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Modello Salisburgo, l’invidia di Pinto e la distanza di Mourinho

Modello Salisburgo, l’invidia di Pinto e la distanza di Mourinho - immagine 1
Il modello societario del club austriaco ha fatto brillare gli occhi al gm portoghese, ma è quanto di più lontano dalla mentalità di Mou

Francesco Balzani

“Sono invidioso del Salisburgo”. Non di Manchester City o Psg, ma del Salisburgo. E non ci sarebbe nulla di male visti i successi sportivi, economici e di immagine del club austriaco che negli anni ha tirato fuori talenti come Haaland, Manè e Adeyemi. Il modello societario del club della Red Bull fa brillare gli occhi a Tiago Pinto: “Non ho paura di dire che sono invidioso. Sono andato a pranzo con loro e hanno un progetto favoloso. Hanno una strategia giusta e la seguono al 100%”. Queste le parole del gm nel pre partita di ieri. La galassia RedBull in effetti è entrata prepotentemente nel calcio e da fuori sembra tutto rosa e fiori. Ma è ciò che farebbe Mourinho? In realtà il modello Salisburgo è quanto di più lontano dalla mentalità dello Special One che punta spesso su giocatori già affermati, non da far crescere insomma. Intorno a loro qualche giovane va bene (vedi i Balotelli o Zalewski della situazione) ma l’impianto deve essere garantito e di forte mentalità per competere in campionato decisamente più ostici di quello austriaco.

 

Modello Salisburgo, l’invidia di Pinto e la distanza di Mourinho- immagine 2

Come funziona il metodo Salisburgo

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 A far gola a Pinto è soprattutto la stabilità economica che a Trigoria deve fronteggiare altri problemi. Si parla di 342 milioni di ricavi in 5 anni, roba enorme nel calcio attuale. Il sistema collaudato è chiaro.  I soldi non vengono spesi principalmente per i calciatori che sono presi quando sono giovani e sconosciuti da diversi emisferi del mondo con un occhio di riguardo per l’Africa e il Nord Europa. Gli investimenti vengono fatti sugli scout. Poi si procede alla crescita dei giovani che vengono subito utilizzati in un campionato mediocre dove ottengono subito ottimi risultati e accumulano esperienza anche grazie alla presenza fissa nelle coppe. Il settore giovanile all’avanguardia e un centro sportivo da 5 stelle fanno il resto.  L’aspetto negativo (e anti Mourinhiano) è che una volta consacrati vengono ceduti nella maggior parte dei casi alla casa madre: il Lipsia. Tanti i talenti passati per la RedBull Arena in questi anni. Due su tutti Sadio Mané e Erling Haaland. Hanno scoperto anche altri calciatori come Szoboszlai, Daka e Upamecano. La domanda è lecita: è giusto invidiare le cosiddette squadre nate in provetta? Tante critiche sono arrivate anche in Germania. Uno dei motivi di discordia è sicuramente il rispetto, non proprio trasparente, della regola della DFB del 50%+1. Questa regola della federazione tedesca impone che la maggioranza delle quote della società sia di proprietà dei tifosi. Il Lipsia rispetta formalmente l’obbligo ma la maggioranza degli “azionisti-tifosi” sono persone molto vicine all’ambiente Red Bull. Ma questo è unaspetto secondario. La domanda principale è: Mourinho accetterebbe un programma del genere anche se in fase embrionale? No. E allora la seconda domanda viene da sé: Pinto e Mourinho hanno la stessa idea di calcio?