Miralem Pjanic, protagonista con la sua Bosnia ai mondiali in Brasile, ha rilasciato un'intervista a Sky Sport dove ha parlato della sua Nazione e dell'orgoglio di partecipare alla Coppa del Mondo.
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Pjanic: “Ho prolungato il contratto perchè con questa squadra possiamo puntare in alto”
Miralem Pjanic, protagonista con la sua Bosnia ai mondiali in Brasile, ha rilasciato un’intervista a Sky Sport dove ha parlato della sua Nazione e dell’orgoglio di partecipare alla Coppa del Mondo.
Queste le sue parole:
"La Bosnia ha avuto momenti difficili e la gente ha avuto poco da sorridere, penso che noi gli abbiamo ridato il sorriso e per noi è molto importante. La Bosnia non ha mai giocato Mondiale e Europeo: siamo molto felici per noi e il paese. Per quello dico che il nostro mondiale spero che daremo molta gioia in più."
Quando hai visto la gente a Sarajevo?
Era straordinario, avevamo giocato a Lituania e siamo arrivati qua verso le 2. C’era gente all’aeroporto e in città ancora di più. Un momento di grande gioia, ero contentissimo: ho realizzato il sogno di fare il mondiale e portarci il paese è stato incredibile. Spero che nei prossimi anni potrò rappresentare bene il mio paese
La guerra?
Ci raccontiamo quello che è successo negli anni difficili. Come Dzeko che era qui: era difficilissimo per loro. Sono andato via presto dalla Bosnia, sono cresciuto fuori. Ho avuto la fortuna di non stare qua durante la guerra. E’ stato un momento difficile per il mio paese e spero che non succederà più.
I tuoi genitori?
Sono andati via da qui senza niente e hanno provato a costruire da zero. Mio padre andava al lavoro e a giocare a calcio. Quando ero piccolo io seguivo mio padre negli allenamenti e così ho iniziato ad essere nel calcio e nel mondo del calcio. Seguivo le partite e così mi sono iscritto in questa squadra e da quando ho 5 anni ho solo pensato al pallone
Quando sei tornato qui?
dopo la guerra, da nonno e nonna: c’erano sempre gli americani che passavano perle strade e facevano sicurezza nel paese. Questi sono ricordi che non dimenticherò mia, la guerra era gia finita. Ogni volta che li vedevo passare ci salutavamo. Un paese toccato dalla guerra che ha vissuto cose incredibili: bambini che hanno vissuto cose bruttissime. Grazie ai miei genitori ora va tutto bene per me
Le etnie religiose?
Non c’è nessun problema. L’ex Jugoslavia era un paese potente, oggi il nostro paese avanza e proviamo a dimenticare quello che è successo. Nello sport c’è un grande esempio: tutto quello non esiste piu. Noi stiamo tutti bene insieme e queste cose non devono più arrivare
Sei praticante?
non totalmente. Il Ramadan è duro farlo, c’è chi lo fa. Io provo a fare il massimo, tutta la mia famiglia è musulmana
La Roma?
"E’ una bellissima esperienza per me, prima di arrivare non conoscevo nulla: dove si situava, come erano i tifosi, la serie A. Quando sono arrivato ho visto tutto sempre piu positivo, c’era sempre qualcosa di nuovo. Quando ho scelto la Roma c’era il mister Luis Enrique e tutta la società che mi voleva. Ho sentito la fiducia e oggi mi trovo benissimo. Ho prolungato perchè il progetto è molto grande: con questa squadra possiamo puntare sempre più in alto"
La Nazionale è nata da poco
"Fino all’Under 17 giocavo per il Lussemburgo, poi a Lione mi ha chiamato la Francia. Ma io ho scelto la Bosnia: la sfida era portarla tra le prime"
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