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Pellegrini, panchine e crisi infinita. I numeri lo condannano e il mercato piange

Pellegrini, panchine e crisi infinita. I numeri lo condannano e il mercato piange - immagine 1
Lorenzo è addirittura al 101° posto in serie A tra tutti i calciatori come dribbling riusciti (9 in tutto da inizio stagione) e al 202° per palle rubate (appena 14). In quel tiro a San Siro c'è il senso di una stagione flop
Redazione

In quel tiro sbilenco negli ultimi 10 minuti dell'ennesima trasferta deludente qualcuno avrà spento la televisione. La porta è la stessa dove Lorenzo Pellegrini si era divorato il gol del possibile 1-2 in campionato. Stavolta c'era da provare a riaprire una qualificazione ma postura e atteggiamento su quel tiro da posizione ottima sono un segnale di resa incondizionata peraltro vista anche in altri momenti topici del match di San Siro. Il capitano non sa più incidere, a meno che non vogliamo guardare e riguardare il gol nel derby per altri 10 mesi. Lo dicono i numeri, oltre alle sensazioni: 2 gol e 1 assist in 18 partite di campionato. Solo uno su azione, appunto quello del derby oltre al rigore di Udine dove qualche minuto prima era scivolato propiziando la rete di Lucca. Per far capire l'antifona anticipiamo che Cataldi di reti ne ha segnate 3 mentre Frattesi che ha giocato un terzo di Pellegrini è già a quota quattro. Nelle coppe le cose non vanno tanto meglio: 1 gol e 1 assist: il primo col Braga, il secondo con il leggendario Union Saint Gilloise. Lasciamo perdere il paragone con gli stipendi, non ce ne è bisogno. Ma non sono solo i bonus da "fantacalcio" a mancare. Lorenzo è addirittura al 101° posto in serie A tra tutti i calciatori come dribbling riusciti (9 in tutto da inizio stagione) e al 202° per palle rubate (appena 14). Sono 342 i passaggi riusciti (18° posto tra i centrocampisti) mentre va un pochino meglio nei passaggi chiave (21, media di 1,17 a partita) anche se meglio di lui ha fatto pure Guendouzi con 26. Ventiduesimo tra i centrocampisti per azioni create: solo 1 (dati Sofascore). 

Numeri flop per quello che dovrebbe essere il calciatore più decisivo della rosa dopo Dybala. Dati che vanno al di sopra della disputa cittadina tra chi lo critica (a volte in maniera maleducata ed eccessiva sui social) e chi lo applaude all'Olimpico. Anche se sono sempre meno.  Ranieri lo ha escluso sia col Napoli che col Milan, un segnale preciso. Anche per il futuro. Pellegrini, infatti, ha il contratto in scadenza 2026 e da parte del club non c'è alcuna voglia di rinnovare ma nemmeno di arrivare al paradosso Zalewski (rinnovato per forza dopo aver declinato una marea di proposte). Il problema è che con questi numeri e uno stipendio da top player difficilmente qualcuno si avvicinerà seriamente. Aveva provato a farlo il Napoli, un leggero sondaggio c'era stato anche da parte dell'Inter. Ma niente di serio, come dice Giacomino in Tre uomini e una gamba. I Friedkin, infatti, avevano messo il suo nome tra i primi della lista della presunta rivoluzione invernale. Ma anche per Pellegrini stesso un cambiamento potrebbe essere salutare. Il numero 7 soffre le critiche, "non se le fa scivolare addosso" come disse Ranieri. E forse sente il peso di una fascia che ha bisogno di un fisico alla Brock Lesnar per essere portata.