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Pastore: “Sogno il Talleres. Se nessun club mi chiama resto alla Roma”

LaPresse

"La morte di Maradona come quella di un familiare. Ho una sua maglia, gliela chiese mia madre: io morivo dalla vergogna..."

Redazione

Dal presente con la Roma al futuro, passando per il mito di Maradona. Javier Pastore si è raccontato al portale Tiempo de Juego ribadendo, prima o poi, di voler tornare a giocare nel Talleres. Queste le sue parole:

PASTORE A TIEMPO DE JUEGO

Sul ritorno al Talleres I tempi si accorciano sempre di più, ho due anni di contratto in Europa. Sogno il ritorno al Talleres. Lo preferirei all'Huracan, potrei stare più vicino alla mia famiglia. Comunque non si sa mai, dico due anni ma forse sarà l'anno prossimo. Me lo diranno il calcio e la mia voglia di continuare a competere ad alti livelli. Il Talleres sta crescendo molto, questo mi fa venire ancora più voglia di tornare.

Sui problemi fisici Ad agosto del 2020 mi sono sottoposto ad un intervento chirurgico, sono rimasto fuori fino allo scorso gennaio 2021, quando sono entrato a far parte della squadra. Il campionato era già a metà e mi ci è voluto molto per conquistarmi il posto. L'importante è che l'operazione sia andata a buon fine.

Sul futuro alla Roma Se non ricevo una chiamata da altre squadre, resto un giocatore della Roma. Se vogliono che me ne vada, vedremo se riusciremo a trovare un club con cui proseguire per altri due anni in Europa.

Sulla morte di Maradona L'ho vissuta come la perdita di un familiare. Guardi il calcio e ci pensi, vai in Italia e ci pensi. Ho tanti ricordi. Ho una sua maglia autografata. Gliela chiese mia madre perché io morivo dalla vergogna. Ripenso ancora ai suoi discorsi ai Mondiali; lui non pensava mai, faceva solo quello che sentiva. A mezzanotte bussava alla tua porta per raccontarti qualche aneddoto dell'Italia. Sono cose che non ti aspetti. Era molto umano, aveva un cuore molto grande, era molto consapevole e attento a ogni dettaglio.