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Roma, Pau Lopez: “Bisogna imparare a convivere col coronavirus”

LaPresse

Il portiere giallorosso: "La gente ha bisogno di lavorare e portare i soldi a casa. Anche nel calcio è così"

Redazione

PauLopez, portiere della Roma arrivato nella scorsa estate per 23,5 milioni di euro, è il nuovo protagonista della diretta Instagram sul profilo ufficiale della società. Lo spagnolo in stagione ha raccolto 34 presenze, incassando 43 reti e mantenendo la porta inviolata per 9 volte. Durante l'intervista, il portiere giallorosso ha parlato della lunga quarantena, del ritorno agli allenamenti a Trigoria e della sua esperienza giallorossa. Di seguito le sue dichiarazioni.

Bello rivedere le immagini degli allenamenti a Trigoria... Come è stato il rientro?

Sempre bello tornare a Trigoria dopo tanto tempo. La situazione è ancora un po' strana: ci si allena in maniera diversa rispetto a prima. Adesso ci cambiamo in stanza e poi scendiamo in campo, giriamo con le mascherine. Rispettiamo ciò che ci hanno detto di fare.

In questa situazione che tipo di lavoro riuscite a fare, voi portieri?

La squadra si allena in tre gruppi diversi. Quattro giocatori per gruppo, per ogni campo. I portieri si allenano a coppie di due: uno nel primo e uno nel secondo turno. Quando uno si allena l'altro gestisce. I nostri allenamenti non sono cambiati molto rispetto a prima. Riusciamo a fare quello che facevano, Savorani usa mascherina e guanti. Utilizziamo le misure di prevenzione almeno siamo tutti più sicuri.

Come vedi la ripresa del campionato?

Faccio il paragone con i negozi. Dal 18 riaprono tutti e dal primo giugno anche i ristoranti. E' il momento di iniziare a convivere con il coronavirus. La gente ha bisogno di lavorare e portare i soldi a casa. Anche nel calcio è così. C'è tanta gente dietro la squadra che lavora e che deve guadagnare. Non è una cosa che sparisce in due mesi. Bisogna imparare e prendere meno rischi possibili. La settimana prossima inizia la Bundesliga, possiamo imparare da loro. Facciamo del calcio un luogo più sicuro, migliorando quello che è già stato fatto. E' una cosa che nessuno si aspettava.

Come hai scelto di fare il portiere?

Mio padre faceva il portiere. Mi è sempre piaciuto guardarlo. Mi ha messo in porta e io ho seguito il suo esempio.

Sull'italiano.

Sono fortunato perché è simile allo spagnolo e al catalano. Quando sono arrivato con Claudio ho fatto due mesi di insegnamento. Per fortuna parlo più o meno bene.

Come si trova con Mirante e Fuzato?

Benissimo. Sono due dei migliori compagni che ho trovato. Mirante è sempre col sorriso, mi ha aiutato fin da subito. E' importante anche per lo spogliatoio, è sempre positivo.

Com'è vivere in Italia?

L'Italia è simile alla Spagna. A Roma si trova tutto quello che si vuole. Il cibo è incredibile, la pasta spagnola non tiene il paragone con quella italiana.

Differenze tra calcio italiano e spagnolo.

Il calcio per me qui è più tattico. Prima non lo seguivo e quando sono arrivato non conoscevo nessun calciatore. Ora è più facile. Ho la fortuna di stare in una squadra grande che lotta ogni partita per vincere. E' comunque simile al campionato spagnolo.ù

La difficoltà nella parata contro il Genoa?

Il problema è stato che il cross arrivava dal mio lato destro ed io stavo andando sull’altro palo. Bisogna fermarsi prima e poi decidere dove andare. Se vai più laterale è difficile capire dove va.

Più difficile contro il Bologna?

Questa qui contro il Bologna è tata più complicata. Dovevo scegliere molto velocemente. Neanche lui si aspettava che potessi arrivarci.

Sai che in Indonesia ci sono tanti romanisti?

No, non lo sapevo. I romanisti sono in tutto il mondo, è una cosa incredibile. E' una cosa bellissima, quando giochiamo fuori casa è come se fosse all'Olimpico. C'è tanta gente della Roma.

In questi mesi come hai allenato la reattività?

Naturalmente non ci si riesce. Abbiamo fatto lavoro di forza e allenamenti sulle gambe. Ogni giorno ci mandavano il programma. Era l'unica cosa che potessimo fare.

C'è un posto della città che ti piace di più?

Mi piace molto passeggiare con i miei figli a Villa Borghese. Ci sono tanti posti per fare molte cose. Poi tutto quello che posso fare con i miei bambini mi piace.

A chi ti ispiri?

Non l'ho avuto. Provavo a imparare da tutti quelli che vedevo in TV. Imparo ogni giorno qui da Fuzato, da Mirante, da Cardinali. Anche in TV, guardo le scelte che fanno i portieri e imparo.

Hai visto la Casa di Carta?

Sì, non mi sono serviti nemmeno i sottotitoli. E' lunghissima, non finisce mai (ride,ndr).