(di Daniele Scasseddu) - Seconda vittoria consecutiva e seconda partita senza prendere gol: non è ancora calcio spettacolo ma qualcosa sta crescendo. La prossima trasferta di Siena e l’amarcord con Vincenzo Montella, tra due giornate, daranno un quadro più attendibile sui reali obiettivi della Roma che, in attesa del posticipo di domani tra Lazio e Udinese, ha agganciato i biancocelesti a 23 punti.
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Prestazione opaca ma contano i tre punti. Totti è sempre Totti
(di Daniele Scasseddu) – Seconda vittoria consecutiva e seconda partita senza prendere gol: non è ancora calcio spettacolo ma qualcosa sta crescendo.
TRE PUNTI IMPORTANTI - Di Zemanlandia, a Pescara, non si trova più nemmeno una briciola ma i tre punti conquistati ieri dai giallorossi aumentano morale e autostima. La Roma torna a casa con il quinto posto agganciato almeno fino a domani, quando la Lazio riceve l’Udinese all’Olimpico, ma senza progressi dal punto di vista del gioco. Il secondo successo consecutivo coincide anche con la seconda partita, la terza in questo torneo, senza prendere reti. L’impronta è sempre meno zemaniana, ma nessuno nello spogliatoio giallorosso si scandalizza. Anzi, vedendo il comportamento dei giocatori, attenti e ordinati, è molto probabile che in campo abbiano deciso di preferire la sostanza allo spettacolo. Se l’assetto è leggermente più lungo in campo, come già era successo nella ripresa contro il Torino, è solo per non lasciare corridoi per il contropiede avversario. Difesa meno alta e terzini che si alternano nella spinta. Equilibrio ovunque. Magari gli attaccanti dovrebbero garantire più disponibilità nei rientri, cosa però difficile da chiedere quando nel tridente di partenza ci sono tre prime punte.
Il risultato è più che giusto e la continuità dei risultati è la cosa più importante. Zeman non si è detto soddisfatto ma, almeno per una volta, potrà farsene una ragione: «Io voglio sempre vincere divertendo, non mi interessa rubare punti in giro per l’Italia. Penso che le vittorie debbano essere il premio di quanto espresso in campo». Zeman se ne va con tanti applausi dello stadio che fu suo, un regalo del presidente Sebastiani e tre punti. Ha schierato la stessa squadra che aveva battuto il Torino lunedì scorso, con la sola eccezione di Destro al posto dell’infortunato Lamela. È stato proprio l’attaccante, pagato 16 milioni di euro all’ultimo calciomercato superando la concorrenza della Juve, a segnare il gol decisivo. Avrebbe potuto segnarne anche almeno un altro e ha dato vita a una buona prova personale. Tutta da migliorare, invece, l’intesa con Osvaldo che, guarda caso, ieri è stato il peggiore della Roma. Il Pescara ha creato molto poco: giusto qualche mischione nel finale. Anche se Zeman ha più volte sottolineato di guardare più alla prestazione che al risultato, i tre punti di ieri sono fondamentali per rilanciare le ambizioni della Roma in campo europeo.
RISCATTO DESTRO – Alla fine Mattia Destro è partito titolare. A destra, posizione che né lui, né i compagni di reparto Totti e Osvaldo, sembrano gradire più di tanto. Ma l’attacco della Roma, durante i novanta minuti di Pescara, non è mai stato lo stesso: i tre, infatti, si sono spesso scambiati posizione, da destra a sinistra passando per il ruolo di centravanti. A ventuno anni Destro dà netta la sensazione di poter diventare presto un attaccante importantissimo, uno da venti gol a campionato come si diceva un tempo.
Destro si gode la sua prestazione: «Il gol? Lo dedico a me stesso. È stata una rete pesante in una partita difficile, sapevamo che avremmo trovato un Pescara tosto e siamo molto soddisfatti di questi tre punti». Dopo l’oblio, Mattia è a caccia di attenzioni, in primis da parte di Zeman. Stavolta l’esultanza è stata solo buffa, come quelle di un anno fa a Siena, e non ha rimediato il giallo. «Di solito esulto così, con il Palermo era più rabbiosa, perché non ero riuscito a dare quello che volevo». Destro ha lasciato il campo dopo 77 minuti, stanco e con una botta a una gamba, quella che tra le tante ricevute avrebbe potuto portare guai: «Sto bene, non è nulla di grave». Meglio così. Anche perché con Lamela fermo ai box, o comunque non al meglio, domenica a Siena molto probabilmente ci sarà ancora bisogno di Destro: «Sono a disposizione e darò sempre tutto fino alla fine»
TOTTI NON SI FERMA PIU’ - La differenza di età rispetto ai tanti compagni più giovani che gli girano intorno non si vede. Perché con il ritorno di Zeman, come per magia, ha ritrovato una continuità di rendimento che forse neanche lui si aspettava. Da sei anni non giocava le prime quattordici giornate di campionato senza saltarne una. Totti, anzi, come spesso accaduto in questo avvio di stagione, anche ieri a Pescara ha disegnato calcio. Lui ci mette tanto: assist, finte, controlli, gestione della gara, rincorse sugli avversari e tanto altro. Da capitano vero, poi, ha partecipato attivamente anche alle fasi finali di sofferenza, quelle in cui la Roma e i suoi tifosi hanno dovuto stringere i denti: «Ci stava un po’ di sofferenza perché avevamo sbagliato noi a non chiudere subito la partita. Non siamo riusciti a sfruttare tante occasioni create» . Però la Roma è tornata a casa con tre punti importanti in classifica: «Vittoria importante. Il successo fa sempre bene, perchè in maniera naturale di conseguenza alla vittoria arriva tutto, sicurezza, equilibrio e punti. E in più la squadra era molto ben messa in campo, vuol dire che abbiamo fatto bene. La cosa più importante comunque sono i tre punti, dovevamo continuare dopo il Torino per provare ad essere competitivi» .La vittoria di ieri, seppure ottenuta contro un avversario molto più debole, non è di poco conto.
La squadra ci ha messo anche il carattere: «Sì, è stata una bella dimostrazione sotto tutti i punti di vista. Cerchiamo di giocare da squadra, quando ci si aiuta tutti quanti diventa tutto pià facile. Stiamo cercando di tornare in alto in classifica, sul palcoscenico che deve sempre appartenere alla Roma. Continuando così, con questo spirito, possiamo riuscirci. Anche se ancora non facciamo al cento per cento quello che ci chiede Zeman di questo passo potremo veramente dire la nostra. Tanto abbiamo capito che se giochi bene e non vinci non serve a niente. Bisogna essere cinici e portare a casa i risultati. Adesso siamo più concreti» .
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