Carles Perez ha rilasciato un'intervista al quotidiano spagnolo AS. Ecco le sue parole:
news as roma
Perez: “Ho giocato poco ma ho capito cosa vuole Mourinho, sfrutterò le chance”
Le parole dell'esterno spagnolo: "Sono migliorato come giocatore e, nonostante non gioco molto, mi incoraggia sempre e mi ha reso più forte mentalmente"
La stagione?
“La mia stagione non è stata facile perché ho giocato poco, ma come ho detto dopo la partita contro la Salernitana, devo sfruttare le occasioni. L’importante è lavorare e aspettare il momento giusto, adesso arrivano le partite importanti e dopo l’ultimo ho dimostrato di voler essere importante”.
Com’è il tuo rapporto con Mourinho?
“Mourinho è un allenatore che ti motiva, se ti elogia pubblicamente è gratificante. Da bambino sogni di essere allenato da tecnici top come lui o Guardiola. Ho capito la sua filosofia, le sue esigenze e so cosa vuole. Sono migliorato come giocatore e, nonostante giochi poco, mi incoraggia sempre e mi ha reso più forte mentalmente”.
Ti alleni spesso nei tiri in porta a fine allenamento.
“Sì, ho un personal trainer da 4 anni, un nutrizionista e tutto questo mi ha aiutato. Lo chiamano lavoro silenzioso”.
È stato difficile adattarti al calcio italiano?
“Con il Barcellona giocavo più libero, qui ho imparato a giocare anche più arretrato e ho iniziato con Fonseca. Questo è il calcio, devi imparare a giocare dove te lo chiede il mister. Amo giocare come esterno, ma ho imparato a giocare anche più dietro”.
Rimpianti per non aver proseguito con il Barcellona?
“Tutto passa attraverso il tempo, con me c’erano anche giocatori forti come Cucurella e Alena. Ho lasciato il Barcellona due anni fa e posso dirti che vorrei che tutto andasse bene per loro. Se sono un calciatore professionista, lo devo a loro”.
Quanto sei cambiato nei due anni fuori Barcellona?
“Fisicamente sono cambiato, ma anche mentalmente. Non è facile lasciare la tua casa, la tua famiglia, i tuoi amici, ma il sogno che stai vivendo ti costringe a crescere e maturare. Tatticamente ho imparato molto, in Italia ci sono meno spazi, delle volte si difende anche a 5”.
Preferisci qualificarti in Champions League o vincere la Conference League?
“Se ci qualifichiamo per la Champions, vuol dire che avremmo fatto grandi cose. La Conference League, però, è un trofeo nuovo ed è pur sempre un titolo per i tifosi, che lo avrebbero per tutta la storia. Giovedì il pubblico ci darà una grande spinta”.
Avete avuto diversi problemi contro il Bodø/Glimt.
“Il 6-1 è stata una partita complicata per molti aspetti, tra tempo e campo sintetico. Sono cose che capitano una volta sola nella vita e bisogna voltare pagine. Il modo migliore per rimediare è vincere e qualificarsi in semifinale”.
Ti aspetti di giocare di più dopo il gol contro la Salernitana?
“Lo spero, se non partirò titolare contro il Bodø/Glimt lavorerò per le prossime partite”.
Vi aspettano Napoli e Inter in campionato.
“Sono due match chiave per vedere se riusciremo a raggiungere la Juventus per il quarto posto. Nelle ultime 10 partite siamo quelli che hanno totalizzato più punti, vogliamo continuare così”.
Cosa vi mancava a inizio stagione?
“Serviva un periodo di adattamento con il nuovo tecnico, adesso capiamo meglio ciò che vuole, i giocatori si conoscono meglio e si vede”.
Borja Mayoral e Villar sono andati via, tu invece perché hai deciso di restare?
“Si tratta di cogliere le opportunità. La Roma è un grande club e, pur giocando meno, voglio avere successo qui. Mi sento bene, è casa mia, sto bene con le persone e i tifosi. Andare in un’altra squadra e giocare di più sarebbe stato facile, ma voglio lottare per questa maglia”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA