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Pellegrini, dai fischi al rosso e il gol sparito: il capitano è senza sorriso

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Il contratto del numero 7 scade nel 2026, ma prima deve ritrovare la fiducia e le buone prestazioni
Daniele Aloisi
Daniele Aloisi Collaboratore 

Se ci sono due o più modi di fare una cosa, e uno di questi modi può condurre a una catastrofe, allora qualcuno la farà in quel modo”, firmato Edward Murphy. In sostanza il postulatore della famosa legge diceva che se qualcosa può andare storto, lo farà. Ed è un po’ quello che sta succedendo a Lorenzo Pellegrini. Quella di ieri doveva essere la partita della svolta e i presupposti c’erano tutti. Spalletti gli ha affidato le chiavi della Nazionale allo stadio Olimpico e col 10 sulle spalle. Ma al 40’ la sua partita (fino a quel momento più che sufficiente) è diventata un incubo. Bastoni calibra male il passaggio e lui per recuperare interviene duramente su Theate. Prima l’arbitro estrae il giallo, poi dopo revisione al Var tira fuori il rosso. Doccia anticipata e altri fischi dello stadio. Erano 6 anni che un calciatore dell'Italia non prendeva un'espulsione diretta (in quel caso Criscito). Pellegrini a ‘casa sua’ nell’ultimo periodo ha ricevuto più critiche che applausi. È finito nell’occhio del ciclone dopo l’esonero di Daniele De Rossi e le prestazioni in campo non aiutano. È ancora a secco di gol. Ci si è messa anche la sfortuna: sono già due i legni colpiti tra Serie A ed Europa League.

Pellegrini, capitano senza gol e assist. E nel 2026 il contratto scade

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Lorenzo Pellegrini è in un limbo e la luce in fondo al tunnel appare ancora distante.  Deve risanare il rapporto con la tifoseria che ad oggi è ai minimi termini. La Curva Sud continua a sostenerlo. “Nel bene o nel male il capitano resta tale”, recitava uno striscione di qualche mese fa ma ora servono le prestazioni in campo. L’ultimo gol in campionato è di maggio (calcio di rigore contro l’Atalanta). Mentre per trovarne uno su azione bisogna tornare a marzo nel match col Sassuolo. Anche gli assist iniziano a scarseggiare. Ne ha trovato uno buono solamente per le statistiche contro il Venezia per Cristante, ma un vero e proprio passaggio vincente manca dal match di febbraio contro l'Inter. Domenica all’Olimpico arriveranno proprio i nerazzurri. Da inizio campionato ha creato solamente una ‘big chance’ ed è 12esimo in rosa per percentuale di passaggi riusciti. Numeri che non rispecchiano il suo valore e che vanno in contrasto con l’ingaggio da top player che percepisce. E nel 2026 il suo contratto scade. Nella Roma non esistono incedibili e in estate il club aveva sondato il terreno arabo per poter cedere diversi giocatori in Arabia Saudita e c’era anche il suo nome. Ma ha sempre ribadito di non voler andare nella Saudi Pro League. Ad oggi, però, non si registrano neanche contatti per il prolungamento. Prima c’è da ritrovare il sorriso. La fiducia di Juric non manca, ora deve rispondere sul campo.