nove anni di settore giovanile con la Roma, ricordi il giorno in cui ti hanno detto dell'interesse dei giallorossi?

Sì, tornando da scuola i miei genitori mi hanno detto che mi volevano parlare, pensavo di aver fatto qualcosa di male, ma invece mi hanno detto che era arrivata una mail dalla Roma che mi convocava per il provino. Mi stavo per mettere a piangere.

Il giorno del provino?

Ero molto emozionato. Tutti i bambini che erano lì dicevano di essere attaccanti, allora ho detto di essere difensore, anche se in realtà alla scuola calcio giocavo in attacco.

Sulla vittoria del campionato dello scorso anno...

Il coronamento di un sogno, spero di poter vincere anche con la Primavera. Siamo una squadra molto forte, anche se non lo dimostriamo sempre, ma possiamo dire la nostra.