Pierpaolo Marino, uno dei direttori sportivi più influenti della Serie A degli ultimi quarant’anni - con un passato anche alla Roma ai tempi della presidenza Viola - è intervenuto ai microfoni di Tele Radio Stereo per commentare il futuro della panchina giallorossa.


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Pierpaolo Marino: “Allegri interpellato dalla Roma. Punterei su di lui”
L'allenatore della Roma è già stato preso? "A mio parere, no. Non ho informazioni dirette - e se anche le avessi, non le rivelerei - ma la sensazione è che ancora non sia stato scelto il nuovo allenatore. In questi casi si procede con dei veri e propri casting, e spesso si aspetta la fine della stagione, anche per rispetto dei giocatori e soprattutto di un grande come Ranieri, che sta portando a termine il suo lavoro".
Che cosa è cambiato nel modus operandi dei Friedkin, che avevano annunciato Mourinho a stagione ancora in corso? “Credo che ora sia coinvolto anche Ranieri nella scelta, probabilmente lui stesso può aver chiesto di rinviare tutto a fine campionato. Anche perché la Roma si sta giocando ancora qualcosa d’importante e dare una notizia di questo rilievo a uno spogliatoio, che poi magari comincia a fare calcoli. Far arrivare un Klopp mentre la Roma si gioca questo risultato magari può far piacere a qualche giocatore, ma ad altri no. Se fossi il direttore della Roma non farei diffondere una notizia del genere a pochi giorni dalla fine del campionato”.
Ci ha creduto alla notizia di Klopp? “Nel calcio attuale, con le proprietà straniere che sono arrivate in Italia, si può credere a tutto. Sono proprietà con mezzi illimitati e con una certa propensione a voler introdurre altre filosofie estere nel campionato italiano”.
Come funzionano i casting nel calcio? “Il problema è che voi immaginate un casting con un allenatore o un direttore sportivo che si incontrano e parlano, fanno un colloquio come quelli di lavoro in un’azienda tipica o da impiegato. Non è così, oggi gli allenatori hanno degli agenti quindi i casting si fanno per interposta persona. I dirigenti parlano con i rappresentanti degli allenatori, poi si fa una scrematura e con i 2-3 nominativi in dirittura d’arrivo avviene l’incontro, anche con la proprietà. Nessuno resta in attesa e nessuno si sente impegnato, né da una parte né dall’altra".
"So che Allegri è stato interpellato per la Roma, anche tempo fa. Secondo me è stato più di un mese fa. Anche a me piacerebbe il nome di Allegri per la mia ex squadra, come è la Roma. Come giocatore l’ho scoperto io, l’ho portato io in Serie A e siamo rimasti in grandi rapporti di stima e amicizia. Ma non è che se Allegri nel frattempo dovesse ricevere proposte, per dire, di Napoli o Milan si sente impegnato per il fatto di essere stato chiamato per un incontro. Penso che ognuno sia libero, nella realtà dei fatti”.
Sulla panchina giallorossa hanno vinto allenatori poco simpatici: serve questo profilo alla Roma? “Bianchi non era simpatico, ma era efficace. Ho avuto anche Spalletti quattro anni, se non fosse stato per le incomprensioni con Totti lui non sarebbe una persona antipatica. L’unica macchia è stato mettersi in quella posizione di contrasto con Totti, e questo a Roma non è sopportabile".
"Io sceglierei Allegri per la panchina, sa coniugare il calcio moderno con gli ingredienti per vincere il campionato italiano: vince più spesso la miglior difesa che il miglior attacco. Come il Napoli quest’anno. Fabregas mi convince come persona, ma non sono un amante delle sue modalità di gioco. Sono per la praticità di Allegri, di Spalletti. A Napoli quest’ultimo è riuscito a coniugare per la prima volta in carriera Scudetto e bel gioco, a Udine lo ho avuto quattro anni quindi lo conosco”.
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