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Portavoce Turkish Airlines: “Presto saremo main sponsor della Roma”. La comunità Armena insorge

Nel caso in cui la compagnia aerea turca diventasse il main sponsor giallorosso andrebbe a versare nelle casse della società di Trigoria 7 milioni annui

Redazione

La Roma è prossima ad avere un main sponsor, dopo l’ammissione di colpa del presidente Pallotta durante la conferenza stampa dello scorso 15 giugno, la società è corsa ai ripari: "E' stato fatto un errore, si pensava di legare la sponsorizzazione con lo stadio, ma stiamo facendo dei cambiamenti" disse Pallotta, adesso però le trattative potrebbero prendere una strada più concreta.

MAIN SPONSOR - Sarà il marchio della Turkish Airlines a comparire sulla maglia di Totti e compagni, un’operazione da 7 milioni di euro a stagione destinati a salire. A conferma della veridicità della trattativa arrivano anche le parole del portavoce della compagnia aerea Ali Genç rilasciate al quotidiano online aa.com.tr: “L’accordo di sponsorizzazione con la Roma sarà firmato il prima possibile”. Il portale rivela inoltre che è già la quinta volta che Turkish Airlines mostra interesse per la Roma.

LA PROTESTA - Definito l’accordo, non ha tardato arrivare la protesta della comunità Armena di Roma, in una lettera indirizzata alla società, il presidente Nevart Cricorian scrive: “Ci permettiamo, come romani di origine armena, di consigliare alla “nostra” Roma la massima cautela in tale operazione e, laddove la stessa si sia effettivamente conclusa, di mantenere comunque una “distanza” tra sponsor e società evitando per quanto possibile qualsiasi coinvolgimento che vada oltre il normale rapporto commerciale.

Non crediamo infatti, che da un mero punto di vista di marketing sia strategico acquisire una sponsorizzazione turca (tra l’altro, a quanto pare, con ricavi più bassi di quanto ipotizzabile in passato) proprio nell’anno in cui in tutto il mondo si è commemorato il centenario del genocidio armeno e il “prodotto” Turchia, anche per gravi vicende politiche interne, ha subito una pressione mediatica negativa.

Nel 2015, esattamente un secolo dopo il massacro di un milione e mezzo di armeni cristiani, la negazionista Turchia (e tutti i brand ad essa associati) sono stati negativamente sotto i riflettori mondiali. E francamente, da armeni, romani (e tanti anche romanisti), ci fa molto male vedere sulla divisa giallorosa, proprio nell’anno di un così triste anniversario, nomi e simboli riconducibili a coloro che ancora oggi rifiutano di riconoscere il Metz Yeghern, il nostro Grande Male.

In queste settimane la Turchia è al centro dell’attenzione mondiale per la campagna bellica lanciata contro il popolo kurdo, è pesantemente sospettata di aver quanto meno tollerato le infiltrazioni di militanti dell’ISIS, vive una crisi politica ed economica senza precedenti”

E continua: “Ci rendiamo conto che le sponsorizzazioni sono importanti per una squadra di calcio di alto livello, che i soldi in arrivo serviranno a potenziare ancora di più la Roma, ma ci interroghiamo, preoccupati, sul ritorno di immagine che potrebbe avere la nostra A.S.Roma. Davvero non era possibile trovare un altro sponsor non riconducibile a un Paese che “Reporter Senza Frontiere” colloca agli ultimissimi posti nella classifica mondiale sulla libertà di informazione ed espressione?