L’iPhone 10 ce l’ha solo lui, ma la doppietta di Totti non basta a evitare l’allegro allungo di Max, tra (nuove) questioni di centimetri, tweet infuocati, denunce e interrogazioni parlamentari. La Juve torna se stessa, gioca novanta minuti tosti e spietati e rimette la freccia. Pogba non ha limiti, come Totti, del resto.
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Pogba non ha limiti, come Totti, del resto
Sotto la Sud Totti non resiste e celebra la bellezza del gioco e dell’appartenenza nel modo più contemporaneo e tecnologico che esista. Romano e romanista, per sempre.
La Roma sbanda di brutto contro una grande Lazio e si salva infatti solo grazie al talento di Francesco, eterno bambino e campione leggendario. Lui se ne frega delle parodie che circolano in rete. Pensa se avesse perso cosa gli avrebbero detto. Niente. Sotto la Sud non resiste e celebra la bellezza del gioco e dell’appartenenza nel modo più contemporaneo e tecnologico che esista. Romano e romanista, per sempre.
Uno dei suoi amici, Roger Federer, vince intanto per la millesima volta un match ed è un numero enorme, che racconta longevità e talento, impegno e grandezza. L’Inter sembra finalmente risorta, il Milan è invece cupo. All’Olimpico va in scena l’antitesi dell’estetica berlusconiana. Il Toro del discepolo Cairo è padrone del campo e del giuoco (con la “U”) e non vince solo perché non segna (quasi) mai. Pippo finisce senza attaccanti e con la difesa a cinque. Eresia.
Il resto è ovviamente contorno. Le immagini di Parigi si prendono i titoli e rappresentano il senso di tutto. La faticosa ricerca di un equilibrio, la libertà nel suo significato più alto, l’Occidente inteso come il luogo dove se ti offendono non reagisci sparando ma, al massimo, con una querela. Lo sport, giocato, visto e raccontato, fa parte di questa allegria, della nostra fragile e relativa libertà, che, con difetti e miserie, crisi economiche e diseguaglianze, continua a essere comunque gradita compagna di viaggio. Nelle banlieue di Parigi, tra i tifosi del PSG travolto in Corsica e nei bar di tutta Italia, dove oggi si parla di Charlie e terrorismo, certo, ma anche di fuorigioco e prodezze, trasferte da organizzare e arbitri discutibili. Come sempre.
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