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Pellegrini, l’azzurro ti fa bello: Lorenzo brilla in Nazionale, ora vuole (ri)conquistare la Roma

LaPresse

Ieri oltre al gol, una prestazione convincente contro l'Olanda. Ruolo diverso e meno pressione il segreto del riscatto, ma ora serve il cambio di passo in giallorosso

Valerio Salviani

Non un'Italia indimenticabile, ma abbastanza per restituire il sorriso a Pellegrini. Il gol contro l'Olanda dell'ex compagno Strootman (con tanto di esultanza polemica mostrando le orecchie) ha interrotto il digiuno di Lorenzo, che durava da più di dieci mesi. L'ultima volta che il centrocampista è andato a segno era dicembre e la sua Roma dominava al Franchi contro la Fiorentina di Montella. In tutto questo tempo, oltre alla pandemia, di mezzo c'è stato un preoccupante calo di rendimento del numero 7 romanista, di pari passo con il crollo avuto dai giallorossi che è costato la qualificazione in Champions. Ieri per Pellegrini oltre alla rete, anche una prestazione convincente come non gli capitava da tempo, che ha fatto il paio con l'altra buona partita giocata contro la Polonia. Un cambio di passo, che il vice-capitano della Roma dovrà compiere anche a Trigoria.

Lorenzo Pellegrini, mezzala o trequartista? Il ruolo è un'incognita

"Mi piace fare la mezzala, mi piace giocare, toccare tante volte il pallone, ma anche inserirmi" aveva detto Pellegrini dopo la partita con la Polonia. Un'indicazione incassata dal ct Mancini, che però ieri lo ha mandato in campo come esterno per la seconda volta di fila, nel tridente con Immobile e Chiesa. Lorenzo è stato il migliore in campo nel primo tempo ed è calato un po' nella ripresa. Una soluzione temporanea in attesa del ritorno di Insigne, che però aumenta ancora una volta i dubbi suquale sia per lui il ruolo migliore. La Roma di Fonseca gioca con un modulo diverso rispetto agli azzurri. La mezzala, nel centrocampo a quattro dei giallorossi non esiste, e neanche l'esterno alto. Nella scorsa stagione Pellegrini ha giocato prevalentemente da trequartista, con risultati alterni. Ha totalizzato tanti assist (13), ma spesso non ha convinto. In questo avvio di campionato dietro a Dzeko ci sono Pedro e Mkhitaryan, due che se stanno bene fisicamente sono intoccabili. Per questo motivo il tecnico portoghese ha deciso di arretrare Pellegrini al fianco di Veretout. Da quando è alla Roma si tratta del quarto ruolo interpretato dal numero 7, che ha giocato da mezzala con Di Francesco, da interno con Ranieri e Fonseca, che l'ha schierato anche da trequartista e da mezzapunta. Una duttilità che lo porta sulla pericolosa strada percorsa da Florenzi. Una strada che invece di aiutare l'ex capitano, ha contribuito a farlo smarrire definitivamente.

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Responsabilità, pressioni e contratto: la dura vita di Pellegrini alla Roma

Quasi in controtendenza rispetto alla maggior parte dei colleghi, in Nazionale Pellegrini gioca più leggero mentalmente rispetto a quando scende in campo con la Roma. Dopo gli addii di De Rossi e Florenzi, il romano e romanista punto di riferimento per i tifosi è diventato lui. Fonseca gli ha affidato il ruolo di vice-capitano e spesso per lui si è anche parlato di maglia numero 10. La Roma dei Friedkin ci punta come ci puntava quella di Pallotta, e insieme a Zaniolo rappresenta la risorsa più importante in rosa, almeno sulla carta. Tante, forse troppe responsabilità, che non hanno aiutato la crescita di Pellegrini, ancora 24enne e non arrivato al termine del suo percorso di sviluppo. L'ingresso di Pedro nel gruppo dei senatori, oltre al ritorno di Smalling, può essere un aiuto per scaricare un po' di peso che il numero 7 inevitabilmente accusa. Ad aumentare le difficoltà psicologiche anche il rinnovo di contratto che tarda ad arrivare. La scadenza fissata al 2022 si avvicina e dal prossimo gennaio questo comincerà a diventare un argomento ricorrente, come lo è stato per i vari Totti, De Rossi e Florenzi in passato. L'accordo ci sarà, ma nel frattempo Lorenzo dovrà dimostrare che il futuro della Roma passa da lui.