(repubblica.it - E.Curr?) Intervista integrale del ct della nazionale: dalla scelta di Guardiola al sogno dei mondiali in Brasile, passando per Boateng e Balotelli. "La nazionale ? di tutti, sento la responsabilit?: faremo altre cose importanti anche fuori dal campo"
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Prandelli: “De Rossi ha carattere e torner? ad essere titolare fisso nella Roma”
(repubblica.it – E.Curr?) Intervista integrale del ct della nazionale: dalla scelta di Guardiola al sogno dei mondiali in Brasile, passando per Boateng e Balotelli.
Prandelli, per il suo ritorno in panchina Guardiola ha snobbato il calcio italiano, che pure sconfisse quello tedesco all'Europeo con la Nazionale: significa che ormai il nostro viene considerato un campionato di serie B??
"No, non credo che la questione vada letta in questa maniera. Io penso che quella di Guardiola sia stata una scelta ponderata con la famiglia: la ricerca di una realt? nuova, di qualcosa di non scontato. Certo, la Bundesliga ha potenzialit? enormi, strutture fantastiche e ultimamente ha cambiato anche mentalit?".
L'anno sabbatico di Guardiola, la stanchezza di Mazzarri: allenare consuma??
"Se vinci, no. Guardiola ha realizzato il sogno di tutti gli allenatori, ha avuto la forza e il coraggio di farlo: si ? goduto la famiglia e le vittorie. Si ? ricaricato. Che lui abbia fatto questo gesto, dopo 4-5 anni di lavoro quotidiano, ? significativo. Ha avuto la fortuna di potere scegliere. Se non ti fermi mai, probabilmente non ti godi nemmeno le cose, a cominciare proprio dalle vittorie".
Lei, dopo la finale di Kiev, parl? di priorit? della qualit? della vita e anche di assenza del lavoro quotidiano del campo. Crisi superata??
"Non ? importante quello che posso sentire io, ma la qualificazione al Mondiale. E io sono concentrato su questo. Avverto un senso di grande responsabilit?".
Quanto pesarono, all'epoca, le critiche per l'inserimento di suo figlio?
Niccol? nello staff dei preparatori atletici??
"E' un discorso che continua a ferirmi, perch? non c'? limite alla cattiveria. Non ? stata una critica, ma qualcosa che andava ben al di l?".
Si ? rassegnato all'isolamento della Nazionale, appoggiata soltanto quando gioca un Europeo o un Mondiale??
"Mi piacerebbe molto pi? coinvolgimento: anche nelle amichevoli rappresentiamo il paese e il calcio italiano, tra l'altro direi piuttosto bene. Mi dispiace che accada, ma ? la verit?. Del resto la mia non ? un'esigfenza isolata, se ? vero che tutte le federazioni si stanno organizzando per avere pi? spazio per la loro nazionale".
Ripartire dal secondo posto dell'Europeo, per?, non ? ripartire da zero con una squadra nuova come nel 2010: lo considera un vantaggio o una responsabilit? in pi???
"Ho deciso di anticipare certi cambiamenti, di valorizzare i nostri giovani. Il calcio ? veloce e dobbiamo farci trovare preparati. Altrimenti il rischio ? di dovere fare esordire al Mondiale ragazzi senza esperienza".
Il Mondiale in Brasile ? un Mondiale speciale??
"Il Brasile ? sinonimo di sogno, di calcio, di fantasia. I ragazzi della mia generazione sono cresciuti con frasi come "sembri un brasiliano", per dire che uno giocava bene. Il mio primo impatto, in dicembre al sorteggio della Confederations Cup, ? stato quello con un paese in fermento. La Confederations Cup ? molto importante, per noi: vorrei avere una squadra capace di affrontarla con un entusiasmo coinvolgente".
Che cosa ha capito, dal primo contatto col Brasile?
"Non c'ero mai stato prima. Ho visitato San Paolo, una citt? molto grande, un po' caotica, forse troppo grande per il mio modo di concepire citt?. E ho visto, ripeto, un paese in fermento".
Per la Sele?ao sar? il Mondiale per definizione, da non sbagliare, in casa: voi vi misurerete con la squadra di Scolari per due volte in 4 mesi, a marzo in amichevole e a giugno in Confederations.
"Sar? un'opportunit? di valutazione notevole, anche se l'amichevole di marzo, il 21, arriver? appena 5 giorni prima della trasferta di Malta, che ? una partita di qualificazione al Mondiale ed ? fondamentale per noi. Malta si allena tutti i giorni, non ? pi? la nazionale facile da affrontare che tutti pensano e d'altronde l'abbiamo gi? sperimentato all'andata a Modena. Bisogna fare sempre attenzione ai trabocchetti, nel calcio moderno".
Anche se il 4-0 della finale dell'Europeo fu esagerato, c'? comunque un gap da colmare nei confronti della Spagna: baster? un anno e mezzo, prima del Mondiale in Brasile?
"Stiamo lavorando proprio per questo. Abbiamo individuato ragazzi che possono crescere, ma la cosa pi? importante ? che i vecchi sono ancora trainanti e ricchi di entusiasmo. In un certo senso ? il gruppo, pi? di me, a scegliere i nuovi giovani, attraverso il rispetto e la considerazione che mostra per loro".
Allude a El Shaarawy, a Verratti ed eventualmente a De Sciglio??
"Erano con noi gi? in agosto, nell'amichevole con l'Inghilterra. Mi dispiace quando mi dicono che ho perso 4-5 partite, invece di sottolineare che ho proposto dei giovani bravi, in amichevoli che hanno proprio questa funzione. Ma ? un limite del nostro calcio, troppo ancorato al passato".
A proposito di futuro, lei usa molto la tecnologia, nell'analisi tattica e tecnica delle partite.?
"Semplifica il confronto con la squadra. Il dato statistico o tecnico rilevato al video non ? opinabile, ? veritiero. E mi aiuta a capire se il lavoro in campo ? stato distribuito in maniera equilibrata. Se lo ? stato, in genere non abbiamo sbagliato la partita. Il dato fondamentale ? la distanza tra i reparti, la lunghezza e la larghezza della squadra, la distribuzione delle sforzo tra i giocatori e i ruoli. In tante partite vedi magari che gli esterni hanno lavorato il doppio dei centrocampisti e questo non va bene. Se si rimane nella media calcolata per questo genere di situazioni, invece, significa che la squadra ha funzionato".
L'analisi al video ? tipica degli altri sport: attinger? a qualche aspetto della tecnica e della tattica delle altre discipline??
"Per la verit? gli altri sport non li vivo con questo approccio. Le Olimpiadi mi hanno incollato alla televisione, mi hanno dato una botta di emozione fantastica, a cominciare dai 100 metri di Bolt. E' la gara olimpica, il fatto che duri cos? poco non toglie a quei 10 secondi scarsi l'intensit? straordinaria di un evento unico".
Qual ? il privilegio del ruolo di commissario tecnico??
"Forse il periodico confronto con i colleghi. Due anni fa, a Madrid, ci fu uno straordinario intervento di Lippi. E Del Bosque, ogni volta che parla, riesce a trasmettere insegnamenti e sensazioni che nessuna intervista sui media darebbe. Sta nel suo mondo, dove tutti lo possono capire al volo. E quando uno si sente capito, d? il meglio".
I famosi stage per reparto sono un'utopia??
"Ci spero ancora. Servirebbero a lavorare per due giorni a livello analitico e didattico, dando un po'di conoscenze a tutti, e a chiamare molti pi? giocatori, senza bruciare convocazioni".
Dopo la qualificazione, arriver? il rinnovamento??
"Per la verit? l'obiettivo ? di arrivare alla qualificazione, quindi al Mondiale, avendo gi? impostato il gruppo. Intanto le nostre nazionali minori, lo dicono i risultati, stanno lavorando molto bene, col coordinamento di Sacchi e Viscidi. Somo cresciute bene, stanno crescendo bene. Gli stage delle Under, uno c'? appena stato, e i confronti internazionali frequenti hanno aiutato questa crescita, Ci vogliono bravura e programmazione".
Pretende un'unit? di identit? tattica tra le Under e la sua Nazionale?
"Io non sono per la rigidit? tattica, per obbligare categoricamente a un sistema di gioco. Ognuno deve essere libero di rispettare le caratteristiche dei propri giocatori. Nello stage di questa settimana, a Coverciano, ho avuto l'opportunit? di seguire da vicino il lavoro delle Under 21, 20 e 19 e ne ho avuto conferma".
Nell'Under 21 di Mangia ci sono Insigne, Immobile, Saponara, Marrone e Fabbrini, oltre a De Sciglio, pi? i gi? affermati Verratti ed El Shaarawy: qualcuno tra loro pu? andare al Mondiale?
"Nomi non ne faccio. Siamo convinti di aver e 2-3 giovani di ottima qualit?. Ma devono avere la possibilit? di sbagliare. Se si pretende tutto subito, il rischio ? in campo diventino timidi e che avvertano il peso delle responsabilt?".
La Figc ha rieletto il presidente Abete e confermato i vertici con Albertini, mentre la Lega non ha ancora nominato il suo presidente: la cosa la preoccupa, vista l'importanza, per la Nazionale, dei rapporti con i club??
"Ho parlato con 2-3 presidenti di club, sanno che non ? una bella figura quella che stanno facendo. Ma non lo vedo come ostacolo al mio lavoro, io mi rapporto col presidente e con i vertici federali, Sono poi loro a rapportarsi coi club".
A tre anni e mezzo dal ritiro Maldini ? ancora fuori dal calcio: non le sembra un patrimonio sprecato?
"Confermo. ? un patrimonio sprecato: per esperienza, immagine e seriet?, andrebbe bene in qualsiasi posto".
Per la prima volta c'? un calciatore in attivit?, Perrotta in consiglio federale, nel governo del calcio.?
"Pu? essere importante, per fare capire al mondo del calcio che cosa c'? in parallelo all'attivit? sul campo, cio? per fare toccare con mano ai calciatori certi argomenti. Scoprire che li puoi risolvere in maniera diversa da come pensavi ti fa? sentire pi? responsabile".
Platini ? l'esempio: il calcio agli ex calciatori.?
"Le persone intelligenti e capaci, qualunque provenienza abbiano, possono determinare il futuro della societ?: Michel era intelligente da calciatore e intelligente ? anche da presidente dell'Uefa".
L'aiuto della nuova filosofia del lancio dei giovani alla sua Nazionale ? stato involontario?
"? un po' difficile capire se ci sia dietro la strategia societaria. Comunque sia, me ne compiaccio, anche se non vedo molta programmazione: altrimenti Verratti giocherebbe in serie A".
I presidenti stanno imparando qualcosa dall'austerity??
"Non so se la crisi abbia indotto comportamenti diversi".
Lei disse di ricordare l'esonero dopo 5 giornate da parte di Zamparini, al Venezia, come una ferita della carriera.
"Se le statistiche sono significative, la percentuale degli esoneri mi pare sempre uguale. E' un errore culturale, di valutazione, di aspettative. Credo che nasca dalla volont? dei presidenti di restare per qualche settimana senza critiche".
Tatticamente la serie A le sta spedendo un messaggio: quasi tutti fanno la difesa a tre, adesso perfino Zeman.
"Forse la difesa a tre o a cinque ? un modo di velocizzare un po' certi concetti, i giocatori la interiorizzano pi? rapidamente. Ma a me sembra che una squadra, come noi all'europeo, debba essere in grado di cambiare i moduli senza contraccolpi".
Maldini si ? detto allarmato dall'impoverimento della scuola difensiva.?
"Secondo me la questione ? che oggi al difensore non si chiede soltanto l'uno contro uno, ma anche la costruzione del gioco. E quelli che, come Paolo, sanno fare con naturalezza entrambe le fasi, non nascono mica ogni due anni".
Per la scelta degli attaccanti del Mondiale, tra Osvaldo, Destro, Giovinco, Giuseppe Rossi e compagnia, conter? l'et? o conteranno i gol??
"Conteranno sicuramente i gol, ma anche la freschezza atletica e soprattutto il sapersi muoverei senza palla. Il futuro, con tutto il pressing attuale, ? non dare riferimenti all'avversario, ? una strada obbligata".
Intanto due pilastri dell'Europeo, Balotelli e De Rossi, sono diventati riserve nei loro club.?
"Distinguiamo. Su Daniele sono convinto, per il carattere che ha, che sia talmente forte da poterne uscire pi? forte di prima. Per Mario dipende tutto da lui. Deve ascoltare soltanto Mancini, poi ha tutto per confermarsi ad alti livelli".
Lei, per?, disse che se non giocava non lo avrebbe potuto chiamare. Balotelli ci sar? il 6 febbraio ad Amsterdam, nell'amichevole con l'Olanda?
"Magari Mario nel Manchester City non gioca la partita intera, per? non ? che non giochi proprio mai. Le riflessioni le far? vicino alla partita. Tecnicamente Balotelli ? un giocatore importante per noi, all'Europeo lo ? stato".
Si augura di vederlo nel campionato italiano, magari nel Milan??
"Non mi auguro nulla, se non di vederlo giocare con continuit? di rendimento".
E le sue intemperanze fuori dal campo?
"A me interessa quello che fa in campo".
Anche Abate ? diventato riserva.?
"Tante volte si tratta di momenti del campionato. Poi recuperi il posto, qualche partita fuori pu? anche fare bene".
Cassano ? tagliato fuori?
"Sta facendo molto bene nell'Inter, ? un giocatore importante. Ma se avessimo avuto lui, nelle ultime partite, non avrei potuto fare giocare El Shaarawy, fermo restando che Antonio ha dato tanto alla Nazionale. Se in questi due anni far? bene, il discorso sar? lo stesso che ho fatto a suo tempo per Di Natale, il quale poi all'Europeo ci ? andato".
Giuseppe Rossi pu? recuperare?
"? una bella novit?, un'intuizione della Fiorentina. Sono convinto che riuscir? a tornare pi? forte di prima. Caratterialmente ? forte ed ? il giocatore che ci manca, l'attaccante moderno. Con lui e Cassano abbiamo avuto una coppia che per tanti era da prendere in giro e che invece ha funzionato benissimo".
Si va verso il tridente o il centrocampo col rombo e gli interscambi di ruoli, il suo marchio di fabbrica??
"Io vedo attaccanti moderni, poi pu? essere tutto. A me piace calcio totale, di movimento".
Il calcio va veloce, sottolinea lei: all'avanguardia c'? sempre quello del Barcellona, anche dopo l'Europeo??
"Io noto che, dall'Europeo in poi, tante squadre stanno cercando di costruire il gioco dal basso. Il dato tecnico che pi? mi preme, in ogni caso, ? che a livello europeo c'? molta pi? intensit? rispetto al campionato italiano: le coppe lo dimostrano. Quindi ? ovvio che dovr? lavorare soprattutto su questo aspetto".
Qual ? il suo modello di squadra, nella storia?
"Ci sono tante squadre che mi hanno fatto sognare: il Milan di Sacchi, l'Ajax , il Barcellona, la Juve di Lippi. Il dato comune ? che, quando una squadra ? squadra davvero, ha sempre un'identit? precisa. Quando facevo i corsi a Coverciano e guardavamo la sera la Champions, mi ricordo le discussioni. Gi? allora dicevo che restavo affascinato da una squadra che avesse un'impronta. Mi spiego. Tu abbassi l'audio, metti una striscia sulle magliette e sai comunque che quello ? il Barcellona. Ecco, questo ? essere una grande squadra".
La sua Nazionale lo ??
"Ci prova. Io vado fiero di avere proposto e contribuito a un modo di rapportarsi con questo lavoro in maniera un po' diversa e quindi anche del gioco della squadra".
Considera il codice etico il suo fiore all'occhiello??
"Ormai del codice etico si parler? per sempre. In realt? ? tutto molto semplice. ? nato da un confronto con la squadra e dalle decisione di convocare chi lo merita per i comportamenti. il codice giudica gli azzurri nei 90' di gioco e basta, non va oltre. Se hanno sbagliato nei club e vengono multati, perch? devo rincarare?".
Ripassiamo il concetto.
"Non si convoca chi, a ridosso delle partite in Nazionale, si sia comportato in maniera sbagliata, con sputi, gomitate o gesti di questo tipo. Perch? secondo me la maglia azzurra ? una maglia non tua. La abbiamo in prestito e deve essere riconsegnata nel migliore modo possibile. Dobbiamo sentirci responsabili e onorati, non consegnarla sporca o bucata".
E' il manifesto della sua gestione: la Nazionale non ? chiusa in una torre d'avorio.
"Siamo stati al passo con i tempi. La gente aveva bisogno di immedesimarsi nella Nazionale. Quando abbiamo ricevuto qualche proposta che aiutasse a fare questo, l'abbiamo accettata, sapendo che si trattava di qualcosa di impegnativo, ma anche di significativo. A me piace una squadra che si prenda la responsabilit? di determinate scelte. E poi la Nazionale ? la squadra di tutti, ? la squadra degli italiani".
Per questo Rizziconi, Auschwitz e Medolla, nella storia della Nazionale, sono pagine indelebili come la semifinale di Varsavia con la Germania??
"Allenarsi sul campo confiscato alla 'ndrangheta ? stato ricordare che era stato tolto un sogno ai bambini e togliere i sogni ai bambini non si pu?. Dai terremotati siamo andati perch? c'era un entusiasmo straordinario: volevamo essere noi a ringraziare loro. Quanto ad Auschwitz, ? stato inevitabile: eravamo in Polonia, era giusto non fare dimenticare. A volte sono gli stessi giocatori a proporre. Abbiamo ancora tante cose da fare e le faremo, ? giusto cos?".
Contro la mafia e la camorra?
"? prematuro anticiparlo, lo diremo a tempo debito. Non mi piace la retorica".
Disse uno dei sopravvissuti che vi guidarono nella visita a Auschwitz: "Adesso sarete pi? forti anche sul campo".
"A me in quel momento interessava trasmettere significato a quell'evento. Mentre arrivavamo, sul pullman c'era un'atmosfera strana. Si avvertiva il desiderio di arrivare, ma al tempo stesso c'era grande rispetto per il luogo. Cos? siamo arrivati in silenzio e il silenzio ha unito la squadra, perch? in tanti momenti il silenzio unisce pi? dei discorsi. Il silenzio ? riflessione, la riflessione pensiero, il pensiero rispetto. Quando rispetti le altre persone, diventi generoso automaticamente. E quando sei generoso, sei attento ai problemi dei compagni".
Un'altra sua convinzione ? che dagli scandali si possa imparare: il calcio italiano ha imparato dal calcioscommesse??
"Scandaloso ? se fai finta di nulla. Il fatto stesso di parlarne e di accettare il disagio conferma che, una volta analizzato e capito il problema, se ne pu? trarre qualcosa di buono. In questo caso si ? capito che bisognava velocizzare la crescita del settore calcistico, parlare di pi? con i giovani e non dare nulla per scontato. Ritengo importante il fatto che il movimento stia cercando di aiutare i calciatori a pensare al dopo-calcio".
Si riferisce alla riforma dei campionati?
"Anche. Molti si consideravano professionisti, prendendo mille euro al mese e mantenendo una famiglia lontano da casa. Una volta, invece, c'era il semiprofessionismo e non c'? niente di offensivo nella parola, n? nella realt? ovvia che non tutti possono fare i calciatori professionisti. Forse ? stato il momento giusto per fare cambiamenti: mi sembra che con riforme dei campionati si sia sfruttata l'occasione".
Per? Simone Farina, il simbolo della lotta al calcioscommesse, non ? rimasto a lavorare in Italia ed ? finito a fare l'istruttore dei ragazzini dell'Aston Villa.
"Ho provato molta amarezza per questa storia. ? sempre cos?. gli altri apprezzano di pi? le cose buone rispetto a noi italiani. Lo constato con la Nazionale: vai in giro e ti fanno i complimenti, qui un po' meno. Farina ? dovuto andare all'estero, probabilmente perch? ha rotto un sistema, anche se magari ha preferito l'Inghilterra per stare lontano dalle pressioni".
Lei per il Pallone d'Oro ha votato Pirlo, Buffon e Messi tra i calciatori e Del Bosque tra i tecnici, ma chi ? per lei il personaggio calcistico del 2012??
"Abidal e Vilanova, sicuramente. Non devi per forza andare a vedere chi ha vinto, nei bilanci di fine anno. E' fantastico il messaggio, lo spot che loro due rappresentano, per chi soffre e vuole sperare, per chi pensa che ci sia la possibilit? di guarire e di tornare come prima. Questi sono gli esempi che non bisogna mai stancarsi di mostrare al mondo".
L'ha scioccata la storia di Armstrong e del doping??
"S?, perch? sentirlo dal diretto interessato colpisce. Il fatto che ci sia questo problema nel ciclismo ? noto, ma il problema non sono certo i ciclisti. ? il sistema che ? sbagliato. Se tu pretendi una media alta e una tappa ogni giorno, ? tutto disumano".
Anche il calcio ha un calendario che pu? incoraggiare il doping.?
"No, perch? il calcio ? uno sport d'abilit?, dove puoi camuffare la fatica con l'intelligenza".
Capitolo razzismo. Lei disse: "Servono gesti forti di tutti, senza pensare che i club debbano fare sempre da soli". Il gesto forte ? arrivato, dal Milan e da Boateng, e il giudice sportivo l'ha recepito.?
"C'era bisogno appunto di un gesto forte. Se il calcio avesse fatto finta di niente per l'ennesima volta, gli insulti dei razzisti non avrebbero avuto nemmeno un trafiletto sul giornale. Dobbiamo essere forti e decisi, nel dire basta. ? stato il primo passo".
L'Onu ha addirittura invitato Boateng.?
"Non ? che ai prossimi "buuu" le squadre debbano uscire dal campo, ma ? stato giusto farlo a Busto Arsizio, per innescare finalmente un meccanismo di rivalsa e di rifiuto verso il razzismo. Gli imbecilli, purtroppo, ci sono e ci saranno sempre. La prossima volta dobbiamo entrare in campo e per 30" stare completamente fermi e poi ricominciare".
Angelo, giocatore di colore del Siena, ha ricordato che in Italia esiste ancora il razzismo tra Nord e Sud: la Nazionale multietnica ? un altro messaggio??
"Ovviamente in Nazionale io convoco chi gioca bene. Non mi va di tornare sul discorso della multietnicit?, ormai va data per scontata, il problema mi sembra superato. E il razzismo di provincia o di regione non deve essere un ostacolo a capire che in un mondo globalizzato, dove le persone vengono per scelta a vivere qui e si sentono bene qui e fanno nascere figli, i figli di queste persone sono figli italiani. In un paese civile questo va riconosciuto, altrimenti siamo all'et? della pietra".
Ma gli insulti a Balotelli a Klagenfurt sono del 2010 e nel frattempo, evidentemente, non ? cambiato molto.
"Allora dissi che il primo impulso era stato quello di entrare in campo e di abbracciare Mario. Se dopo due anni, parliamo ancora di queste cose, significa che il problema va affrontato nel modo pi? efficace. Il Milan, ripeto, ha fatto una bellissima cosa".
Il terzo tempo voluto dalla sua Fiorentina, gesto di fair-play non occasionale, ? gi? finito in soffitta.
"Mi dispiace. Era nato su proposta della famiglia Della Valle. L'errore ? stato quello di non avere avuto la forza di continuare. Non era stato facile trasmetterlo ai giocatori, ma io resto convinto che, se fatto bene e con sincerit?, aiuti a stemperare le tensioni: in campo e soprattutto tra i tifosi".
Lei si ? schierato politicamente a favore del sindaco di Firenze Renzi, nelle primarie del Pd: ? deluso dalla vittoria di Bersani??
"Deluso no, ? la democrazia. Ma per me Renzi ? il futuro, poteva essere considerato il nuovo. Lo conosco e so come lavora. Secondo me, dovrebbe essere come nel calcio: se un club va male per qualche stagione, cambia l'allenatore o il vertice. La politica avrebbe bisogno di un ricambio".
Tra Bersani, Monti e Berlusconi chi sceglie?
"Non parlo pi? delle elezioni".
Ulivieri, la Idem, la Vezzali: gli sportivi si impegnano in politica.?
"Perch? no, ? un fatto soggettivo e personale. Ognuno deve fare quello che sente. Di sicuro si entra in politica per aiutare gli altri: questa deve essere la molla. Lo sport, ? una mia convinzione, insegna il sacrificio e il rispetto delle regole".
Per? dello sport, di solito, ai politici importa pochino.?
"Sentendo le interviste degli insegnanti, si scopre che abbiamo strutture vecchie. Avremmo necessit? di strutture ben diverse, a cominciare semplicemente dalle palestre per la ginnastica nelle scuole. Siamo il terzo paese per obesit? e c'? chi si stupisce. Lo credo! Al posto della palestre ci sono i parcheggi e ormai mancano anche gli oratori di una volta. Io imparai a giocare a calcio l?, all'oratorio di Orzinuovi, da don Vanni".
?Allegri ha dichiarato che i giovani calciatori vengono un po' utilizzati come cavie dagli allenatori in carriera e ha proposto due corsi separati, uno per i settori giovanili e uno per chi aspira alla prima squadra.?
"Indubbiamente chi sceglie il settore giovanile ha una missione: per la crescita dei ragazzi, per la societ?, per un lavoro in prospettiva. I risultati sono una conseguenza ed ? possibile che a un tecnico delle giovanili arrivino poi richieste. Ma l? si vede l'abilit? del responsabile del settore giovanile. Due patentini mi sembrano francamente troppi, gi? il sistema ? complicato. Io, che provengo dal settore giovanile, lancerei un altro tipo di provocazione: che tutti, prima di approdare alle prime squadre, facciano obbligatoriamente qualche anno di lavoro nei settori giovanili. Comunque sono sempre pi? convinto di una cosa".
Quale?
"Che l'obiettivo sia l'uomo, il calciatore viene dopo. Se qualcuno ha pensato di sovvertire le priorit?, si ? sbagliato. Torniamo a fare crescere prima il ragazzo come uomo e poi come calciatore. Non si pu? pensare di farlo arrivare al successo immaturo, investendo sul talento fine a se stesso".
Dopo l'Europeo circolarono voci su liti tra Cassano e il gruppo e tra Balotelli e i senatori: qualcuno ha peccato di immaturit?, destabilizzando il gruppo?
"No, non ci sono mai state situazioni difficili o ingestibili, ognuno in una manifestazione cos? lunga vive a suo modo le dinamiche della collettivit?, ma sempre nel rispetto delle regole. Piuttosto, dall'Europeo ho tratto un altro insegnamento".
Cio??
"Che non devi lasciare proprio niente al caso, che devi lavorare ancora di pi? sul particolare. Cos? faremo per il Mondiale. L'essenziale ? essere capace di andare oltre, di programmare sempre il massimo dei massimi. Ad esempio, a posteriori, sbagliammo a non volere pensare in anticipo finale. In semifinale facemmo come se nulla fosse, anche per scaramanzia. Invece sarebbe stato meglio programmare la partenza da Varsavia direttamente per Kiev, senza tornare a Cracovia. Ci saremmo risparmiati una fatica, con un viaggio in meno: si ? poi visto che anche la stanchezza ? stata decisiva e quanto abbia inciso, nella finale co la Spagna".
In Confederations Cup vedremo i giovani o i titolari??
"L'idea ? di andare con i titolari, la manifestazione ? importante. Poi, certo, a fine campionato dipender? dalla stanchezza. Con Mangia ci sar? un incontro a breve, per decidere la strategia: anche la fase finale dell'Europeo dell'Under 21 ? molto importante".
El Shaarawy verr? in Brasile?
"Sta facendo cose importanti".
? un giocatore generoso: l'aggettivo che lei ama di pi?.
"Si parte sempre da quello. Generosit? ? rispetto verso la gente, ? dare pi? di quello che si pu?. la maglia azzurra non deve mai pesare: il tifoso ti perdona se sei generoso. Non perdona la supponenza a una categoria che gi? ? tacciata di essere ricca e viziata".
Ma il calcio fa davvero bene, come da titolo del suo libro autobiografico per ragazzi, scritto con Giuseppe Calabrese??
"Certo. Fa bene come vitamina C e anche la D e la E. perch? quando pensi al calcio, pensi a qualcosa di bello, riesce a farti dimenticare qualsiasi cosa brutta. Tutti ne possono parlare, tutti sono centravanti, tutti ct, tutti quel gol sbagliato e cos? facile lo avrebbero segnato. Il calcio fa bene perch? quando qualcuno ne parla, chiunque ne parli, in quell'istante ? sempre legge".
Prandelli, lei regal? a Napolitano la sua medaglia dell'Europeo: le mancher? in Brasile, quando al suo posto ci sar? un altro Presidente della Repubblica?
"Sinceramente non ho mai fatto un pensiero che non fosse con lui come Presidente della repubblica, per me ? intramontabile. Rester? l'unico, gli voglio bene come persona. Mi auguro che rimanga legato a questa squadra: ci ? stato particolarmente vicino, nel periodo degli Europei. Lo abbiamo sentito in modoi chiarissimo, anche nei momenti pi? difficili".
Lo "convocher?" a Coverciano?
"Quando sar? libero, mi auguro il pi? tardi possibile, avremo tempo di pensarci. Sono cose che vanno affrontate al momento giusto. Di sicuro, a tutti noi farebbe piacere se venisse. Ha lasciato un bellissimo ricordo. Ma soprattutto abbiamo misurato il suo senso di appartenenza vero alla Nazionale. E la sua grandissima sincerit?".
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