Perrotta: “Grande sintonia con Totti, persona altruista. Che peccato non aver vinto scudetti, un onore aver indossato questa maglia”

Simone Perrotta, ex centrocampista giallorosso, è l'ospite della puntata di SlideShow in onda su Roma Tv. Ecco le sue parole:

Seconda Coppa Italia

Magra soddisfazione, in quella finale riuscii a fare gol. Da una parte è una soddisfazione vincere contro l'Inter ma dall'altra il fatto di non aver vinto lo scudetto in annate in cui si poteva ottenere, rimane una ferita difficile da rimarginare.

Gol al derby

Fare gol al derby è qualcosa di incredibile, è una felicità enorme che dai ai tifosi. Fu un gol bello, a pallonetto con Ballotta in uscita. Una palla che una volta fatto il pallonetto non voleva scendere e non volevo sbagliarlo.

Partita con il Real Madrid

Partita che ci rende felice, nella partita di andata si vinse 2 a 1. nel primo tempo il Real ci diede una lezione di calcio, in quegli anni la squadra aveva raggiunto maturità e consapevolezza dei propri mezzi. Giocammo nello stadio più bello in cui io ho mai giocato contro una squadra molto forte e vincemmo 2 a 1 con il gol di Rodrigo di testa su cross di Tonetto, pareggiò Raul e nei minuti finali segnò Vucinic, passammo il turno con un doppio 2 a 1.

Moglie

E' la persona che più mi ha aiutato in questo percorso, una persona che ha accantonato la sua voglia di mettersi in gioco, la sua voglia di crearsi una professione, una persona che è riuscita a capirmi nei momenti di difficoltà, a darmi i consigli giusti. Mi piace sottolineare che il nostro rapporto sia più bello, passionale, più stupendo adesso rispetto a quando ci siamo sposati 15 anni fa. E' una cosa che difficilmente si riesce a spiegare a parole. Non riuscirei a vedere la vita senza di lei e senza i miei figli che mi fanno restare sempre giovane.

Totti

Con Francesco c'è stata da subito una certa sintonia. L'ho conosciuto in Nazionale prima di andare a Roma e subito ebbi la sensazione del tipo di ragazzo che fosse. Una persona, altruista, per nulla egoista non antepone mai il il bene suo a quello della squadra, nell'arco degli anni ho creato un sentimento di amicizia. Ho avuto la fortuna di giocarci vicino e questa sintonia che avevamo fuori dal campo si è poi trasferita dentro. Per caratteristiche io ero quello che si sacrificava, ma non era una sacrificio, mi faceva stare bene e non mi pento di averlo fatto.

Roma-Sampdoria

Si era davanti all'Inter dopo una cavalcata incredibile, era l'ultimo scoglio per vincere. Si era vinto la settimana prima il derby, la Sampdoria in casa sembrava quasi una formalità, si fece il primo tempo più bello della stagione, andammo negli spogliatoi solo con un risultato di 1 a 0. Ci fu tanto nervosismo che ci portò a perdere quella partita e a perdere quello scudetto che avremmo meritato di vincere ed avremmo voluto vincere per noi e l'ambiente romanista.

Luis Enrique

Era un grande allenatore e lo sta dimostrando nell'ultimo periodo al Barcellona. È un parere che non è solo personale ma è condiviso da altri. Con lui da subito si era instaurato un bellissimo rapporto basato sulla stima. Poi le cose sono cambiate, ma l stima è rimasta intatta. In alcune cose è un po' estremista, intendeva il calcio solo in quel modo. Non riusciva a capire o a gestire in momenti in base alla qualità dei giocatori. Una persona professionale, un allenatore capace che si basa sui dei precisi particolari che analizza qualsiasi allenamento e in base al lavoro svolto durante la settimana sceglieva gli undici da mandare in campo. Mi è dispiaciuto quando ha comunicato che voleva lasciare la squadra perchè lui poteva aprire qualcosa di importante in questa società. Aveva capacità e spessore umano sopra la media.

Ultima partita

Mi dispiace non averla potuta giocare, è stata una mia volontà quella di non continuare a giocare a calcio con una maglia diversa rispetto a quella, è un momento triste che noi tutti ci ricorderemo. Siamo stati sfortunati in quella gara, della sfortuna nessuno si ricorderà, ma che noi abbiamo perso e che la Lazio ha vinto. Da quel momento un poi il modus operandi della società è cambiato, bisogna prendere giocatori di talento ma alla base di tutto ci vuole un gruppo storico che faccia capire il peso e la responsabilità della maglia che si indossa.

La maglia della Roma

Ho avuto l'onore e il privilegio di indossarla. Con in tifosi ho avuto un rapporto viscerale, il primo anno è stato negativo ero uno dei giocatori più contestati, però quelle critiche e contestazione mi hanno aiutato a capire cos'è l'ambiente romanista. Quando le cose sono migliorate tutti mi hanno confessato che nonostante le critiche in quel momento mi apprezzavano. Non mi sono mai risparmiato nei confronti dei compagni, né nei confronti dei tifosi ho cercato sempre di spremere l'ultima goccia di sudore. Adesso tutti mi ricordano come un ex calciatore della Roma ed è la cosa che più mi rende felice.