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Pellegrini, riscatto o addio: l’ultimo treno passa (ancora) dal derby

Pellegrini, riscatto o addio: l’ultimo treno passa (ancora) dal derby - immagine 1
Il capitano è ormai fuori dai radar. Contro la Lazio è stata spesso la sua partita ma questa volta potrebbe essere troppo tardi
Marco Di Cola
Marco Di Cola Collaboratore 

Partiamo dai numeri: in Serie A 31 presenze, 2 gol, 1 assist ma soprattutto 9 panchine. La stagione di Lorenzo Pellegrini è iniziata male (zero gol nelle prime 18 giornate) e rischia di finire peggio. Il capitano è fuori dai radar e la cosa più preoccupante è che, settimana pre derby a parte, nessuno si chiede più che fine abbia fatto. Scelta tecnica, esclusione per rischio squalifica, infortunio o febbre. Nelle ultime settimane ogni "scusa" è stata buona per non vederlo in campo. Basti pensare che cinque delle 9 panchine stagionali, sono arrivate nelle ultime nove giornate. L'infortunio di Dybala sembrava potesse aprire un nuovo capitolo della sua stagione-odissea ma, almeno per il momento, così non è stato. Resta da giocarsi l'ultima carta: il derby. Nella partita più importante della stagione, Pellegrini ha sempre risposto presente, ultimamente però quasi solo in quella. La cura Ranieri ha funzionato su tutti, tranne che su di lui ma il derby può riaccendere quel fuoco che porterebbe quantomeno ad un saluto più dignitoso. Sullo sfondo infatti ci son diversi scenari di mercato. Il contratto è in scadenza a giugno 2026 e il tema rinnovo non è stato per il momento affrontato. Su questa situazione è vigile Beppe Marotta, maestro dei colpi a parametro zero, ma non è detto che non possa pensare di prenderlo quest'estate per una cifra sicuramente favorevole. Le alternative sono il Napoli, con Conte che lo stima molto e che lo vorrebbe (in caso di sua permanenza) in azzurro, e Milan. I rossoneri potrebbero infatti prenderlo in considerazione nell'affare che porterebbe definitivamente Saelemakers in giallorosso. Tutto rimandato però, almeno a dopo il derby.

I numeri nei derby

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C'è da scommettere però sulla sua presenza al derby. Ranieri lo conosce bene, conosce bene le sue difficoltà ma conosce altrettanto bene la sua voglia di incidere contro la Lazio. Lo ha vissuto anche all'andata in una sorta di déjà-vu della situazione attuale. Pellegrini veniva da tre panchine nelle cinque partite che precedevano la stracittadina, appena 73 minuti giocati nelle due partite nelle quali era sceso in campo senza però dare segnali incoraggianti eppure, una volta visti i colori biancocelesti, si è trasformato realizzando il gol (bellissimo) dell'1-0 e fornendo una prestazione 8 in pagella. Da lì in poi però nessun gol su azione (l'unico è arrivato su rigore contro l'Udinese). Uno scenario che si è ripetuto in altre occasioni. In principio ci fu il derby della stagione 18/19. Tre panchine nelle 6 partite che precedevano la "sua" partita, gol di tacco ed esultanza polemica.  Nel 21/22 (miglior annata in giallorosso), arrivava da un gol contro l'Udinese e sull'onda dell'entusiasmo di quella stagione, piazza un gol fantastico su calcio di punizione. Ora è tutto nelle mani di Ranieri che deciderà se schierarlo o meno alle spalle di Dovbyk. Questo derby vale doppio, per la Roma che spera ancora in una qualificazione miracolosa in Champions, e per il suo capitano che vuole giocarsi l'ultima carta per riconquistarsi la fiducia della sua gente. Questa volta però potrebbe non bastare. Questa volta potrebbe essere troppo tardi.