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Prandelli: “Osvaldo che non ha contestato il gol annullato è esempio molto significativo”

«Un allenatore può preparare come vuole una partita con i suoi giocatori, ma non deve mai condizionare la gente. Si sente spesso dire: abbassiamo i toni, perchè basta poco per far venire i tifosi allo stadio con uno spirito negativo». La nuova...

Redazione

«Un allenatore può preparare come vuole una partita con i suoi giocatori, ma non deve mai condizionare la gente. Si sente spesso dire: abbassiamo i toni, perchè basta poco per far venire i tifosi allo stadio con uno spirito negativo». La nuova breve lezione di quello che è lo "stile Prandellì", arriva a Bologna durante un dialogo tra il ct della nazionale e gli studenti delle scuole, ad un convegno dell'Associazione dei funzionari di polizia.

Prandelli ha insistito sulla responsabilità di chi è in panchina e di chi sta in campo: «Basta un gesto, una discussione con l'arbitro, e subito i tifosi hanno una risposta veemente». Le decisioni di chi dirige vanno accettate, punto e basta, ha spiegato. In quest'ottica il fatto che Osvaldo, dopo essersi visto annullato la prodezza in rovesciata contro il Lecce, non abbia contestato, per Prandelli è stato«un esempio molto significativo. Dobbiamo lavorare su queste cose». Punire chi sbaglia, è poi un buon criterio: qualche anno fa, ha ricordato, si espellevano i giocatori per i falli da dietro: dopo poco tempo, questi interventi cessarono. «Adesso si ricomincia a farlo, e bisognerebbe ricominciare a punirli». A chi gli ha chiesto del suo famoso 'codice eticò, il ct ha ribadito che si tratta di «una cosa molto normale, come normale è avere una regola di comportamento in una famiglia, con un genitore con un figlio. Un allenatore è come se avesse tanti figli». Parlando poi del clima sugli spalti in Italia, il ct ha detto che «rispetto agli 70-80 si arriva allo stadio con più serenità. È giusto parlare di sicurezza, ma bisognerebbe anche parlare di educazione». Andare allo stadio dovrebbe essere fatto «pensando di andare a casa nostra, o nel giardino di un amico». (ANSA).