Il sorriso è tornato, perché dopo il lunghissimo infortunio all'anca Javier Pastore è tornato in campo. Con un desiderio ben chiaro: "Sogno una rivincita nella Roma, voglio continuare a giocare qui dove ho ancora due anni di contratto - ha detto in un'intervista ad AS -. In tutti i club in cui sono stato ho sempre lasciato qualcosa di bello, i tifosi hanno sempre riconosciuto il mio lavoro ed è quello che spero succeda anche in giallorosso. Per ora non l'ho fatto perché non ho dato il contributo che volevo. Ma avere un contratto qui è una grande sfida. Poi ovviamente il club metterà le sue opzioni sul tavolo ma restare qui è il mio desiderio".
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Pastore: “Voglio restare alla Roma. Per l’infortunio sentivo dolore e piangevo”
L'argentino: "Ho ancora due anni di contratto, questa è una grande sfida per me. Sogno di riscattarmi"
Vorresti una rivincita quindi? Sì, naturalmente. È il mio terzo anno: il primo non è stato come mi aspettavo, il secondo per l'infortunio all'anca è stato complicato e questo terzo anno lo stesso. Non ho potuto mai avere la regolarità che credevo di avere, ma confido molto nelle mie qualità, in quello che posso dare alla squadra quando sta bene. Ho quel desiderio di riscatto per aiutare la squadra.
Come sta Javier Pastore in questo momento? La verità è che dopo aver trascorso un anno e mezzo difficile, ora va tutto bene. Ho avuto un infortunio all'anca a novembre 2019 e sono stato male per otto mesi, non siamo riusciti a risolverlo con nessuna terapia minimamente invasiva per poter continuare ad allenarmi e giocare. Fino a quando non è arrivato il momento in cui ho dovuto decidere e sottopormi a un intervento chirurgico. Mi ci sono voluti sei mesi e ho perso la prima parte del campionato, sono tornato a gennaio e ora mi sento bene, non ho quei dolori all'anca che mi hanno impedito di fare tante cose. Siamo alla fine del campionato e non ho potuto giocare quasi mai, ma sono contento dell'operazione che mi permette di allenarmi al livello che desidero.
Come hai vissuto quei momenti? All'anca è un infortunio molto complicato, ci sono tante infiltrazioni come cellule staminali o acido ialuronico, tanti trattamenti da provare ma non garantiscono il recupero e in otto mesi ho provato davvero di tutto. Ogni due o tre settimane ho provato qualcosa di nuovo ma non ha funzionato. È stato un periodo molto difficile, soffrivo in continuazione. Salivo in macchina per mezz'ora per tornare a casa e sentivo dolore, piangevo perché non potevo giocare con i miei figli stando seduto per terra. Diversi medici mi hanno consigliato di non farmi operare perché se l'operazione non fosse andata bene avrei lasciato il calcio. Ma ero arrivato a un punto che non era una vita per me. Ho parlato con il club e ho detto loro che mi volevo operare: la società e i medici mi hanno aiutato in ogni momento. Mi sono operato in Spagna ed è andato tutto bene, come ci aspettavamo.
Hai mai ricevuto un'offerta dal calcio spagnolo? Ci sono stati degli approcci dai club spagnoli, soprattutto nei miei primi anni in Europa, al Palermo. Ho avuto un'offerta nel 2013 o 2014 dall'Atletico Madrid: li ho incontrati, dovevo vedere il presidente. Ma stavo molto bene al Paris Saint Germain.
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